Gino Paoli a Sociologia

Seconda tappa degli incontri sul tema “Arte dello sviluppo. Lo sviluppo dell’arte. Problemi e prospettive del rinnovametno culturale. A Napoli e nel Mezzogiorno”, nell’ambito del seminario “Censura e autocensura”, organizzati dai professori Luigi Caramiello e Gianfranco Pecchinenda di Sociologia. Seminari che vogliono essere “riunioni in totale libertà che servono agli studenti per scrollarsi di dosso l’imbalsamazione che da loro l’Università – secondo il prof. Massimo Marrelli, Presidente del Polo delle Scienze Umane e sociali dell’Ateneo Federico II – in quanto la specializzazione fa sparire la creatività”. Per due giovedì, il cinema Astra ha accolto ospiti conosciuti a livello nazionale (come il produttore Willy David e Red Ronnie) che hanno discusso insieme ai ragazzi di arte e creatività come fattori di sviluppo. Ultimo, in ordine di tempo, e attesissimo – aveva già dato forfait due volte – è stato Gino Paoli, accolto da una platea in numero ridimensionato, forse a causa della sessione d’esami concomitante. Gino Paoli, introdotto da Marrelli come “esempio di creatività…quella creatività che crea valore culturale”, manifesta subito la sua indole realista e parla di “difetti dell’operazione culturale”. “Su dieci persone che vengono a farmi ascoltare i loro pezzi, – dice il cantautore – nove mi chiedono come si fa ad avere successo. Di certo non mi chiedono in che modo si fa cultura. Personalmente, agli inizi della mia carriera, non pensavo al successo  piuttosto alla mia passione”. E aggiunge poi qualche commento sull’attuale modo di fare musica: “oggi, la produzione musicale si riduce alla tecnica, niente cuore. Una tecnica che spappola il talento naturale e l’istintività”. Tra i presenti: il produttore Willy David, il musicista Jenna Romano dei ‘Letti Sfatti’, il giornalista de “Il Corriere del Mezzogiorno” Biagio Coscia, lo scrittore Alan Frankiel. E tra il pubblico, il chitarrista Antonio Onorato, l’attore cabarettista Lino D’Angiò. Con l’intervento del membro dei ‘Letti Sfatti’, che, dopo i vari anni di gavetta si definisce “ancora emergente”, torna alla ribalta la sua già discussa lettera a Repubblica, sulla situazione della musica a Napoli. “Oggi, c’è un’estrema difficoltà a creare un prodotto napoletano di risonanza nazionale. Purtroppo, si tende solo a promuovere operazioni di facciata come la Notte Bianca o i grossi concerti di Capodanno, ma mai eventi i cui protagonisti siano musicisti emergenti, i quali hanno estremo bisogno di esibirsi dal vivo…”. 
Qualche opinione raccolta tra gli studenti di Sociologia. “E’ un seminario interessante – dicono Mariangela e Serena, rispettivamente studentesse al secondo e al terzo anno – non seguiamo la musica di Paoli ma rimane un cantautore che ha fatto storia”. 
Più che fan di Paoli, ci imbattiamo in fan di Caramiello. “Prima di tutto, io sono qui, per il professore – esordisce Gianmarco, iscritto al terzo anno e con lui anche Maria, al secondo anno – crediamo comunque che questa sia un’occasione per ascoltare opinioni da parte di chi non è all’interno dell’ambiente universitario”. Quasi tutti d’accordo sul grado medio-alto di interesse dei temi trattati. “Non ho alcuna necessità di guadagnare crediti – dice Dario Caiazzo – seguo il seminario perché mi piace”.
Maddalena Esposito
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