“Siamo un gruppo di indomiti sognatori”. Parola di Francesco Pomicino, presidente dell’associazione Ingegneria Senza Frontiere (ISF). “Cerchiamo di dare un nuovo volto all’ingegneria, di interpretare questa professione come un qualcosa che vada al di là delle classiche costruzioni in cemento o acciaio, e che sappia cogliere le esigenze ed i bisogni di chi sta peggio di noi”. L’Associazione è attiva da poco più di un anno: “in tutto siamo una sessantina di persone, di cui un 50% è composto da studenti, mentre l’altro 50% da liberi professionisti, come me, ricercatori e docenti. L’appoggio dei professori è fondamentale, anche perché può darci la possibilità di allargare i nostri orizzonti. I docenti sono molto attivi: ad esempio il prof. Riccio nelle telecomunicazioni, il prof.Reale in fisica, i professori Fabbrocino e Pirozzi”. L’obiettivo di ISF è quello di formare ed informare. “Pubblicizziamo, ad esempio, l’uso di nuovi linguaggi informatici, meno costosi del solito Microsoft, l’uso di tecnologie idonee ad uno sviluppo sostenibile, ecc.”. L’ISF è un’organizzazione che valica i confini regionali e nazionali: “siamo addirittura più vecchi di Medici senza Frontiere, anche se meno pubblicizzati. La struttura, come MSF, è nata in Francia, ma è presente in tutta Italia da circa dieci anni”. A Napoli: “tutto è nato per caso, attraverso incontri saltuari tra studenti. Ci siamo poi resi conto che l’idea poteva funzionare. Oggi, possiamo affermare con soddisfazione di aver fatto dei veri passi da gigante. Siamo attivi da poco più di un anno, ma, tra progetti andati in porto ed altri in rampa di lancio, quasi non abbiamo più tempo per noi”. I soci di ISFN si riuniscono mediamente 2-3 volte al mese, nell’aula J della Facoltà. Nel corso del nostro incontro, una chiacchierata molto piacevole, erano presenti anche studenti più giovani, giunti per la prima volta in sede, ma già pronti a dare il loro contributo. “Un contributo fatto di impegno, dedizione e di duro lavoro” afferma Diomede Mazzone, altro responsabile storico del gruppo. “I progetti, infatti, hanno un doppio sistema di finanziamento, quello privato o quello pubblico -Comune, Regione e Provincia-. Visti i risultati ottenuti, e l’appoggio di alcuni professionisti e docenti, stiamo cercando di attivarci in modo da entrare nei bandi del MAE, Ministero Affari Esteri”. Ma come si forma un progetto? “Il nostro Consiglio Direttivo, composto, da circa 7 persone – spiega Pomicino- valuta le richieste ed i piani di intervento, dopo di che, esperite le dovute indagini, si delineano i gruppi”. Che sono tematici, come illustra Mazzone: “articolati in base ai settori di appartenenza – Ambiente, Information Tecnology- o in base ai nomi dei progetti su cui si sta lavorando. Ad esempio, il gruppo Madagascar, per quanto riguarda i progetti a carattere internazionale, o il gruppo denominato Mappe e Mappine, che, invece, si occupa del riassetto urbano della nostra città e periferia”. Anche questo, è uno degli aspetti fondamentali dell’ISF, quello, cioè, di spaziare da progetti internazionali a quelli legati strettamente alla nostra città. “Si fa fatica a credere – afferma Pomicino- ma spesso capita di vedere degli scenari e situazioni talmente imbarazzanti e degradanti nella nostra città, che, purtroppo, non hanno nulla da invidiare, in negativo, ai paesi del Terzo mondo”. Ma quali sono, attualmente, gli impegni di ISF? “Io sono appena tornato dal Chad, per un progetto che prevedeva la costruzione di nuovi pozzi e latrine”. A Napoli: “ora sono impegnato nel Progetto Chiaiano, per una manutenzione a 360 gradi, su quasi tutto il territorio. Abbiamo lavorato talmente bene, che lo stesso Comune ci ha richiamati anche per risanare altre questioni, come quella dell’area dei Rom di Scampia. Un progetto a cui teniamo molto, date le condizioni di vita estrema, in cui sono costretti a vivere queste comunità”. “Uno dei nostri obiettivi- aggiunge Mazzone- specie in campo internazionale, è quello di non attivare piani di intervento di stampo coloniale. E’ inutile costruire qualcosa, senza sapere se serve, se la popolazione locale la saprà usare o riparare. Io ho lavorato in Congo, per un progetto svolto in partenariato con il VIS, un’organizzazione non governativa di Roma, all’interno del Centro Don Bosco. Un centro importantissimo, una delle poche aree a misure d’uomo del paese. Lì abbiamo costruito un inceneritore, abbiamo dato vita ad una piattaforma informatica. Tutte cose piccole, ma importanti. E’ stata un’esperienza unica, ma spero non irripetibile”. Esperienze uniche, come quelle in Madagascar, dove l’Isf, insieme al Dipartimento di Ingegneria Sanitaria, ha attivato un piano di intervento, che mira non solo ad un più congruo smaltimento dei rifiuti, ma anche all’attivazione di un turismo responsabile, che sappia valorizzare le risorse del territorio, ma a vantaggio della popolazione e non delle grandi holding turistiche. Pomicino, ci parla anche del progetto microelico, svolto in collaborazione con l’Enea, il Dipartimento di Ingegneria Aeronautica, e con il prof. Reale. “Il progetto, intende acquisire, attraverso lavori di tesi, le migliori conoscenze tecnologiche per la realizzazione di sistemi ibridi microeolico-fotovoltaici. Sistemi che poi verranno opportunamente adattati, cioè realizzati con materiali a basso costo, e trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Abbiamo già raggiunto un’intesa di massima con la Provincia di Napoli, per l’installazione di questi sistemi energetici innovativi ed ecocompatibili in alcune comunità svantaggiate del Chiapas e della Palestina. Un progetto interessante ed ambizioso, a cui si è interessata anche Bagnoli Futura, con la quale stiamo lavorando alla scelta di un’area, in cui realizzare un capannone, un centro di ricerche per lo studio e l’uso delle tecnologie appropriate”. Ma tanti e ancora tanti, sono i progetti ed i sogni dell’Isf. “Vogliamo che la nostra associazione possa legare i propri ideali ed impegni alla sfera economica. Creare degli spin off, delle cooperative di professionisti, legati al gruppo ISF, in modo da poter sempre intervenire, in ogni luogo e circostanza, e fare di questo impegno, un lavoro a tutto campo”.
Gianluca Tantillo
Gianluca Tantillo