Lo studio delle lingue è, naturalmente, centrale per tutti coloro che si iscrivono a L’Orientale. Giova quindi sapere che i relativi corsi, di durata annuale, inizieranno la prima settimana di ottobre e termineranno a maggio (a febbraio è previsto uno stop per la sessione degli esami). Con la nascita dei Dipartimenti, tutti gli studenti della stessa annualità frequenteranno lo stesso corso di lingua. Tuttavia, come di consueto, “per ovviare al problema del sovraffollamento delle aule, si ricorrerà alla suddivisione degli studenti in gruppi in base all’iniziale del cognome (A-L e M-Z)”, spiega la prof.ssa Barbara Haeussinger, docente di Lingua e Linguistica tedesca I. Per gli studenti che hanno studiato il tedesco già al liceo ci sarà una verifica iniziale, volta a constatare le loro effettive competenze linguistiche. “Il test d’ingresso – chiarisce la docente – ha un valore puramente informativo, senza ripercussioni ai fini della valutazione. Più specificamente, è un modo per meglio indirizzare gli studenti al gruppo di lettorato (quattro ore settimanali) più conforme alle loro esigenze di apprendimento”. Spesso – fa notare la docente – accade che anche chi ha maturato delle conoscenze pregresse non abbia poi una vera padronanza della lingue. “Ed è per questo motivo che queste suddivisioni non sono del tutto rigide. Laddove lo studente non trovasse il corso di lettorato adeguato alle proprie conoscenze, potrebbe cambiarlo, sempre però dopo aver consultato la docente”. Gli studenti che hanno già studiato tedesco al liceo, spesso al loro ingresso all’università non hanno ancora affinato un metodo di studio. “Per l’apprendimento di una lingua seconda c’è bisogno di un approccio sistematico. Così, sin dalle prime lezioni, spiego ai miei studenti come si costruisce uno schedario per il lessico, strumento indispensabile per il ripasso”. I corsisti hanno la prerogativa di essere seguiti costantemente e questo accade anche grazie alle prove intercorso “che facilitano la preparazione degli studenti evitando così che accumulino ritardi nella loro carriera”. Buone notizie per chi ha conseguito certificazioni per la lingua tedesca: “le modalità di riconoscimento si basano su parametri specifici che consentono, laddove possibile, di sostituire la prova scritta, e quella orale con il lettore”, annuncia la docente. L’invito a tutti i futuri germanisti è “frequentare assiduamente il lettorato, studiare costantemente giorno dopo giorno. La lingua necessita di tempo per essere immagazzinata. Non date nulla per scontato, in quanto può risultare più difficile colmare delle lacune per chi deve dedicarsi ad una lingua straniera già studiata a scuola, rispetto a chi da principiante assoluto è alle prime armi”.
A ribadire l’importanza di seguire i corsi con i lettori madrelingua è la prof.ssa Maria Centrella, docente di Lingua e linguistica francese. “La lingua deve essere praticata, e le ore di conversazione con i lettori sono un’ottima occasione per allenarsi. Inoltre, il nostro Ateneo dispone del Centro Self Access al CILA, struttura dedicata all’apprendimento autonomo delle lingue straniere. Per offrire ai nostri studenti la possibilità di un’assimilazione a trecentosessanta gradi, è, infatti, parte integrante del corso la frequenza di 30 ore annuali presso i laboratori linguistici”.
È importante che, sin da subito, gli studenti continuino a potenziare le loro conoscenze in ambito linguistico e comunicativo per sviluppare in maniera funzionale quanto appreso al primo anno e proiettarsi consapevolmente verso le competenze richieste nell’annualità successiva.
