Nella moda tutto é possibile, come borse ispirate a canzoni o gioielli che richiamano ossa e giunture. È quest’ultimo il progetto di Linda Gambero, studentessa al terzo anno di Design per la moda, che discuterà la tesi a fine dicembre, presentando la sua linea dalle forme “impossibili”. “L’idea di base s’ispira al trasferimento di materiali e tecnologie avanzate dal settore biomedicale a quello del design, utilizzando la sinterizzazione di polveri di titanio con raggio di elettroni (electron beam), per realizzare gioielli con forme particolari”, spiega la prof.ssa Raffaella Aversa, docente di Materiali per il fashion design, correlatrice della tesi dal titolo “Un esempio di trasferimento tecnologico dal settore Biomedicale all’Industrial Design, sintetizzazione di polveri di titanio con Electron Beam per applicazioni in gioielleria”, relatore il prof. Antonio Apicella. “Per portare a termine il lavoro la studentessa si è rivolta alla Adler Ortho di Milano, azienda leader del settore biomedicale. L’iniziativa si è pertanto sviluppata all’interno delle convenzioni di tirocinio attivate presso il Dipartimento di Architettura con soggetti industriali”, conclude la docente. Linda, in procinto di terminare il video di presentazione, racconta la sua storia: “ho 29 anni e lavoro già da tempo come designer di gioielli. Ho iniziato con diverse aziende importanti nel settore, ora progetto per il Tarì. Mi sono iscritta a 26 anni all’Università per completare la mia formazione”. Per lei è stato difficile conciliare lavoro e studio: “essendo libero professionista, termino i progetti anche di notte. È faticoso, ma ti aiuta a capire realmente il campo di applicazione di ciò che studi. L’esperienza pratica va assolutamente abbinata alla teoria. Per il progetto sono anche andata quattro volte a Milano”. Descrive la sperimentazione che sta portando avanti: “nasce dall’unione di gioielli e corpo umano legati alla tecnologia. I miei prototipi in 3D si basano sullo studio dell’anatomia a partire da Leonardo da Vinci. Il concetto di base è l’utilizzo di una tecnologia di sintetizzazione con elettroni in polvere. Grazie a questi materiali ho realizzato una linea che richiama le ossa e le giunture anatomiche”. I gioielli s’incastrano, non hanno chiusure, ma sono componibili: “realizzati in titanio e nylon di un colore bianco metallico. Per ora sono solo una decina di pezzi tra collane e bracciali, che mi auguro di poter inaugurare su mercato”.