Clima teso all’Orientale, forse come non si viveva ormai da tempo, con un corpo docente compatto e solidale con il Rettore Lida Viganoni e, dall’altro lato, un gruppo di studenti.
Il pomo della discordia sono i locali dell’ex mensa, chiusi dal 2005 e pronti ad ospitare nuove aule e spazi studio con impianto wi-fi, secondo un progetto di intervento, garantito anche da fondi regionali, già approvato in Consiglio di Amministrazione il 14 luglio e confermato dal Senato Accademico del 25 gennaio. Pronto anche il contratto per la vendita dei beni dell’Adisu presenti nella ex-mensa (cucine, frigoriferi, lavastoviglie e strumentazione minore come sedie e tavoli) in seguito alla quale dovrebbero partire i lavori.
Proprio nelle prime settimane di quest’anno, però, i locali sono stati occupati da un gruppo di studenti, denominato ZERO81, che ha voluto, con questo gesto, riportare alla fruizione dei giovani gli oltre 700 metri quadri di spazi ai Banchi Nuovi. Con l’intervento della polizia del 31 gennaio, la struttura, poi, è stata sgomberata. La richiesta d’intervento delle forze dell’ordine ha, però, generato polemiche, in particolare tra alcuni studenti che con Roberta Russo, consigliere di amministrazione di Link, affermano: “il Rettore non ha voluto cercare un dialogo con questi studenti, neanche attraverso noi rappresentanti”. Dopo lo sgombero del 31, la situazione non sembra essere migliorata, il gruppo ZERO81 ha nuovamente preso possesso degli spazi ed il 14 febbraio hanno impedito all’azienda che ha acquistato i macchinari usati di prelevarli. Gli studenti di ‘Orientale 05’ denunciano anche azioni aggressive perpetrate nei loro confronti. “Sono stato aggredito verbalmente da alcuni ragazzi che, quando mi sono rifugiato nella nostra auletta, hanno fatto irruzione e rotto computer, telefoni, imbrattato i muri – racconta Dario Di Stefano, consigliere degli studenti – Anche se molti non li conoscevo, posso affermare con certezza che l’azione era da collegare alla nostra approvazione in Senato della richiesta di sgombero”. “Noi non siamo d’accordo con il metodo usato dalla polizia per liberare i locali, però non si può occupare un’aula che deve essere destinata a spazi per gli studenti – commenta Manuele Emione, presidente del Consiglio degli Studenti – I ragazzi di ZERO81 se la sono presa con noi perché siamo la parte più debole, meno tutelata, e quello che più ci dispiace e che non abbiamo ricevuto solidarietà da nessuno. Noi abbiamo perso tutta quella strumentazione che avevamo faticosamente racimolato negli anni, mentre il nostro unico intento era quello di far sì che venissero garantiti dei servizi agli studenti”.
Unanime il coro di consensi all’azione voluta dal Rettore, invece, tra i docenti che si sono espressi anche con un comunicato del Senato Accademico nel quale con parole molto dure si afferma: “lo sgombero si è reso necessario perché la richiesta più volte formulata di lasciare gli spazi illecitamente occupati non è stata ascoltata. L’autonomia di pensiero e di espressione che necessariamente l’Università deve avere non può essere il pretesto per azioni illegali, occultate nella presunta ‘extraterritorialità’ di spazi che sono destinati alla didattica e alla ricerca. È imprescindibile, proprio nel momento di estrema difficoltà che l’Università pubblica sta attraversando, essere al fianco di chi, tra il corpo docente e la comunità studentesca, sta faticosamente provando a difendere il ruolo e le funzioni dell’istituzione accademica…”.
Forte preoccupazione anche dall’Adisu che rischia di perdere un compratore, individuato dopo lunghe e complicate procedure, come avverte il Presidente, prof. Domenico Silvestri: “Oggi abbiamo motivo di dubitare che la trattativa vada a buon fine, perché gli occupanti rendono impossibile il recupero delle apparecchiature. Io non so chi sono questi giovani, perché non hanno mai avuto contatti con l’Adisu, ma ci stanno rendendo molto difficile concludere l’accordo”. “Alcuni di questi ragazzi li conosco, perché hanno sostenuto degli esami con me – commenta, invece, il prof. Michele Gallo, docente di Statistica – Vorrei ricordare loro che, se da un lato ci sono i diritti sacrosanti degli studenti di chiedere spazi, dall’altro lato Palazzo Giusso non è un centro sociale. In questa struttura ci sono già due aule occupate, molto spesso nel pomeriggio ci sono ragazzi che giocano a calcio nel cortile e con la musica a tutto volume durante i pranzi sociali, mentre lo scopo d’uso principale del Palazzo è lo studio. Gli spazi della mensa dovranno essere adibiti proprio a luoghi di studio e socializzazione per tutti gli studenti e credo, quindi, che questa loro occupazione non sia condivisa dalla maggioranza dei ragazzi”. Anche il prof. Pietro Rostirolla, docente di Politica Economica, sottolinea: “eravamo in attesa di poter destinare quegli spazi agli studenti da diverso tempo. Purtroppo i tempi burocratici sono lunghi e abbiamo dovuto aspettare qualche anno, ma quando il progetto è stato approvato e finanziato ci è sembrata un’ottima notizia. Per questo l’occupazione si pone ancora di più come un atto intollerabile e tutti noi abbiamo condiviso l’azione risoluta del Rettore”. “I lavori sono pronti per partire e si tratta di quasi 800 metri quadri dei quali a Palazzo Giusso se ne sente la necessità – aggiunge anche il prof. Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia del Mediterraneo – per cui questa occupazione mi sembra un gesto senza senso. Insomma, sembra che noi guardiamo avanti e questi studenti guardino indietro. Mi chiedo se forse non hanno ben compreso il progetto e la destinazione degli spazi”.
