I tre progetti premiati

Il settore di applicazione di tutti e tre i progetti vincitori della Start Cup 2009 è quello della salute. I tre gruppi selezionati il 18 novembre si sono aggiudicati premi da 5.000, 3.000 e 2.000 euro e l’accesso al Premio Nazionale per l’Innovazione previsto per il 4 dicembre prossimo a Perugia. 
“Sono state presentate parecchie buone idee. Per trasformarle in impresa occorre recepire un bisogno del mercato – il Console Truhn, Presidente della Commissione di Valutazione, illustra i criteri di giudizio utilizzati – Il progetto deve essere realizzabile, tenere presente la concorrenza e godere di un supporto finanziario per sviluppare un business plan credibile”.
Al primo posto si è classificato il gruppo PHARMAPHELIX costituito dai professori Vincenzo Pavone, Maria Vincenza Carriero e Mario De Rosa con un progetto sullo Sviluppo globale di un nuovo antitumorale. Il prof. Pavone spiega la scelta del nome del team: Pharma che rimanda immediatamente all’idea di farmaco e phelix che “richiama la felicità a cui tutti aspiriamo” ed al contempo alla struttura ad elica della nuova molecola. Disporre di un antitumorale che non causi sofferenza ai pazienti non appare più un’utopia: “UPARANT è il principio attivo che, inibendo la migrazione cellulare e la neoangiogenesi, è potenzialmente utilizzabile come farmaco  antitumorale e contro la maculopatia degenerativa – spiega il docente – Mettere insieme le competenze sul territorio credo abbia dato un risultato importante nella lotta contro il cancro. Abbiamo concluso la fase pre-clinica. Se avessimo 4 milioni di euro potremmo arrivare sull’uomo in pochi mesi”.
Al secondo posto si è classificato il gruppo PRISMA, guidato dal prof. Enrico Vittorio Avvedimento e composto dal prof. Roberto Patierno ed un consistente nucleo di borsisti, dottori di ricerca e specializzandi: Annalisa Morano, Marcello Orio, Concetta Santarpia, Elena Visciano, Mariagiovanna Di Palo, Mariarosaria Santillo, Simona Damiano, Roberta Accetta e Mariarosaria De Mizio. Il team ha lavorato allo Sviluppo e validazione di un kit diagnostico per la sclerosi multipla.
“Nella edizione 2007 della Start Cup il mio gruppo si è aggiudicato il primo posto a pari merito. Ho avuto perciò modo di esperire le carenze organizzative della Start Cup – afferma il prof. Avvedimento – Dopo la vittoria, l’Università ci ha abbandonati a noi stessi. Registrare un brevetto è facile, difficilissimo è mantenerlo. Non ci hanno aiutato a trovare gli sponsor né ci hanno messo in contatto con le aziende. Vorremmo che l’organizzazione fosse più presente anche per la redazione del business plan poiché fare gli economisti non è il nostro mestiere”. Quest’anno il professore si è avvalso del supporto di un investitore locale: “Abbiamo fondato la PRIUS, una società con 350mila euro di capitale iniziale e 150mila investiti dai tre inventori. Io sono tra questi, anche se non sono di certo ricco. La nostra è un’iniziativa ancora privatistica”.
Sul terzo gradino del podio è salito il gruppo AVICENNA capitanato dalla prof.ssa Adele Bolognese Bruni e costituito dai professori Carmine Selleri, Nunzia Montuori e i ricercatori e i dottori di ricerca Michele Mandra, Antonio Lavecchia, Giovangiuseppe Mattera, Patrizia Ricci, Bianca Serio e Ada Pesapane. La prof.ssa Bolognese vanta già un primo premio a pari merito nella Start Cup 2007 quando era la capofila del team Arianna. Il lavoro premiato quest’anno riguarda gli Agenti antitumorali come attività inibitoria di proteine di prenilazione. Produzione di derivati cantaridinici come inibitori della proteina oncogenica RAS. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Federico II e l’Università della Basilicata. “Abbiamo scelto come nome del gruppo Avicenna, un medico, filosofo e fisico persiano, perché siamo un gruppo formato da componenti di diversa provenienza”, racconta la prof.ssa Bolognese. La mission del progetto è produrre e commercializzare un nuovo farmaco intelligente per curare alcune patologie tumorali: “L’idea innovativa consiste nello spingere le cellule tumorali al suicidio dopo averne distrutto la struttura. In questo modo non danneggiamo le cellule sane. Colpiamo un bersaglio preciso: il sistema deviato responsabile della moltiplicazione incontrollata delle cellule tumorali. Dalla scoperta all’uso c’è un lungo iter da seguire. Il primo step saranno i test pre-clinici”.
Un quarto progetto è stato ritenuto altamente competitivo dalla Commissione di Valutazione anche se è stato escluso dalla partecipazione al Premio Nazionale. Si tratta di un’altra ricerca sugli anti-tumorali: Il recettore dell’urotensina II come maker molecolare per la determinazione della prognosi e del percorso terapeutico del carcinoma prostatico, presentato dal team ARTEMIDE, composto dai professori Paolo Grieco, Michele Caraglia, Alfredo Budillon, Renato Franco e Ettore Novellino. “E’ un lavoro di ricerca che stiamo portando avanti da qualche anno – dichiara il professor  Grieco – Abbiamo messo a punto una metodica che consente la determinazione della prognosi con una tecnica di tipo quantitativo non affidata all’analisi soggettiva del patologo. La determinazione del UTR-II è in grado di discriminare i pazienti a prognosi sfavorevole nonostante il basso grado di Gleason”. Le molecole brevettate potranno avere applicazioni farmaceutiche ma la strada è lunga: “non bisogna scoraggiarsi sia per il lavoro che c’è da fare sia per i finanziamenti”.
Il Console Truhn si complimenta con i vincitori: “Avete risposto bene ai bisogni del mercato. A coloro che non hanno vinto dico: non perdetevi di coraggio. Approfondite le vostre ricerche e sicuramente troverete uno sviluppo futuro”.
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