Esami scritti di lingua, le bocciature sono un habitué di ogni sessione

Ad ogni sessione tanti bocciati agli esami scritti delle lingue straniere. Che siano idiomi occidentali o orientali, la situazione non muta. Qualche studente è addirittura al settimo tentativo. 
“Un cimitero di insufficienze”, la prova di Lingua e Letteratura Giapponese I. Su 77 studenti che hanno sostenuto lo scritto il 10 settembre, “solo in 24 l’hanno superato. Voglio capire che si tratta di un esame impegnativo da 12 crediti, ma nessuno dei promossi ha ottenuto un voto alto. È pur vero che parecchia gente va a tentare l’esame senza studiare, ma c’è di sicuro un problema di fondo. A ogni sessione un numero esorbitante di bocciati e il voto massimo è 22”, racconta uno studente sfiduciato dal quarto tentativo fallimentare. 
 
A Giapponese 1 “Un cimitero di insufficienze”
 
“Quando sono andata a visionare la mia prova di giugno con la lettrice, mi sono resa conto di quanto conta essere precisi nei tratti dei kanji, perché è l’esercizio finale che dà più punti. Il mio elaborato era tutto segnato da correzioni, per cui avevo totalizzato un punteggio molto basso. Allora ho dedicato per mesi maggiore impegno e costanza nelle esercitazioni pratiche e al mio terzo tentativo di nuovo un’insufficienza. Nel mio gruppo, l’esame di settembre ha dato risultati ancora più tragici: 43 bocciati, 18 promossi. Io non so veramente più cosa dover ripetere ancora, perché i docenti ribadiscono che non basta fare bene gli esercizi del manuale per allenarsi, ma bisogna entrare nell’ottica dell’esame attraverso le simulazioni sui diversi tipi di scrittura: katakana, hiragana e appunto i kanji”, dice Antonella, di Lingue e Culture Comparate. 
Anche a Giapponese II le bocciature sono un habitué di ogni sessione e molti studenti sono al quinto tentativo. “Gli scritti di settembre sono andati peggio di giugno: 35 bocciati, 32 promossi. Praticamente, la classe si è dimezzata. Ho provato cinque volte quest’esame e non si ammettono sconti nelle conoscenze basiche della grammatica e della sintassi: bisogna avere una buona competenza di più di duecento kanji e di un lessico molto ampio. Sono sul punto di cambiare Lingua, perché con gli esami della prima sono in regola. Consiglio ai nuovi immatricolati di non fare scelte affrettate: l’Estremo Oriente è un settore affascinante, ma a L’Orientale lo studio va preso sul serio. Molti studenti scelgono Giapponese convinti di avere una passione per la cultura nipponica, solo perché sono amanti degli anime o dei romanzi di Murakami Haruki. Non bisogna mai scegliere una lingua sulla base di stereotipi e luoghi comuni”, suggerisce Federica Starace, iscritta al terzo anno di Lingue e Culture Orientali e Africane. Nel complesso, “le prove scritte di Giapponese sono molto esigenti, perché i docenti non promuovono con la riserva. Bisogna avere dimestichezza con la struttura della frase, saper usare le particelle, conoscere le coniugazioni dei verbi e rispondere ai vari questionari per conquistarsi almeno il 18. Mi sono iscritta all’Università nel 2010 e dopo cinque anni sto finalmente per laurearmi alla Triennale. Ho provato quattro volte lo scritto di Giapponese III, che ha rallentato tantissimo il mio percorso formativo. Per un anno non ho fatto altro che studiare solo per quest’esame e adesso finalmente ce l’ho fatta a essere tra i 30 promossi miracolati, su quasi 80 esaminandi alla prova dell’11 settembre”, fa notare Martina, laureanda nella sessione di dicembre. 
Anche a Lingua Cinese I la situazione degli scritti del 10 settembre è stata critica: “nel mio gruppo, 28 bocciati e solo 5 promossi. D’altronde, è meglio rendersi conto subito delle proprie carenze. Sono fermamente convinto che il primo scritto sia una sorta di eliminatoria anche per sfoltire il numero elevato di frequentanti in modo da concentrare la didattica del secondo anno sugli studenti più motivati e preparati. Già durante la fase in cui la docente madrelingua detta un breve testo, se non si riesce a trascriverlo in caratteri, si è automaticamente bocciati. La bravura di chi ha studiato e non ce l’ha fatta emergerà in un’altra occasione. L’importante è non arrendersi!”, afferma ottimista Davide Irollo. Tuttavia, “girano molti falsi miti sulle lingue che hanno un alfabeto diverso dal nostro, in particolare quelle asiatiche, perché le cosiddette ‘stragi di innocenti’ succedono anche agli scritti di altre discipline: Tedesco II, per esempio, è un’oasi di fuoricorso”, continua Simona Cerbone, di Mediazione linguistica e culturale.
 
