I librai di Mezzocannone incrociano le braccia per denunciare il dilagare del mercato illegale delle fotocopie

“Disperati e compatti”, così il prof. Paolo Pisanti – proprietario della Libreria Scientifica Pisanti di Corso Umberto e membro del comitato di presidenza nazionale Ali (Associazione librai italiana) – ha definito la categoria dei librai del centro storico, nella fattispecie di via Mezzocannone, che, nel pomeriggio del 12 febbraio, ha incrociato le braccia, abbassato le serrande delle attività ed espresso indignazione verso un sistema oramai allo sfacelo. “È una situazione catastrofica, siamo arrivati all’esasperazione: crollo delle vendite senza precedenti, crescente richiesta da parte degli studenti, anche in libreria, di quelle che vengono chiamate volgarmente ‘copie non originali’ dei manuali universitari”, dice Pisanti. Quello che i librai di Mezzocannone denunciano è la mancanza di controllo nel sistema interno delle copisterie, il mercato nero delle fotocopie che è venuto a crearsi a causa della mancanza del rispetto della legge che approva la riproduzione del solo 15% dell’intera opera. È un business che nell’ambiente universitario va avanti già da anni e che conta un tasso di guadagno abbastanza alto per le copisterie. La categoria dei librai del centro di Napoli è in ginocchio, si parla di alte perdite di capitale annuo, di tagli e riduzioni del personale, di chiusura definitiva per quelle piccole aziende a conduzione familiare che vivono solo delle vendita di testi universitari e non trattano altri articoli editoriali. “La condizione venutasi a creare – continua Pisanti – comporta il rialzo del prezzo di copertina dei volumi, poiché i costi editoriali devono appianarsi, e, realtà molto più grave, la quasi scomparsa del mercato del “libro usato”, vera alternativa per qualità con indubbia possibilità di risparmio per gli studenti”.
Pisanti sostiene che l’eco della loro rivolta è stata abbastanza modesta, non ha destato chi avrebbe dovuto. Come membro dell’Associazione Librai Italiana, annuncia prossime mosse volte alla tutela della sua categoria. Si prevedono esposti indirizzati alla Procura della Repubblica ed alla Guardia di Finanza per denunciare, questa volta, non solo le irregolarità di vendita delle copisterie del centro di Napoli, ma anche quelle di altre realtà universitarie di tutta Italia: Palermo, Pavia, Roma in primis. 
Il ricorso alle fotocopie da parte degli studenti – anche se nessuna motivazione può giustificare l’illegalità del sistema – si è accentuato negli ultimi periodi, complice la crisi economica del Paese. La spesa dei libri pesa non poco sul bilancio delle famiglie. Ad esempio, un Atlante di Anatomia Umana può costare intorno ai 120 euro, un manuale di Diritto Privato sui 70, quello di Biochimica 150. Cifre importanti per le tasche di uno studente medio.
Alessandra Avolio 
- Advertisement -




Articoli Correlati