I luoghi, i tempi, i racconti

Semestre, appartenenza alle cattedre, segreteria, aule studio… In questo labirinto di luoghi e situazioni c’è davvero bisogno del filo di Arianna per potersi orientare. Chi volesse poi avventurarsi per le sedi di Giurisprudenza dovrà armarsi di pazienza e volontà… Inoltre occorre una buona dose di tempo libero (per le lunghe file agli sportelli), una pesante armatura per partire alla conquista di un posto a sedere. Non guasta essere allenati: solo gli studenti più veloci riescono a vincere la battaglia delle sedie così da non seguire in piedi le lezioni. Comunque meglio dimenticare le prime file, sono  occupate fin dalle prime luci dell’alba, meglio accontentarsi delle retrovie e seguire con attenzione. 
LE SEDI. Tre sono gli edifici frequentati abitualmente dagli studenti: la sede Centrale al Corso Umberto I 40 bis, il Palazzo di Vetro in via Porta di Massa 32 dove si svolgono i corsi relativi del primo anno, e l’immobile di via Marina 33. “La sede che preferisco – dice Chiara Palazzolo, studentessa al secondo anno – è quella al Corso Umberto, il palazzo così maestoso e antico racconta bene la storia della facoltà. C’è molto spazio per poter studiare e non mi riferisco solo alle aule. Lo Scalone della Minerva, ad esempio, nei mesi estivi ci permette di studiare all’aria aperta. Il palazzo di Porta di Massa, invece, è troppo affollato. Da quando è chiuso il bar, inoltre, bisogna spostarsi per trovare un punto ristoro”. La buvette, punto di ritrovo per gli studenti, è purtroppo chiusa da mesi (a breve dovrebbe riaprire), quelle sedie abbandonate qua e là mettono tristezza. Per fortuna gli studenti possono, nelle belle giornate, trattenersi sulle stupende terrazze che affacciano sul porto, da cui si può vedere il mare e si può sognare ogni volta che una nave parte. Racconta Erika: “ogni volta che mi fermo nelle aule studio del secondo o terzo piano, ne approfitto per godere del panorama in terrazza. Mi rilasso, la vista del mare mette di buonumore. Serve specialmente al primo anno quando ci si sente persi. Purtroppo non tutti gli edifici dispongono di questi spazi, ad esempio in via Marina si può studiare con molta più tranquillità ma la maggior parte delle aule sono buie, specialmente quelle del seminterrato, e in inverno diventa difficile seguire le lezioni”.
L’ORIENTAMENTO. Dalle sedi all’orientamento. Gli studenti indecisi, o semplicemente bisognosi di informazioni, possono rivolgersi allo Sportello Orienta (al primo piano dell’edificio di via Porta di Massa). Tre tutor accolgono ogni giorno (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.00) gli studenti. La durata dei semestri, l’appartenenza e la rotazione delle cattedre, corsi e seminari: le domande più frequenti delle matricole.
VITA DA MATRICOLA. Il primo approccio della matricola con la Facoltà passa attraverso la segreteria (al piano terra di via Marina). Occorre armarsi di tanta pazienza per le lunghe code che sopravvivono nonostante da qualche tempo sia possibile immatricolarsi on-line. “Due anni fa, quando mi sono iscritta, ho fatto ben due ore di fila- dice Silvia – Pensavo ad un episodio sporadico invece noto che specie nei mesi di settembre ed ottobre la segreteria si congestiona. Un’unica segreteria, seppur molto efficiente, non può fornire informazioni a centinaia di studenti”. Espletate le procedure burocratiche, nella seconda decade di settembre comincia il primo semestre che si risolve, in realtà, in poco più di quattro mesi di corsi e di seminari (insegnamenti aggiuntivi previsti dalle varie cattedre, che di solito si svolgono il pomeriggio, almeno una volta a settimana) e da tre mesi in cui si svolgono gli esami (gli appelli di gennaio, febbraio e marzo saranno il primo obiettivo da centrare per i neo iscritti). Le lezioni si tengono tre volte a settimana (dalle 8.30 alle 14.30). Ogni disciplina (esclusi gli esami complementari a scelta dello studente) prevede dalle tre alle cinque cattedre di insegnamento con professori diversi. L’appartenenza ad una determinata cattedra si stabilisce attraverso l’iniziale del proprio cognome. Ad esempio lo studente Antonio Esposito appartiene alla II cattedra per gli insegnamenti con cinque cattedre (tutte quelle del primo anno lo sono) e sosterrà l’esame –uno a caso- di Diritto Costituzionale con il prof. Carlo Amirante. Non è difficile, basta prestare un po’ di attenzione. All’appartenenza alla cattedra comunque non è immutabile: cambia ogni due anni con la rotazione.
“Il primo anno è duro – racconta Pasquale Cacciapuoti–.Bisogna riconoscere, però, che l’organizzazione didattica è eccellente. I corsi, gli esami, tutto viene spiegato e svolto con precisione. Ad esempio, conoscere la data d’esame ben due mesi prima aiuta molto. Tuttavia trovo questa facoltà impersonale, i rapporti con i professori sono inesistenti e alla fine resti solo una matricola, un numero”. Nicola: “sono al primo anno e nonostante non frequenti i corsi, non mi sento mai libero. Questa facoltà è impegnativa. A volte ti ritrovi anche la domenica con il libro tra le mani. Senza prove intercorso, purtroppo, è difficile verificare la propria preparazione. Comunque, l’importante è non lasciarsi condizionare dall’impatto iniziale, trascorso il quale tutto diventa più facile”. Conclude: “la scelta di questa facoltà ti cambia la vita imponendoti ritmi e orari diversi da quelli che si avevano in precedenza”. 
Susy Lubrano
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