Gli studenti napoletani battono la squadra di Oxford e conquistano il terzo posto

Un’occasione di incontro, scambio culturale e messa in pratica della disciplina del Diritto Romano, queste le opportunità offerte dall’International Roman Law Moot Court Competition, fornita agli studenti della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II. L’evento nasce nel 2008, organizzato dall’IMARET (Institute Mohammed Ali for the Research of the Eastern Tradition). Quest’anno è giunto alla quinta edizione, che si è svolta il 29 e il 30 marzo in Grecia, a Kavala, città natale del fondatore della Competition, Paschalis Paschalidis, e nel Foro Romano di Philippi. La competizione consiste in una simulazione processuale a squadre in lingua inglese sulla base del diritto romano giustinianeo. In gara, dopo un’attenta selezione, gli studenti del II anno più preparati in materia che hanno sostenuto l’esame con i professori Carla Masi Doria e Cosimo Cascione. I nomi dei quattro fortunati: Alessandro Mario Amoroso, Eduardo Fernandes, Maria Foti, Raffaella Sotunde. Con otto squadre in gara – appartenenti ad università di Italia, Gran Bretagna, Belgio, Austria, Grecia e Germania -, gli aspiranti giuristi federiciani si sono aggiudicati il terzo posto, battendo gli studenti di Oxford nella Small Final. L’unico handicap dei nostri studenti, l’inglese: “Riconosco che avevamo una preparazione in inglese giuridico più bassa rispetto a quella dei paesi sfidanti, nonostante ci fossimo preparati per più di un mese con la dott.ssa Rosaria Mazzola ed avessimo già delle conoscenze certificate, in base alle quali è stata fatta la selezione iniziale”, afferma Eduardo. “Non è facile esprimere concetti giuridici del Diritto Romano in una lingua che non ti appartiene, ma a mio avviso la nostra preparazione giuridica era superiore a quella degli sfidanti. Non tutti i paesi prestano grande attenzione a questa disciplina. Per noi è diverso, perché il diritto che oggi studiamo deriva direttamente da quello romano e la nostra è una delle poche Università che scinde l’insegnamento delle Istituzioni di Diritto Romano dalla Storia del Diritto Romano”, continua lo studente. Eduardo spiega anche il caso oggetto della competizione. Si trattava di azioni intentate da alcuni membri parte di una societas, nei confronti di un altro socio, per stigmatizzare il suo comportamento fraudolento e farsi restituire quanto ingiustamente sottratto. “In una società romana di otto membri, tre hanno difficoltà economiche, allora chiedono aiuto alla suddetta società che si rivolge a un banchiere per un prestito. Si scopre però che dietro questo prestito c’è Claudio, un membro della società, che mirava a mettere le mani sui beni in garanzia, sapendo che i soci non sarebbero stati in grado di ripagare il prestito”. Ogni squadra è composta da quattro studenti, due difendono l’attore, due il convenuto. “Io mi sono scontrato contro gli studenti di Atene, Liège e Trier, che ci ha sconfitto in semifinale, anche se lo scarto tra il loro punteggio e il nostro è stato davvero minimo”.
L’esperienza ha concesso agli studenti un grande arricchimento personale sotto vari profili. Ne parla Alessandro, protagonista della finale contro Oxford. “Innanzitutto abbiamo imparato a rispettare gli impegni presi. Infatti, nei due mesi precedenti la competizione, siamo stati seguiti assiduamente, in primis dai professori Masi Doria e Cascione, ma anche dal dott. Natale Rampazzo, alla guida del gruppo, e dalla dott.ssa Oriana Toro, per lo studio del caso”. I ragazzi sono partiti dallo studio in italiano, con possibili soluzioni, arringhe, obiezioni e repliche e poi hanno lavorato sullo speaking inglese, poiché la competizione è totalmente orale. “Abbiamo fatto alcune simulazioni nel Dipartimento di Diritto Romano, sia con i nostri professori, che con altri docenti che facevano da Corte Giudicante. Ci siamo visti subito dopo i corsi, ma anche di pomeriggio, appena avevamo un po’ di tempo libero”. Alessandro parla della grande emozione della vittoria contro l’Università di Oxford. “Un ruolo importante ha avuto la replica finale della parte attrice, che mi ha visto coinvolto in prima persona. Non era schematica, ma coglieva i punti salienti dell’arringa dei convenuti. La forza era la nostra preparazione, che ci ha permesso di vincere le difficoltà della lingua, a cui gli sfidanti erano avvezzi”.
Per i quattro studenti partecipanti si sono inoltre aperte numerose possibilità. “Durante la serata di gala le squadre erano smistate tra i vari tavoli, quindi ci siamo trovati davanti a personalità di spicco nell’ambito giuridico, come avvocati di fama internazionale e supervisori venuti per sondare il terreno. Avremo l’opportunità di seguire degli stage negli studi legali che hanno partecipato all’iniziativa”. I due studenti, pur avendo obiettivi molto diversi -Eduardo vuole diventare notaio, Alessandro è affascinato dal ramo del Diritto Pubblico – sono concordi nell’affermare: “è stata un’esperienza fantastica”. Spiegano il perché: “Abbiamo avuto la possibilità di stare a stretto contatto con i docenti, parlare della quotidianità con loro e non vederli come entità al di là della cattedra ci ha spinti al confronto”. Aggiungono, inoltre, che la moot competition è stata la possibilità di un approccio alternativo allo studio della materia. “Anziché basarci sui manuali italiani e stranieri di diritto romano, per la prima volta ci siamo confrontati con il Corpus Iuris Civilis per ricostruire la disciplina degli istituti coinvolti nel caso e selezionare le authorities che supportassero le nostre strategie difensive”.
Allegra Taglialatela
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