Il pomo della discordia sono i locali dell’ex mensa, chiusi dal 2005 e pronti ad ospitare nuove aule e spazi studio con impianto wi-fi, secondo un progetto di intervento, garantito anche da fondi regionali, già approvato in Consiglio di Amministrazione il 14 luglio e confermato dal Senato Accademico del 25 gennaio. Pronto anche il contratto per la vendita dei beni dell’Adisu presenti nella ex-mensa (cucine, frigoriferi, lavastoviglie e strumentazione minore come sedie e tavoli) in seguito alla quale dovrebbero partire i lavori.
Proprio nelle prime settimane di quest’anno, però, i locali sono stati occupati da un gruppo di studenti, denominato ZERO81, che ha voluto, con questo gesto, riportare alla fruizione dei giovani gli oltre 700 metri quadri di spazi ai Banchi Nuovi. Con l’intervento della polizia del 31 gennaio, la struttura, poi, è stata sgomberata. La richiesta d’intervento delle forze dell’ordine ha, però, generato polemiche, in particolare tra alcuni studenti che con Roberta Russo, consigliere di amministrazione di Link, affermano: “il Rettore non ha voluto cercare un dialogo con questi studenti, neanche attraverso noi rappresentanti”. Dopo lo sgombero del 31, la situazione non sembra essere migliorata, il gruppo ZERO81 ha nuovamente preso possesso degli spazi ed il 14 febbraio hanno impedito all’azienda che ha acquistato i macchinari usati di prelevarli. Gli studenti di ‘Orientale 05’ denunciano anche azioni aggressive perpetrate nei loro confronti. “Sono stato aggredito verbalmente da alcuni ragazzi che, quando mi sono rifugiato nella nostra auletta, hanno fatto irruzione e rotto computer, telefoni, imbrattato i muri – racconta Dario Di Stefano, consigliere degli studenti – Anche se molti non li conoscevo, posso affermare con certezza che l’azione era da collegare alla nostra approvazione in Senato della richiesta di sgombero”. “Noi non siamo d’accordo con il metodo usato dalla polizia per liberare i locali, però non si può occupare un’aula che deve essere destinata a spazi per gli studenti – commenta Manuele Emione, presidente del Consiglio degli Studenti – I ragazzi di ZERO81 se la sono presa con noi perché siamo la parte più debole, meno tutelata, e quello che più ci dispiace e che non abbiamo ricevuto solidarietà da nessuno. Noi abbiamo perso tutta quella strumentazione che avevamo faticosamente racimolato negli anni, mentre il nostro unico intento era quello di far sì che venissero garantiti dei servizi agli studenti”.
Unanime il coro di consensi all’azione voluta dal Rettore, invece, tra i docenti che si sono espressi anche con un comunicato del Senato Accademico nel quale con parole molto dure si afferma: “lo sgombero si è reso necessario perché la richiesta più volte formulata di lasciare gli spazi illecitamente occupati non è stata ascoltata. L’autonomia di pensiero e di espressione che necessariamente l’Università deve avere non può essere il pretesto per azioni illegali, occultate nella presunta ‘extraterritorialità’ di spazi che sono destinati alla didattica e alla ricerca. È imprescindibile, proprio nel momento di estrema difficoltà che l’Università pubblica sta attraversando, essere al fianco di chi, tra il corpo docente e la comunità studentesca, sta faticosamente provando a difendere il ruolo e le funzioni dell’istituzione accademica…”.
Forte preoccupazione anche dall’Adisu che rischia di perdere un compratore, individuato dopo lunghe e complicate procedure, come avverte il Presidente, prof. Domenico Silvestri: “Oggi abbiamo motivo di dubitare che la trattativa vada a buon fine, perché gli occupanti rendono impossibile il recupero delle apparecchiature. Io non so chi sono questi giovani, perché non hanno mai avuto contatti con l’Adisu, ma ci stanno rendendo molto difficile concludere l’accordo”. “Alcuni di questi ragazzi li conosco, perché hanno sostenuto degli esami con me – commenta, invece, il prof. Michele Gallo, docente di Statistica – Vorrei ricordare loro che, se da un lato ci sono i diritti sacrosanti degli studenti di chiedere spazi, dall’altro lato Palazzo Giusso non è un centro sociale. In questa struttura ci sono già due aule occupate, molto spesso nel pomeriggio ci sono ragazzi che giocano a calcio nel cortile e con la musica a tutto volume durante i pranzi sociali, mentre lo scopo d’uso principale del Palazzo è lo studio. Gli spazi della mensa dovranno essere adibiti proprio a luoghi di studio e socializzazione per tutti gli studenti e credo, quindi, che questa loro occupazione non sia condivisa dalla maggioranza dei ragazzi”. Anche il prof. Pietro Rostirolla, docente di Politica Economica, sottolinea: “eravamo in attesa di poter destinare quegli spazi agli studenti da diverso tempo. Purtroppo i tempi burocratici sono lunghi e abbiamo dovuto aspettare qualche anno, ma quando il progetto è stato approvato e finanziato ci è sembrata un’ottima notizia. Per questo l’occupazione si pone ancora di più come un atto intollerabile e tutti noi abbiamo condiviso l’azione risoluta del Rettore”. “I lavori sono pronti per partire e si tratta di quasi 800 metri quadri dei quali a Palazzo Giusso se ne sente la necessità – aggiunge anche il prof. Luigi Mascilli Migliorini, docente di Storia del Mediterraneo – per cui questa occupazione mi sembra un gesto senza senso. Insomma, sembra che noi guardiamo avanti e questi studenti guardino indietro. Mi chiedo se forse non hanno ben compreso il progetto e la destinazione degli spazi”.