Entra in carica il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo Federico II, sulla base delle disposizioni dello Statuto di recente approvazione. Ne fanno parte cinque membri appartenenti ai ruoli dell’Università, nominati dal Rettore Marrelli nell’ambito di una rosa di candidature, ovvero i professori Alberto Di Donato (Scienze), Alessandro Fioretti (Veterinaria), Riccardo Martina (Economia), Giovanni Miano (Ingegneria) e Bruno Trimarco (Medicina); altri tre componenti esterni – i professori Fiorella Altruda, ordinaria di Genetica molecolare presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino; Fabrizia Lapecorella, ordinaria di Scienza delle Finanze dell’Università di Bari nonché direttrice del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia; Ornella Montanari, associato di Letteratura greca dell’Università di Bologna; due rappresentanti degli studenti, eletti a luglio dal parlamentino studentesco, Roberto Iacono e Domenico Petrazzuoli.
L’attivazione dei nuovi Dipartimenti è il primo impegno dell’organo collegiale insediatosi il 18 settembre. “L’avvio del nuovo modello organizzativo richiederà tempi adeguati”, afferma il prof. Di Donato, ordinario di Chimica, direttore, fino allo scorso agosto, del Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa (Coinor). “Abbiamo già discusso e approvato alcune linee guida che intendiamo seguire per la costituzione dei nuovi Dipartimenti, in merito agli spazi che andranno ad occupare e al fine di dar vita a strutture omogenee dal punto di vista logistico – spiega il docente – Al momento, i professori afferiscono a più Dipartimenti, dovremo dunque favorire un processo di aggregazione delle varie aree disciplinari”. Probabilmente, si passerà dagli attuali 73 Dipartimenti a 28 entro metà ottobre. I tempi sono stretti. “Si dovranno eleggere i componenti degli organi di governo e istituire le Scuole entro dicembre”. Ovviamente, va tutto sperimentato. “Non sono molto d’accordo con la filosofia dettata dalla legge: penso che, da tutto ciò, non uscirà un’Università migliore di quella attuale. Spero di sbagliarmi, anche perché è pur sempre una macchina che va collaudata, e che comprende aspetti positivi: la forte diminuzione del numero dei Dipartimenti, per esempio, porterà ad un rimescolamento di prospettive culturali, senza dubbio, utile”, conclude Di Donato. Di certo, a partire dal prossimo anno, l’Università pubblica cambierà profondamente. “Non ci saranno più le Facoltà – afferma il prof. Trimarco, ordinario di Cardiologia a Medicina e responsabile dell’unità di Terapia intensiva coronarica – i Dipartimenti saranno differenti da quelli attuali, il numero dei componenti non potrà essere inferiore a cinquanta. Anche il Consiglio di Amministrazione ha prerogative diverse, d’altra parte la componente differisce e comprende tre membri esterni (nel caso del Federico II, sono tutti professori di grande rilievo, caratterizzati da una statura scientifica elevata) che speriamo diano forza al nostro gruppo”. Anche per Trimarco la priorità è definire il numero dei Dipartimenti. “E’ un’esigenza di legge e un’occasione per migliorare il nostro Ateneo secondo quanto definito dallo Statuto”. Relativamente all’istituzione delle Scuole, “potranno essercene diverse. Sicuramente ce ne sarà una a Medicina, a cui afferiranno sei o sette Dipartimenti, e in cui sarà incardinato il Corso di Laurea”. L’intenzione del Rettore Marrelli è quella di “snellire l’organizzazione e dar vita ad una struttura più moderna che, a livello amministrativo, preveda un nucleo che si occupi di didattica e un altro di ricerca – continua Trimarco – Cercheremo di mettercela tutta per arrivare ad una trasformazione positiva, con la volontà di superare tutti i possibili attriti e le eventuali incomprensioni tipiche delle fasi di transizione”. Il prof. Fioretti, 53 anni, ordinario di Patologie aviarie a Medicina Veterinaria, oltre che componente della Commissione di Sanità pubblica Veterinaria della Regione Campania e Direttore del Centro Servizi Veterinari per la Sperimentazione Animale della Federico II, ribadisce l’importanza dell’attivazione dei Dipartimenti, “per poi passare al Senato. Le Scuole possono attendere”, afferma. Probabilmente, “ad Agraria, i Dipartimenti passeranno da sei a uno, mentre a Medicina Veterinaria da quattro a uno, con tutte le difficoltà di uno snellimento significativo”, al fine di mettere la Federico II sui binari dello Statuto. “Abbiamo conosciuto le colleghe esterne e presentato loro la situazione dell’Ateneo – continua Fioretti – Al momento stiamo tentando di analizzare le carte e fare le cose con grande attenzione”. Il docente non nasconde qualche difficoltà nell’avvio del processo di cambiamento. “Sembra facile ma non lo è, comunque la risposta dell’Ateneo è buona e la voglia di rinnovamento c’è”.
