Giurisprudenza: finalmente chiarezza sul passaggio al nuovo ordinamento

A Giurisprudenza, il passaggio interno al nuovo ordinamento procura dubbi e ansie agli studenti, i quali cercano, a quanto riferiscono spesso inutilmente, di reperire informazioni utili dal sito web o recandosi in Segreteria. Premesso che ogni studente ha una specifica situazione, una carriera ed un percorso di studi individuale, il Preside prof. Federico Alvino, sostenitore del nuovo ordinamento – “articolato in maniera efficiente”, dice – illustra i criteri per il trasferimento. “I ragazzi stanno vivendo questo passaggio interno come una novità – spiega Alvino – Non è così: il nuovo ordinamento è già entrato in vigore l’anno scorso ma, a causa di scelte organizzative, non abbiamo consentito il passaggio. Di conseguenza, solo gli iscritti al primo anno di Napoli e di Nola erano al nuovo ordinamento, con ventinove esami. La novità di quest’anno è che, essendo passati tutti e cinque gli anni a Napoli, con una platea di iscritti appartenente a cinque o sei ordinamenti differenti (in dieci anni sono cambiati cinque ordinamenti di studi), abbiamo deciso di uniformare il punto di partenza, anche sotto esplicita richiesta degli studenti stessi. Ciò ha richiesto un lavoro certosino sia dal punto di vista tecnico che sotto il profilo della valutazione dei programmi, e, a causa delle molteplici situazioni che ci troviamo ad analizzare, mi rendo anche conto che il passaggio non sarà indolore”. 
I crediti in 
eccesso non 
andranno persi
Dopo una prima delibera, risalente al mese di luglio, a settembre è stata formalizzata la procedura con lo sforzo di rendere automatico il passaggio. “A fine settembre, erano pervenute in Segreteria, circa trecento istanze di trasferimento. Le abbiamo studiate e analizzato i casi che si presentavano con maggiore frequenza in modo da standardizzare il tipo di risposta”. Sul sito web della Facoltà (www.giurisprudenza.uniparthenope.it), è pubblicata anche una tabella di conversione che dovrebbe aiutare i ragazzi a comprendere la propria situazione, a fare il conteggio di debiti e crediti formativi accumulati e decidere o meno per il trasferimento. “Rispetto al nuovo piano di studi, – continua Alvino – per determinati insegnamenti, gli studenti possono avere crediti in eccesso. Questi non vanno assolutamente persi, piuttosto attributi a materie appartenenti allo stesso settore disciplinare. Per esempio, se lo studente ha già sostenuto l’esame di Diritto privato da dodici crediti, nel passaggio si ritroverà con tre crediti in più (attualmente l’esame è da nove). Quei tre crediti avanzati possono essere attribuiti all’esame di Diritto civile, appartenente alla stessa area. Non dimentichiamo che quest’ultima prova è da nove crediti, quindi ne restano sei per acquisire i quali sarà necessario sostenere l’esame di Diritto civile sulla parte di programma definita dai docenti. Questi ultimi avranno diversi programmi, a seconda dei casi”. Qualora i crediti formativi non potessero essere collocati in nessuno dei settori disciplinari, “si potrà presentare un’istanza per il riconoscimento di massimo dodici crediti per gli insegnamenti opzionali”. “Il nostro sforzo – continua il Preside – è quello di non buttare via niente, perché si tratta di competenze acquisite che vanno salvaguardate”, ma, nel caso in cui i crediti in surplus non potessero essere riconosciuti neanche per gli opzionali, “solo allora andranno persi”. 
Colloqui
integrativi per 
tre debiti formativi
C’è il caso opposto, poi, dei crediti in debito. “Abbiamo analizzato i programmi e i curricula e ritenuto che i debiti formativi fino a tre crediti, per ogni singola materia, potranno essere colmati mediante un colloquio integrativo, un momento di verifica sulle conoscenze già acquisite a cui vanno aggiunti degli elementi di approfondimento, resi noti dai docenti”. Le prime sessioni di colloqui sono state già fissate per l’11 e il 18 novembre. “Si tratta di semplici valutazioni: nel caso di idoneità, verrà confermato il voto dell’esame, nell’ipotesi di non idoneità lo studente sarà invitato a ripresentarsi al colloquio. Comunque, voglio dire ai ragazzi di essere sereni: la verifica è basata su elementi già studiati e l’approfondimento è coerente col carico di tre crediti”. Se, però, il debito formativo supera i tre crediti, “sarà necessario sostenere un esame vero e proprio. Di certo non possiamo abbonare crediti, in qualunque circostanza”. Per quest’anno, restano sospese le propedeuticità degli esami almeno fino al momento della conclusione dell’intera procedura. “Ci sono 1500 pratiche da valutare, che devono, poi, passare in Segreteria al fine di aggiornare il profilo informatico e le carriere degli studenti. Ci vorranno dai tre ai sei mesi per questa operazione. E’ per evitare qualsiasi disagio – per esempio, non si potrebbe capire uno studente a quale anno è iscritto – che, in questa fase transitoria, sono state annullate le propedeuticità. Per lo stesso motivo, non sarà possibile utilizzare la procedura informatica per le prenotazioni, che saranno fatte manualmente o con l’ausilio di un sistema informatico che non passa per la Segreteria, ma che sarà gestito dal Dipartimento giuridico. I docenti e il personale tecnico amministrativo stanno lavorando alacremente per accelerare i tempi”. 
Meno verifiche:
il vantaggio
Coloro che decidono di non effettuare il trasferimento (c’è tempo fino al 30 dicembre), “seguiranno corsi tarati sulla base del nuovo ordinamento, ma faranno riferimento ad un programma diverso, concordato col docente, al fine di acquisire i crediti stabiliti dal proprio piano di studi”. Il numero degli esami diminuisce, da 39 a 29, ma il carico didattico resta identico. “Il vero vantaggio sta nella diminuzione delle verifiche: i ragazzi si presentano dieci volte in meno a sostenere gli esami e hanno la possibilità di concentrarsi maggiormente nello studio – conclude il Preside – Abbiamo un piano innovativo che mira alla formazione del giurista d’impresa, unico in Campania, e molto spendibile nel mondo del lavoro”.
Diverse le opinioni dei ragazzi. “Sto aspettando maggiori delucidazioni da parte della Segreteria. Solo dopo deciderò se optare per il passaggio o meno – afferma Fabrizio Cuciniello, laureando al quinto anno – Per ora, c’è troppa confusione, e in tanti non hanno capito come calcolare i crediti”. Di parere opposto il Consigliere d’Ateneo Paolo Iardino, convinto di un’effettiva diminuzione dei programmi di studio. “Fino allo scorso anno, – dice – avevamo programmi esagerati, molto specifici. Il nuovo ordinamento richiede una preparazione più generica, equivalente a quella di altri Atenei”.
Maddalena Esposito
- Advertisement -




Articoli Correlati