Chi dice che all’Università non ci si diverte? Due laureandi in Filologia Moderna dimostrano il contrario, raccontando esilaranti esperienze di vita universitaria, che spingono a frequentare e dare esami, se non altro per farsi due risate. “Ero al terzo anno di Lettere Moderne e dovevo sostenere l’esame di Filologia metrica e retorica con il prof. Vincenzo Dolla. Avevo chiesto ad uno studente di Lettere Classiche di farmi esaminare prima, prendendo il suo posto, lui aveva accettato”, racconta Sara Cardone. La studentessa si siede senza dire niente al docente, che inizia ad esaminarla: “mi chiede cose che non c’erano nel programma ed io me ne vado per un’idea, ma rispondo. Al termine, prima di scrivere il numero di matricola per mettermi 30 e lode sulla camicia, scopro di aver sostenuto un altro esame, ovvero quello del Corso di Laurea in Lettere Classiche”. La situazione si risolve facilmente: “il docente mi pone altre domande relative al mio vero esame e conferma il voto”. Diverso è l’episodio successo ad una collega di Stefano Genua: “il prof. Giuseppe Merlino fu costretto ad ultimare gli esami di Letteratura Francese a casa di una studentessa fuorisede, perché la Facoltà chiudeva alle 19.00 e altrimenti non ce l’avrebbe fatta in tempo. Con dei testimoni e le camicie si recò quindi nella casa gentilmente messa a disposizione per l’occasione”. L’ingegnoso e divertente modo di risolvere i problemi, ovviamente, non li elimina: “il Dipartimento oggi non ci mette ancora in condizioni di reperire informazioni chiare in poco tempo, le devi sempre andare a cercare attraverso canali non istituzionali”, precisa Sara. “In più, hai voglia di dire ai docenti di usare il sito per le prenotazioni degli esami! Alcuni non lo fanno, con quelli che lo permettono invece sistematicamente si blocca”, conclude Stefano.
Facoltà chiusa dopo le 19, esami ultimati in casa di una studentessa fuorisede
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