Gli studenti di Ebraico ospiti della Sinagoga

Sono stati accolti nel Tempio, gli studenti del corso di Ebraico biblico e medievale de L’Orientale. Li ha condotti, martedì 24 novembre, il prof. Giancarlo Lacerenza. Il gruppo ha visitato i locali della comunità ebraica napoletana (in Vico S. Maria a Cappella Vecchia, 31). “Questa era un’ex chiesa Luterana – spiega il ministro di culto Rav. Pierpaolo Punturello – poi presa in affitto nel 1846 dalla comunità che già aveva una sala adibita alle funzioni religiose a Villa Pignatelli, alloggio della famiglia Rothschild. Successivamente, nel 1901, Charlotte, la figlia del barone, comprò i locali e li vendette alla comunità prima di partire da Napoli”. Ed è così che gli studenti si sono trovati straniti di fronte alla semplicità dell’arredamento della Sinagoga. La prima cosa a saltare all’occhio è stata la completa assenza di immagini sacre. Poi, una serie di domande sull’Aron, la parte più sacra del Tempio (un armadio contenente i rotoli delle Bibbia) e sulla scritta sul muro in ebraico antico “Sappi davanti a chi sei”. Felice si è mostrato il Rabbino nello spiegare la differenza tra le tre grandi correnti dell’Ebraismo, lo svolgimento del rito della messa ebraica e si è mostrato disponibile nel rispondere alle domande che le sue spiegazioni suscitavano. Qualcuno ha chiesto anche “Come si fa a diventare Rabbini?”. “Io ho una laurea civile e una laurea rabbinica, che è un po’ più lunga – spiega Pierpaolo Punturello – In ogni caso, quando si sceglie questa strada, non si parla di vocazione, ma di una particolare predisposizione verso gli altri. Chiunque potrebbe farlo!”. Sorride ed ironizza mentre spiega “nella religione ebraica non c’è una casta sacerdotale. Ognuno è sacerdote di se stesso. Ad esempio, la mia presenza ai matrimoni non è indispensabile. Ci vado solo perché mi pagano!”. 
Gli studenti sono soddisfatti. “Sono interessanti iniziative come questa – dice Katia Cinque, studentessa di Archeologia – è un modo per conoscere in maniera più semplice la comunità ebraica presente a Napoli”. Parlano anche di quanto sia difficile avvicinarsi allo studio di una lingua così diversa dalla nostra. “E’ stato un approccio brusco – spiega Angela Pacifico – Ho scelto lo studio dell’Ebraico per una questione mistica. Mi interessano le lingue semitiche. Infatti studio anche arabo e sono andata a visitare anche una Moschea”. Diversa è stata la scelta per Marilena Polosa che dice: “ho inserito quest’esame nel piano di studio come esame a scelta riguardante l’area di Israele. È difficile perché è una lingua molto diversa, ma il professore ci aiuta. Io lo consiglierei”. Infatti le conosce bene queste difficoltà il prof. Lacerenza. A chi sceglie questo tipo di studi consiglia: “si deve puntare sull’accento. È questa la chiave per apprendere le lingue orientali”. E continua: “sono importanti momenti come questo per aiutare i ragazzi a calarsi nella realtà della lingua che studiano. Io li organizzo ogni anno”. Il professore è promotore, insieme ad altri docenti dell’Ateneo, del Centro Studi Ebraici, istituto che organizza occasioni di approfondimento, confronto e discussione su tutti i rami della storia e della cultura ebraica attraverso l’organizzazione di seminari, conferenze, cicli di lezioni e altri eventi culturali.
Marilena Passaretti
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