Secondo quanto definito dallo Statuto, sono stati anche nominati i componenti del Nucleo di Valutazione, organo tecnico interno all’Università di natura collegiale. Presieduto dal prof. Roberto Pettorino, Preside della Facoltà di Scienze, è composto da cinque membri non appartenenti ai ruoli dell’Ateneo, designati dal Rettore: l’architetto e autore di saggi Pio Baldi, accademico di S. Luca; il prof. Marco Li Calzi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; il prof. Antonino Pezzino, docente presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Catania; la dott.ssa Emanuela Stefani, direttore della Fondazione Crui per le Università italiane; il dott. Giancarlo Vecchi, ricercatore al Politecnico di Milano; Antonio Caiazzo della Facoltà di Ingegneria della Federico II.
Maddalena Esposito
L’attivazione dei nuovi Dipartimenti è il primo impegno dell’organo collegiale insediatosi il 18 settembre. “L’avvio del nuovo modello organizzativo richiederà tempi adeguati”, afferma il prof. Di Donato, ordinario di Chimica, direttore, fino allo scorso agosto, del Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’Innovazione Organizzativa (Coinor). “Abbiamo già discusso e approvato alcune linee guida che intendiamo seguire per la costituzione dei nuovi Dipartimenti, in merito agli spazi che andranno ad occupare e al fine di dar vita a strutture omogenee dal punto di vista logistico – spiega il docente – Al momento, i professori afferiscono a più Dipartimenti, dovremo dunque favorire un processo di aggregazione delle varie aree disciplinari”. Probabilmente, si passerà dagli attuali 73 Dipartimenti a 28 entro metà ottobre. I tempi sono stretti. “Si dovranno eleggere i componenti degli organi di governo e istituire le Scuole entro dicembre”. Ovviamente, va tutto sperimentato. “Non sono molto d’accordo con la filosofia dettata dalla legge: penso che, da tutto ciò, non uscirà un’Università migliore di quella attuale. Spero di sbagliarmi, anche perché è pur sempre una macchina che va collaudata, e che comprende aspetti positivi: la forte diminuzione del numero dei Dipartimenti, per esempio, porterà ad un rimescolamento di prospettive culturali, senza dubbio, utile”, conclude Di Donato. Di certo, a partire dal prossimo anno, l’Università pubblica cambierà profondamente. “Non ci saranno più le Facoltà – afferma il prof. Trimarco, ordinario di Cardiologia a Medicina e responsabile dell’unità di Terapia intensiva coronarica – i Dipartimenti saranno differenti da quelli attuali, il numero dei componenti non potrà essere inferiore a cinquanta. Anche il Consiglio di Amministrazione ha prerogative diverse, d’altra parte la componente differisce e comprende tre membri esterni (nel caso del Federico II, sono tutti professori di grande rilievo, caratterizzati da una statura scientifica elevata) che speriamo diano forza al nostro gruppo”. Anche per Trimarco la priorità è definire il numero dei Dipartimenti. “E’ un’esigenza di legge e un’occasione per migliorare il nostro Ateneo secondo quanto definito dallo Statuto”. Relativamente all’istituzione delle Scuole, “potranno essercene diverse. Sicuramente ce ne sarà una a Medicina, a cui afferiranno sei o sette Dipartimenti, e in cui sarà incardinato il Corso di Laurea”. L’intenzione del Rettore Marrelli è quella di “snellire l’organizzazione e dar vita ad una struttura più moderna che, a livello amministrativo, preveda un nucleo che si occupi di didattica e un altro di ricerca – continua Trimarco – Cercheremo di mettercela tutta per arrivare ad una trasformazione positiva, con la volontà di superare tutti i possibili attriti e le eventuali incomprensioni tipiche delle fasi di transizione”. Il prof. Fioretti, 53 anni, ordinario di Patologie aviarie a Medicina Veterinaria, oltre che componente della Commissione di Sanità pubblica Veterinaria della Regione Campania e Direttore del Centro Servizi Veterinari per la Sperimentazione Animale della Federico II, ribadisce l’importanza dell’attivazione dei Dipartimenti, “per poi passare al Senato. Le Scuole possono attendere”, afferma. Probabilmente, “ad Agraria, i Dipartimenti passeranno da sei a uno, mentre a Medicina Veterinaria da quattro a uno, con tutte le difficoltà di uno snellimento significativo”, al fine di mettere la Federico II sui binari dello Statuto. “Abbiamo conosciuto le colleghe esterne e presentato loro la situazione dell’Ateneo – continua Fioretti – Al momento stiamo tentando di analizzare le carte e fare le cose con grande attenzione”. Il docente non nasconde qualche difficoltà nell’avvio del processo di cambiamento. “Sembra facile ma non lo è, comunque la risposta dell’Ateneo è buona e la voglia di rinnovamento c’è”.
Secondo quanto definito dallo Statuto, sono stati anche nominati i componenti del Nucleo di Valutazione, organo tecnico interno all’Università di natura collegiale. Presieduto dal prof. Roberto Pettorino, Preside della Facoltà di Scienze, è composto da cinque membri non appartenenti ai ruoli dell’Ateneo, designati dal Rettore: l’architetto e autore di saggi Pio Baldi, accademico di S. Luca; il prof. Marco Li Calzi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; il prof. Antonino Pezzino, docente presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Catania; la dott.ssa Emanuela Stefani, direttore della Fondazione Crui per le Università italiane; il dott. Giancarlo Vecchi, ricercatore al Politecnico di Milano; Antonio Caiazzo della Facoltà di Ingegneria della Federico II.
Maddalena Esposito