Furti nelle aule, studenti derubati nelle pause dalle lezioni

“Un mese di anticipo è troppo”. Gli studenti del Corso quinquennale in Architettura si riferiscono ai tempi da rispettare per prenotare la prelaurea, la prova generale della tesi di laurea. Devono discuterla per capire insieme alla Commissione se e come raddrizzare il timone ed apportare correttivi in vista del traguardo. “È una peculiarità – raccontano nella sede di via Forno Vecchio alcune laureande il 12 novembre – che riguarda solo noi quinquennali. È previsto che, prima della seduta di laurea, si debba sostenere un colloquio informale con la Commissione, nell’ambito del quale si possa esporre il lavoro realizzato”. Il problema, però, sostiene Daniela Piccioni, che è in vista del traguardo dopo cinque anni da fuoricorso, “è che il regolamento impone di prenotare la pretesi almeno un mese prima dell’appello nel quale la discuteremo. Oggi, per esempio, scade il termine per chi, come me, andrà a dicembre. Se si considera che la prelaurea non è un appuntamento formale, ma dovrebbe essere una occasione per aiutare i laureandi a lavorare meglio, sarebbe utile che il Dipartimento modificasse il regolamento che impone di prenotarsi al più tardi un mese prima. Si aggiunge stress a stress e non è il caso. Tra l’altro, se uno studente non riesce a rispettare il termine e salta la prelaurea, finisce con lo slittare pure la vera e propria discussione della laurea. Un problema serio, perché ad Architettura, a differenza che in altri Dipartimenti della Federico II, non sono previste sedute di laurea in tutti i mesi”. 
Se la questione delle prelauree riguarda solo chi sta per concludere il suo percorso, il tema dei furti che si verificano con inaccettabile frequenza nelle aule del Dipartimento coinvolge, invece, tutti gli studenti, dalle matricole ai laureandi. “Purtroppo – racconta Loredana Capozzi – è una storia che si ripete da anni. A me è capitato con la borsa un anno fa ed ho avuto notizia di colleghi che ci hanno rimesso il computer, gli occhiali da sole e quant’altro”. Il ladro o i ladri, se sono più di uno, agiscono per lo più a metà delle lezioni, quando le ragazze ed i ragazzi si allontanano a chiacchierare nei corridoi o a rifiatare per una pausa di una decina di minuti. “Succede – dice Loredana – di lasciare sul banco o sulla sedia la borsa, il computer e talvolta il cellulare. Accade un po’ per distrazione e stanchezza, un po’ perché non ci si aspetta di essere derubati in un’aula nella quale ci si conosce tutti. Io non avevo pensato che potesse entrare qualcuno dall’esterno ed al ritorno in aula ho avuto un’amara sorpresa”. Nella sede di via Forno Vecchio accede chiunque, come è normale che sia in un Ateneo perché le lezioni sono aperte a tutti, ma questo facilita il compito dei ladri. Si aggirano per i corridoi e, non appena vedono ragazzi all’esterno delle aule in pausa e capiscono che è in corso una lezione, s’intrufolano. Il tempo di afferrare qualcosa e sono giù spariti senza che nessuno possa individuarli o bloccarli.
La questione, del resto, non tocca solo gli studenti. Un paio di anni fa il prof. Mario Losasso, Direttore del Dipartimento, decise che sarebbero rimaste chiuse le aule tra una lezione e l’altra proprio per evitare il ripetersi di furti di proiettori e di attrezzature.
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