I CORSI DI LAUREA

Prof. Pasquale Lombardi, Presidente del Corso in Scienze e Tecnologie Agrarie
Chi è lo studente di Scienze e Tecnologie agrarie? “Uno studente che ha una predisposizione agli studi scientifici, perché Agraria non è certo una Facoltà umanistica. Sono avvantaggiati gli allievi che provengono dal liceo scientifico. Coloro che non hanno buone basi di Matematica e di Fisica partono con un handicap, anche se noi predisponiamo dei precorsi per aiutarli. Poi c’è l’aspetto vocazionale. I ragazzi le cui famiglie possiedono delle aziende agricole la vocazione ce l’hanno un po’ nel sangue, ma va detto che la popolazione studentesca di Agraria è totalmente cambiata, oggi il laureato in Agraria non è più soltanto il figlio dell’imprenditore agricolo”.
Quanti studenti conta il Corso? “Un’ottantina. I numeri piccoli ci permettono di seguire tutti in modo molto diretto e di portare la maggior parte degli iscritti alla laurea”.
Quali sono gli sbocchi occupazionali? “Sono molti. C’è possibilità di inserimento in tutta la filiera della produzione, dall’approvvigionamento dei mezzi tecnici, alla trasformazione, alla commercializzazione, al controllo. Oggigiorno non si può più parlare di agricoltura in senso stretto, oggi si parla di agribusiness”.
Prof. Felice Scala,
Presidente del Corso in Produzioni Vegetali
Che interessi ha l’aspirante matricola in Produzioni Vegetali? “Ha uno spiccato interesse per la produzione primaria in campo agricolo”
Qual è la differenza tra il Corso in Produzioni Vegetali e quello in Scienze e Tecnologie agrarie? “Scienze e Tecnologie agrarie è un Corso di più ampio respiro, che forma un agronomo che si interessa di tutto. Produzioni Vegetali è più focalizzato sulla produzione, sui sistemi di coltivazione e, in maniera particolare, sulle nuove tecnologie. E’ un Corso mirato”.
Quanti studenti conta il corso? “Una trentina. Sono pochi e per questo vengono seguiti molto da vicino”.
Quali sono gli sbocchi occupazionali? “Nel settore della produzione vegetale, sia in enti pubblici che presso aziende”.
Prof. Gerardo Toraldo, Presidente del Corso in Tecnologie Alimentari
Chi è lo studente di Tecnologie Alimentari? “Una persona che ha curiosità a trecentosessanta gradi, con interessi di tipo scientifico ma anche manageriale e gestionale, perché oggi l’agroalimentare è un settore ampio e complesso. Inoltre, l’aspirante matricola deve avere una buona cultura scientifica, perché il corso ha sì un risvolto applicativo-pratico, ma si fonda su basi scientifiche forti. Per dirla in parole povere, non è un corso di Chimica, ma non è neppure una scuola alberghiera”.
Tecnologie Alimentari è il Corso più affollato della Facoltà. Quanti studenti conta? “Abbiamo 200 iscritti all’anno”.
Quali sono gli sbocchi occupazionali? “Molti e vari. Dall’attività di laboratorio, volta anche alla creazione di nuovi alimenti, al lavoro in azienda per la produzione e trasformazione dei prodotti alimentari o per la cura di aspetti gestionali e manageriali, all’impiego nella grande distribuzione. Certo, anche i nostri laureati risentono della crisi economica generale, ma basta spostarsi in altre regioni per inserirsi”.
Prof. Stefano Mazzoleni, Presidente del Corso
in Scienze Forestali
e Ambientali
Chi è lo studente in Scienze Forestali e Ambientali? “Un giovane al quale piace la natura e che è interessato anche al recupero dei siti naturali degradati. Deve essere anche portato per le materie scientifiche, perché non è un corso di studi facile”.
Quanti studenti conta il corso? “Circa 45 l’anno. Stanno per laurearsi alcuni studenti del primo ciclo (Scienze Forestali e Ambientali è al suo terzo anno di vita, ndr), e abbiamo già attivato la Specialistica”.
Quali sono gli sbocchi occupazionali? “Tutte le professioni in ambito forestale e le attività inerenti i piani di assestamento e gestione territoriali. I laureati potranno dunque inserirsi nel settore pubblico, ma anche lavorare come liberi professionisti”.
Prof. Antonino Nizza,
Presidente del Corso
in Tecnologie delle
produzioni animali
Che interessi ha l’aspirante matricola in Tecnologie delle produzioni animali? “Deve amare gli animali, perché costituiscono la realtà su cui andrà a lavorare. Sia però chiaro che si tratta di animali da produzione e non da compagnia, e che in un Corso come questo il benessere dell’animale viene preso in considerazione ai fini produttivi. Se si pensa di umanizzare l’animale, l’approccio è sbagliato. Lo studente deve essere inoltre propenso a lavorare in aperta campagna o in aziende zootecniche”.
Quanti studenti conta il corso? “Ogni anno si immatricolano circa 100 studenti. Di questi, il 40% non è riuscito a entrare a Veterinaria che è a numero chiuso e quindi si iscrive con l’intento di riprovare a Veterinaria l’anno successivo. In genere, al secondo anno li perdiamo, ma restano comunque una minoranza”.
Qualche esempio di sbocchi occupazionali? “Direzione e gestione di azienda zootecnica, collaborazione con associazioni di allevatori o con enti pubblici per tutto ciò che riguarda la zootecnia, cura dell’intera filiera zootecnica dalla produzione alla trasformazione”.
Sara Pepe
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