Passione, impegno, dedizione. Queste sono le parole che più frequentemente utilizzano gli studenti della Facoltà di Scienze per descrivere le caratteristiche necessarie per affrontare questi studi. “Credo la Fisica sia una chiamata, una specie di vocazione. Per come è messa la ricerca in Italia, non possono certamente esserci stimoli di tipo economico” (Andrea). “Se qualcuno vuole iscriversi a Biologia, deve farlo solo se ha una reale passione. Con questo mestiere non si mangia e si affrontano studi pesanti” (Laura). “Ti deve piacere quello che fai altrimenti non ha senso scegliere questi studi. Non puoi nemmeno sperare di poter avere, in futuro, delle gratificazioni economiche, quindi devono essere delle cose sulle quali ti piace ragionare. Sogno di fare ricerca, ma è quasi impossibile visti i tempi che corrono” (Sabrina – Matematica). “Mi piace comprendere il meccanismo intimo delle cose. Non mi basta solo sapere come funzionano, ma anche cosa c’è dentro e credo che la Chimica e la Fisica, siano alla base di tutto. Poi, in termini occupazionali una laurea scientifica è sempre preferibile” (Marina – Chimica Industriale). “Studio la Matematica perchè la amo, in tutte le sue forme” (Gaetano). “Ho scelto Fisica perchè non avrei potuto fare diversamente. Tra fare i soldi e inseguire una passione, ho scelto di correre un rischio. Se sarà necessario in futuro sono disposto ad occuparmi anche di altro, ma so che non avrò rimpianti” (Marco). “Mi sono iscritto a Scienze Naturali perché adoro vivere all’aria aperta, a contatto con la natura. Non voglio cambiare, anche se so che nel mio futuro ci sarà solo un lavoro precario come guida in un parco. Meglio questo che stare in un ufficio tutto il giorno” (Vincenzo). “Ho sempre immaginato la mia vita insieme ad un computer. Da piccolo me ne hanno regalato uno e mi sono subito appassionato. Era una cosa magica, funzionava e non sapevi perché. Capirne le varie applicazioni, mi ha sempre affascinato” (Luigi – Informatica). “Osservare un fossile e cercare di capire, da piccolissimi dettagli, come viveva e com’era l’ambiente intorno a questo animale, è come viaggiare” (Gennaro – Scienze Naturali). “Mi appassionano i laboratori sulla fecondazione assistita, è una cosa che mi porto dentro da quando ero bambina” (Veronica – Biologia). “Puoi costruire modelli che spiegano come funziona il cervello e creare connessioni con la meccanica quantistica e l’universo, è molto affascinante” (Mario – Fisica). “Amo molto la Chimica, mi colpisce l’idea di elaborare nuove cose” (Luigi).
Il tempo che scorre
può diventare
un’ossessione
può diventare
un’ossessione
Per riuscire bene in questi studi, però, la passione da sola non basta. Servono anche rigore, metodo ed organizzazione. Perciò ecco alcuni consigli utili per imparare a gestirsi all’università. “Gli appelli d’esame sono distribuiti male, ci sono poche date e più si va avanti, più diventa difficile organizzarsi” afferma Pietro Di Matteo, rappresentante degli studenti eletto nelle liste di Confederazione, iscritto a Scienze Biologiche. “Vivere l’università è fondamentale, specialmente all’inizio. Quando arrivi, non sai dove andare se hai un problema, o a chi rivolgerti se ti serve del materiale. Studiare in facoltà e chiedere agli studenti più grandi, ti aiuta ad imparare dove andare a cercare quello che ti serve. I servizi ci sono, se sai muoverti riesci anche ad usufruirne in maniera vantaggiosa” dice Claudia Monteforte, terzo anno di Biologia Generale e Applicata. “C’è qualche problema di organizzazione, ma si tratta sempre di cose che si possono risolvere. Il primo consiglio per le matricole è quello di recarsi subito al Centro Orientamento, aiuta a sentirti parte dell’università. A me hanno incoraggiato a far parte di un gruppo, questo aiuta a stringere dei contatti ed invoglia anche ad avere rapporti diretti con i professori, il modo migliore se ci si vuole laureare il prima possibile” afferma Irene Stanislao, rappresentante degli studenti eletta nella lista Biologi Domani-Sinistra Universitaria. “Chi si iscrive ad Informatica immagina che immediatamente potrà programmare un computer. Invece bisogna studiare molta matematica” avverte Alessandro Saracino, altro rappresentante degli studenti di Confederazione. “In un semestre sono previsti molti esami. I tempi sono sempre strettissimi e gli appelli pochi. Partire bene al primo anno è difficile. Perciò è indispensabile non perdere nessuna sessione, anche se non si sostengono tutti gli esami previsti. Se trascorre troppo tempo tra un esame e l’altro” dice Giuseppe Nigro, secondo anno di Informatica. “Si deve studiare ogni giorno, anche se manca ancora molto all’esame. Basta poco per restare indietro e in niente ci si ritrova che il corso è finito e c’è già il primo appello” consiglia Melania, secondo anno di Fisica. “Quando uno studente arriva all’università, rischia di sentirsi spaesato, non ha punti di riferimento e un vero rapporto collaborativo con i docenti si instaura solo con il tempo. Per questo credo che gli studenti più grandi debbano accompagnare quelli più giovani, per vivere davvero l’università insieme”, afferma Marco Natale rappresentante del gruppo Ateneo Studenti, iscritto a Matematica. “Il tempo può diventare un’ossessione. Se si resta un po’ indietro, può sopraggiungere l’ansia di recuperare e magari si finisce col perdere altro tempo. In questi casi, bisogna chiedere aiuto ai professori. Sono quasi sempre, in studio o in laboratorio e, in genere, sono molto disponibili” conclude Rossella, laureanda in Fisica.
Simona Pasquale
Simona Pasquale