“La seconda annualità – dice la prof.ssa Liliana Landolfi, docente di Lingua e Linguistica Inglese nel Corso di Laurea in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe – funzionando da ponte tra il primo e il terzo anno, è decisiva per il percorso formativo. Le lingue, come si sa, sono strumenti vivi in continua trasformazione: hanno bisogno di essere osservate, analizzate e de/codificate nei loro aspetti lessicali, grammaticali, comunicativi e idiomatici nel contesto in cui si sviluppano e attraverso i canali che le utilizzano. Per raggiungere questi obiettivi, gli studenti hanno bisogno di potenziare la loro consapevolezza linguistica e di interagire con fonti diverse di informazione atte a promuovere interazioni e integrazioni fra utenti (docenti, collaboratori linguistici, compagni di classe, studenti stranieri, ecc.) e strumenti (lezioni frontali, in autonomia, ricerche telematiche, uso del web e dei networks, accesso a biblioteche multimediali, ecc.)”. Un docente di lingua straniera certamente offre spunti teorici e pratici, è di supporto e di riscontro durante l’intero processo acquisizionale, ma l’apprendimento funzionale “è una scoperta quotidiana (Discovery Process) che coinvolge ogni singolo apprendente (Learning by doing). In entrambi i processi, chi decide è il discendente: i risultati ottenuti ne rispecchiano le scelte!”.
Un ultimo consiglio per le aspiranti matricole che intendano triennalizzare lo studio della lingua inglese: “frequentare… frequentare… frequentare i corsi, le classi virtuali e i centri di auto-apprendimento per esporsi alla lingua inglese a tutto tondo e sperimentarsi/confrontarsi con chi condivide e persegue gli stessi obiettivi. Le lingue straniere non possono essere apprese facendo ricorso al solo manuale”, conclude la docente.
Rosaria Illiano
A ribadire l’importanza di seguire i corsi con i lettori madrelingua è la prof.ssa Maria Centrella, docente di Lingua e linguistica francese. “La lingua deve essere praticata, e le ore di conversazione con i lettori sono un’ottima occasione per allenarsi. Inoltre, il nostro Ateneo dispone del Centro Self Access al CILA, struttura dedicata all’apprendimento autonomo delle lingue straniere. Per offrire ai nostri studenti la possibilità di un’assimilazione a trecentosessanta gradi, è, infatti, parte integrante del corso la frequenza di 30 ore annuali presso i laboratori linguistici”.
È importante che, sin da subito, gli studenti continuino a potenziare le loro conoscenze in ambito linguistico e comunicativo per sviluppare in maniera funzionale quanto appreso al primo anno e proiettarsi consapevolmente verso le competenze richieste nell’annualità successiva.
“La seconda annualità – dice la prof.ssa Liliana Landolfi, docente di Lingua e Linguistica Inglese nel Corso di Laurea in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe – funzionando da ponte tra il primo e il terzo anno, è decisiva per il percorso formativo. Le lingue, come si sa, sono strumenti vivi in continua trasformazione: hanno bisogno di essere osservate, analizzate e de/codificate nei loro aspetti lessicali, grammaticali, comunicativi e idiomatici nel contesto in cui si sviluppano e attraverso i canali che le utilizzano. Per raggiungere questi obiettivi, gli studenti hanno bisogno di potenziare la loro consapevolezza linguistica e di interagire con fonti diverse di informazione atte a promuovere interazioni e integrazioni fra utenti (docenti, collaboratori linguistici, compagni di classe, studenti stranieri, ecc.) e strumenti (lezioni frontali, in autonomia, ricerche telematiche, uso del web e dei networks, accesso a biblioteche multimediali, ecc.)”. Un docente di lingua straniera certamente offre spunti teorici e pratici, è di supporto e di riscontro durante l’intero processo acquisizionale, ma l’apprendimento funzionale “è una scoperta quotidiana (Discovery Process) che coinvolge ogni singolo apprendente (Learning by doing). In entrambi i processi, chi decide è il discendente: i risultati ottenuti ne rispecchiano le scelte!”.
Un ultimo consiglio per le aspiranti matricole che intendano triennalizzare lo studio della lingua inglese: “frequentare… frequentare… frequentare i corsi, le classi virtuali e i centri di auto-apprendimento per esporsi alla lingua inglese a tutto tondo e sperimentarsi/confrontarsi con chi condivide e persegue gli stessi obiettivi. Le lingue straniere non possono essere apprese facendo ricorso al solo manuale”, conclude la docente.
Rosaria Illiano