“Mancano le strutture”
Sono le strutture, o per meglio dire la carenza di strutture, il punto di debolezza della Facoltà. A sostenerlo, gli studenti. “Ci vorrebbe un numero maggiore di aule per la didattica, anche se nell’ultimo periodo ci sono state delle migliorie in tal senso: sono aumentate le aule, è stato implementato il servizio audio-video, ma non è ancora decollato il piano della teledidattica”, osserva Angela De Lisio, rappresentante nel Consiglio di Facoltà di Medicina ed iscritta al quinto anno dell’omonimo CdL (Corso di Laurea) di Napoli.
Un portale con la registrazione delle lezioni del primo anno ed un sistema di video-chirurgia didattica per la proiezione degli interventi chirurgici agli studenti in aula è ciò che la Facoltà ha assemblato come, per l’appunto, “progetto di teledidattica”. Un disegno che, purtroppo, giace ancora nel cassetto. “Ci hanno assicurato che decollerà il prossimo anno accademico. La speranza è che vengano rispettati i termini, perché la novità può rappresentare un serio passo avanti per la nostra Facoltà”, riferisce la studentessa.
Un portale con la registrazione delle lezioni del primo anno ed un sistema di video-chirurgia didattica per la proiezione degli interventi chirurgici agli studenti in aula è ciò che la Facoltà ha assemblato come, per l’appunto, “progetto di teledidattica”. Un disegno che, purtroppo, giace ancora nel cassetto. “Ci hanno assicurato che decollerà il prossimo anno accademico. La speranza è che vengano rispettati i termini, perché la novità può rappresentare un serio passo avanti per la nostra Facoltà”, riferisce la studentessa.
Buona la qualità della docenza
Difficoltà a parte, Angela elogia la qualità della docenza: “il Vecchio Policlinico vanta una lunga tradizione di ricerca, che è ciò che ci differenzia dalla Facoltà di Medicina della Federico II. Possiamo contare su numerosi ed efficienti laboratori, che forse dovrebbero essere messi a disposizione degli studenti sin dai primi anni di università”. A questo si aggiunge l’ubicazione della sede, “in un centro storico che sta crescendo dal punto di vista culturale”.
Un Corso dai piccoli numeri che facilita il rapporto con i docenti, la forza del CdL in Medicina di Caserta, secondo Valentina Galdo, studentessa fuorisede e presidente del Consiglio degli Studenti della Sun. “Proprio perché siamo in pochi – afferma – possiamo seguire un numero maggiori di pazienti in reparto, dividendoci tra le sedi di Napoli e Caserta, quest’ultima senza un suo policlinico ma con un ospedale civile pieno di degenti”. Aule didattiche funzionali, ottimi docenti, un presidente di CdL – il prof. Evangelista Sagnelli – molto disponibile con gli studenti, gli altri punti di eccellenza di Caserta.
Un Corso dai piccoli numeri che facilita il rapporto con i docenti, la forza del CdL in Medicina di Caserta, secondo Valentina Galdo, studentessa fuorisede e presidente del Consiglio degli Studenti della Sun. “Proprio perché siamo in pochi – afferma – possiamo seguire un numero maggiori di pazienti in reparto, dividendoci tra le sedi di Napoli e Caserta, quest’ultima senza un suo policlinico ma con un ospedale civile pieno di degenti”. Aule didattiche funzionali, ottimi docenti, un presidente di CdL – il prof. Evangelista Sagnelli – molto disponibile con gli studenti, gli altri punti di eccellenza di Caserta.
“L’ambiente medico è un
mondo di lupi”
mondo di lupi”
Tuttavia, studiare Medicina in Terra di lavoro comporta una serie di disagi: “non sono attive le aule multimediali, nonostante siano già dotate di computer collegati in rete; non abbiamo una mensa né ci sono distributori automatici in sede; non c’è parcheggio”. “A ciò si aggiunge – prosegue Valentina – il fatto che Caserta non è ancora diventata una cittadina universitaria: non sono erogati servizi a basso costo per gli studenti (cinema, teatro, palestra, trasporti), con i prezzi degli appartamenti che, negli ultimi tempi, stanno lievitando. Si rischia, adesso, di pagare anche 200 euro per un posto letto”.
Anatomia, Patologia, Farmacologia, gli esami più duri, a detta di entrambe le studentesse, col terzo anno che richiede – per via della concentrazione di esami – un impegno maggiore. In ogni caso, sia a Napoli che a Caserta i corsi sono strutturati con la frequenza obbligatoria, il che facilita il lavoro degli iscritti. “Non si nota il passaggio dalla scuola all’università – commenta Valentina – perché si sta tutto il giorno in classe insieme, con la possibilità di interagire di continuo col corpo docente”.
Per diventare medico occorre passione, ma anche tenacia ed una sana dose di aggressività. “L’ambiente medico è un mondo di lupi – spiega Valentina – dove bisogna lottare per sopravvivere, tra blocchi (da un anno all’altro di corso, ndr) da superare, raccomandati che ti passano avanti e capriole per entrare nelle Specializzazioni”. “Pretendete di stare in reparto – suggerisce Angela alle prossime matricole – La vera conquista di uno studente di Medicina, infatti, è il rapporto col paziente. A che serve tanta teoria e l’ultra-specializzazione quando poi non ci si sa confrontare col malato?”. Già, ma quanta possibilità di lavoro c’è ancora per i medici? “Se si accantonano le attività tradizionali – libera professione ed impiego in ospedale – questa laurea offre molto dal punto di vista occupazionale. Bisogna quindi avere una mentalità aperta e trarre spunto dagli americani, pronti ad inventarsi figure professionali sempre nuove”, l’opinione di Angela.
Anatomia, Patologia, Farmacologia, gli esami più duri, a detta di entrambe le studentesse, col terzo anno che richiede – per via della concentrazione di esami – un impegno maggiore. In ogni caso, sia a Napoli che a Caserta i corsi sono strutturati con la frequenza obbligatoria, il che facilita il lavoro degli iscritti. “Non si nota il passaggio dalla scuola all’università – commenta Valentina – perché si sta tutto il giorno in classe insieme, con la possibilità di interagire di continuo col corpo docente”.
Per diventare medico occorre passione, ma anche tenacia ed una sana dose di aggressività. “L’ambiente medico è un mondo di lupi – spiega Valentina – dove bisogna lottare per sopravvivere, tra blocchi (da un anno all’altro di corso, ndr) da superare, raccomandati che ti passano avanti e capriole per entrare nelle Specializzazioni”. “Pretendete di stare in reparto – suggerisce Angela alle prossime matricole – La vera conquista di uno studente di Medicina, infatti, è il rapporto col paziente. A che serve tanta teoria e l’ultra-specializzazione quando poi non ci si sa confrontare col malato?”. Già, ma quanta possibilità di lavoro c’è ancora per i medici? “Se si accantonano le attività tradizionali – libera professione ed impiego in ospedale – questa laurea offre molto dal punto di vista occupazionale. Bisogna quindi avere una mentalità aperta e trarre spunto dagli americani, pronti ad inventarsi figure professionali sempre nuove”, l’opinione di Angela.