Lingua Tedesca II, “un esame che blocca”
 
Tra le lingue europee, lo scritto di Tedesco pone non pochi problemi agli studenti già a partire dalla prima annualità. “I risultati dell’esame scritto dell’8 settembre ci hanno lasciato esterrefatti: 76 rimandati e 56 promossi. Io faccio parte di molti di quei bocciati che hanno, tra l’altro, già studiato tedesco al liceo ma con scarso successo. Pertanto, posso affermare che il test ha un livello di difficoltà assurdo per dei dilettanti che non hanno ancora affinato il metodo di studio nell’apprendimento di una lingua straniera dai rudimenti di base. In più, si svolge senza vocabolario e per dei principianti assoluti non è facile ricordare il significato di tutte le parole incontrate, il loro genere o quali preposizioni richiedono”, riferisce Johanna, iscritta al secondo anno di Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “Indubbiamente, il lessico necessita di tempo per essere memorizzato, ma quella di Tedesco è una prova che raccoglie in due pagine i punti salienti di ogni aspetto della lingua: fonetica, fonologia, ortografia, morfologia e sintassi. Inoltre, bisogna produrre un breve testo, il più delle volte è una lettera. Sia nella produzione testuale che nelle risposte libere di comprensione, bisogna fare molta attenzione ai meccanismi di costruzione della frase, che sono diversi dall’italiano, nonché alla posizione del verbo e a una corretta declinazione dei casi, altrimenti Auf Wiedersehen!”, prosegue la collega Michela Panico.
La difficoltà maggiore si riscontra, però, a Lingua Tedesca II: su 131 candidati, 84 bocciati alla prova del 3 settembre. “Ho sostenuto lo scritto di Tedesco II già una volta e sono sempre più senza parole. Sinceramente non credo che sia per tutti un problema di preparazione, poiché non si può pretendere che uno studente al secondo anno sappia scrivere come un madrelingua”, sottolinea Melania Scialo, di Lingue e Culture Comparate. “Mi sono immatricolata nel 2011 e questa era la settima volta che lo provavo. È un esame che blocca, perché fa da ponte per il livello più avanzato”, ribadisce Daniela Bove, studentessa di Mediazione linguistica e culturale. “La complessità del test sta nel fatto che si divide in tre sezioni: grammatica, comprensione e una produzione testuale di circa 150 parole. Ognuna di queste tre parti ha una soglia di accettabilità in termini di punteggio, quindi, se per esempio uno studente prende il massimo nelle prime due esercitazioni ma nella composizione non raggiunge la sufficienza, è bocciato ugualmente. Consiglio ai futuri temerari di fare tantissime simulazioni su quest’ultima parte, la cosiddetta Textproduktion, che è fondamentale nella correzione dei docenti, perché la scrittura di un testo è un modo per valutare se lo studente sia in grado di applicare le regole grammaticali tedesche e per verificare il lessico acquisito”, conclude Simona. 
Sabrina Sabatino
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