Il primo impatto è disorientante. Non ci sono più i compagni di scuola, i docenti non ti conoscono, la lezione è standard e bisogna, autonomamente, saper cercare stimoli e approcci. La fatica più grande è legata all’apprendimento del metodo scientifico. Una volta acquisito, tutte le difficoltà si superano. Sono i consigli alle matricole dei colleghi più grandi. “Per stare al passo bisogna, dal primo giorno, seguire sempre le lezioni e studiare, se possibile, in compagnia, senza arretrarsi niente. All’inizio io non l’ho fatto. Risultato? Ci si ritrova un mare di cose che non si sa gestire. Invece è importante arrivare alla fine del corso con tutti i concetti chiari”, dice Maria Ciotola, studentessa alla Triennale di Matematica. “La propria disorganizzazione comporta, in genere, i ritardi maggiori – sottolinea la collega Lucia, secondo anno fuori corso al triennio – Stabilisci le sessioni in un certo modo e poi, se manchi un esame o vieni bocciata, slitta tutto il programma”. Come affrontare materie come Analisi Matematica e Fisica? “La difficoltà deriva dalla diversità di approccio richiesto da queste materie. Ci si deve arrendere all’idea che quello che si sta leggendo è vero anche se, in quel momento, non se ne capisce il motivo, prestandosi alla lettura con un elevato grado di concentrazione”, risponde ancora Lucia. Come matura, con consapevolezza, una passione scientifica? “È un’indole, ti deve piacere voler sapere il perché delle cose. Per esempio, come funziona il corpo umano. Molti di quelli che si iscrivono qui perché non sono riusciti ad accedere a Medicina, poi restano perché si innamorano di quello che studiano”, dice Andrea Conte, studente di Biologia Generale e Applicata. Fra le brutte sorprese dei primi tempi: la scoperta di una preparazione di base inadeguata. “Chi viene dal liceo classico o ha delle lacune di base, all’inizio ha molti problemi con la Matematica, anche perché tante cose, in aula, vengono date per scontate. Si deve resistere e studiare tutti i giorni”, raccontano Giada Benetti e Mariagrazia De Meo, studentesse di Biologia al terzo anno. Sono entrambe pendolari: “sentiamo la stanchezza degli spostamenti e delle lezioni del pomeriggio, in aule affollate. C’è poco da fare, dopo una certa ora si boccheggia. Non resta che avere pazienza e prendere tanto caffè”. La disinformazione è un altro degli ostacoli: “Al primo anno non sapevo della propedeuticità di molti esami e del blocco al terzo anno. Chiedere informazioni e consigli agli studenti che non sono più matricole può essere molto utile”, conclude Andrea.