Gli studenti: “qui ti senti a casa”

“Il numero chiuso aiuta a farci sentire come in una classe allargata – afferma Simone a cui manca un esame alla laurea in Scienze della Comunicazione – Eravamo 300 all’inizio e siamo 300 alla fine. Chi inizia questo Corso lo porta a termine”. Lo studente ha deciso di proseguire gli studi a Milano o a Roma perché, dice: “Lì ci sono più opportunità per lavorare nel campo del marketing pubblicitario”. Biagio, iscritto allo stesso Corso, dice: “Studiamo materie piacevoli, cose attuali, interessanti per un giovane. Unico neo: disponiamo di pochi appelli. Non aiuta a laurearsi in tempo”. E’ possibile dare gli esami 6 volte l’anno: a gennaio, febbraio, giugno, luglio, settembre ed ottobre: “Spesso le date si accavallano o comunque sono molto ravvicinate. E l’appello di settembre è come se non ci fosse perché di solito lo fissano nei primi giorni del mese”. 
Giorgia, Dario e Nadia sono studenti al III anno di Giurisprudenza. Giorgia ha seguito due anni alla Federico II e poi si è trasferita al Suor Orsola: “Sono la testimonianza vivente che questo Ateneo funziona bene. Qui trovi le informazioni che ti servono nel momento in cui ti servono, i docenti arrivano puntuali a lezione e gli esami si tengono nel giorno stabilito. Tutta un’altra cosa rispetto alla Federico II”. Dario illustra un’altra differenza tra i Corsi dei due Atenei: “Nei programmi non ci sono parti monografiche ma dispense distribuite gratuitamente durante il corso. E poi ci portano in visita all’Ospedale Psichiatrico Giurisdizionale, al tribunale: cercano di farci entrare nella pratica delle materie che studiamo”. “Si tengono tantissimi seminari con relatori molto importanti”, afferma Nadia, raccontando che Diritto Penale e Diritto del Lavoro sono gli esami che le hanno sottratto più tempo: “Anche Diritto Privato ma era al I anno ed io ero una sprovveduta”. “Quando entri qui per la prima volta ti senti accolto, ti senti a casa – aggiunge Giorgia – Il tutorato e il servizio di job placement funzionano”.
Gli studenti raccontano che la biblioteca di S. Caterina è funzionale anche se solo i tesisti possono prendere i testi in prestito. “In segreteria sono competenti e disponibili – afferma Carla, studentessa del IV anno di Formazione Primaria – Mi trovo bene ma, forse, pensando alle prospettive lavorative non mi reiscriverei”. Gli esami più impegnativi per lei sono stati Storia Contemporanea e Letteratura Italiana. Raffaella e Maria sono compagne di Corso di Carla. La prima racconta: “L’impatto iniziale è stato soft. Tutte le attività sono concentrate nella sede principale. Il complesso è grande ma noi frequentiamo sempre gli stessi posti. Solo un paio di mesi fa ho scoperto che c’è una sala riviste all’VIII piano con un panorama mozzafiato”. E Maria aggiunge: “La pecca sono le tasse molto alte. Ci sono delle borse di studio ma solo per chi ha un reddito bassissimo”. 
A Silvia piace ciò che studia, anche se dice: “Alcuni esami sono molto pesanti, per esempio Letteratura Greca e Latina”. La ragazza è iscritta al III anno di Conservazione, indirizzo archeologico. “Il Suor Orsola è l’Ateneo campano organizzato meglio – sostiene – Prenotiamo gli esami on line quando altrove ancora utilizzano i foglietti”. “E’ luogo comune che chi si iscrive qui sia facoltoso – dissente Floriana, iscritta al II anno della Specialistica in Storia dell’Arte – Da noi, invece, l’ambiente è più ‘free’ perché per studiare queste materie possiamo iscriverci soltanto al Suor Orsola”. Ricorda di essersi iscritta al Suor Orsola “per la presenza di professori di fama come Ferdinando Bologna, Maria Calì e Stefano Causa”. “Qui ci sono esami tecnici di restauro, conservazione, architettura. Ci formano sia come tecnici, sia come storici dell’arte. Ma gli sbocchi lasciano a desiderare”, ribatte Bruna. Enza ha frequentato la Triennale in Conservazione a Napoli ed ora segue il I anno della Magistrale a Bologna: “Rispetto agli altri studenti mi sono sentita molto preparata, ho scoperto di avere buone basi”. E Marianna ci tiene a precisare: “Anche se paghiamo qualcosa in più, studiare qui non è affatto semplice. Gli altri pensano che da noi ci si trastulli, invece i professori sono esigenti. Siamo agevolati solo dal non essere in tanti”. 
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