Furto di computer ed altre attrezzature informatiche, interviene la Regione

42 computer rubati a Sociologia. La Regione interviene: provvederà a finanziare l’acquisto delle attrezzature informatiche trafugate. La conferma dall’Assessore all’Università e Ricerca Scientifica, Teresa Armato.
Il furto è stato compiuto nella notte tra il 24 e il 25 ottobre. I primi ad accorgersene e ad avvisare la polizia sono stati gli addetti della ditta di pulizie che, come ogni mattina, si recano nella sede della Facoltà – in Vico Monte di Pietà- intorno alle 5:45. Sembra che i ladri abbiano usato un’entrata secondaria (quella di vico Figurati, dove ci sono i vani per la caldaia, il riscaldamento e il quadro generale) per poi accedere direttamente al terzo piano, nelle stanze dei docenti, e sottrarre quarantadue computer, un monitor e una stazione di video-montaggio del prof. Alberto Baldi, docente di Antropologia culturale. Il monitor al plasma presente al pian terreno, per fortuna, non è stato toccato, come anche l’aula di informatica, dove ci sono circa quindici postazioni internet con stampanti, la postazione radio dell’Ateneo Federico II e neanche il laboratorio audio-visuale. La dinamica del furto non è ancora chiara, certo è che i ladri si sono concentrati esclusivamente al terzo piano. Nessuno si è accorto di nulla, visto che di notte – e anche durante i week-end, quando la facoltà è chiusa – non c’è sorveglianza. “E’ da tanto che chiediamo almeno una guardia giurata di notte, anche una persona non armata che sorvegli – ci dice Armando Iacuitti, vigilante in servizio di giorno presso la sede della Facoltà – e invece niente…è un’indecenza! Logicamente in Facoltà l’ingresso è libero, può entrare chiunque, guardarsi in giro, studiare la situazione…”. E c’è anche qualcuno che parla di “facce sospette”, che si aggiravano qualche giorno prima, “volti sconosciuti, per i quali non c’è stato il tempo di scoprire l’identità”.
 “Quello che più ci dispiace – dice la prof.ssa Enrica Amaturo, Preside della Facoltà – è che quando un furto colpisce istituzioni formative è un danno per le giovani generazioni. Ad ogni modo, abbiamo fatto di tutto per non rimandare le sedute di laurea (programmate proprio nei giorni 25 e 26) e, per dare spazio agli accertamenti della polizia, le abbiamo spostate all’Astra”. Più danneggiati i docenti di Antropologia culturale. “Investiamo in ricerche – dice il prof. Alberto Baldi – che prevedono  attrezzature che vanno al di là di semplici personal computer e monitor, avevamo un intero laboratorio di montaggio video-digitale. Fortunatamente, a cadenza settimanale, salviamo il materiale delle ricerche su supporti esterni e dunque non è andato perso il lavoro di anni. Certo è che abbiamo urgente bisogno di nuove attrezzature per riprendere le attività, per ora siamo fermi nella maniera più assoluta”. Fermi dunque anche i lavori utili all’apertura del museo-teatro popolare di figure, in pieno centro storico, presso il chiostro di S. Maria La Nova. “Stavamo realizzando, nel nostro laboratorio, tutta la parte informatica del museo, che dovrebbe racchiudere la tradizione campana e meridionale. Adesso, non so con quali fondi potremo riprendere le attività…”. 
Intanto gli studenti, sensibili a questa vicenda che li ha colpiti direttamente, si sono rivolti ad istituzioni ed aziende informatiche perché aiutino la Facoltà a riprendere le attività al più presto possibile. Un furto che, dicono i ragazzi, “ha colpito non solo il mondo accademico, ma anche e soprattutto un’istituzione che da sempre fa sentire la sua voce contro la camorra…”. Appello che indica solidarietà e attaccamento alle istituzioni da parte dei giovani studenti di cui spesso, come dice il prof. Gianfranco Pecchinenda, Direttore del Dipartimento di Sociologia, “si parla negativamente”. E  sembra che l’appello sia stato già raccolto dalla Regione. “L’Assessore Teresa Armato – aggiunge Pecchinenda – ci ha promesso che, a breve, sarà finanziato l’acquisto di attrezzature informatiche con fondi regionali”. Riguardo all’assenza della sorveglianza notturna: “stiamo discutendo su un sistema di antifurti; per adesso, di notte, non c’è nessun tipo di sorveglianza”.
Maddalena Esposito
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