Il mercato vinicolo, manager in cattedra

In questi giorni, dal 3 al 5 giugno, la Mostra d’Oltremare è il teatro d’esordio di un’importante manifestazione vinicola. Vitigno Italia (www.vitignoitalia.it) il primo salone nazionale dei vini da vitigno autoctono e tradizionale italiano, presenterà in un unico percorso tra le regioni italiane, dalla Valle d’ Aosta alla Sicilia, più di 4000 vini prodotti unicamente dai vitigni storici del nostro Paese. Il presidente della manifestazione, Chicco De Pasquale, ha incontrato lo scorso 18 maggio gli studenti della Facoltà di Agraria per spiegare come nasce un’iniziativa del genere e come si muove attualmente il mercato vinicolo. Manager giovane e attivo, De Pasquale ha accolto l’invito del prof. Giampiero Scaglione, docente di Viticoltura, che organizzando questo incontro ha voluto dare una possibilità di conoscenza pratica agli studenti, ottenendo da parte loro una risposta ben al di sopra delle aspettative. Ad ascoltare il racconto dell’esperienza del presidente di Vitigno Italia, c’erano quasi un centinaio di ragazzi, di cui solo la metà corsisti di Viticoltura. Segno di un interesse diffuso per il tema viticolo- enologico. “Per me il vino buono è vino buono”, ha detto De Pasquale volendo sfatare vecchi miti. Si produce vino buono anche in Cile o in Australia, e allora la sfida del mercato va giocata su altri piani. “Bisogna offrire una novità all’interlocutore, noi abbiamo scelto il vitigno autoctono, che è uno strumento di mercato diverso dal vitigno internazionale”.
Gli studenti si sono dimostrati molto incuriositi non solo dagli aspetti riguardanti le caratteristiche dei vini scelti per il salone, ma dalle modalità organizzative dell’evento. Hanno posto domande sul lavoro che c’è dietro Vitigno Italia, sulla possibilità di ottenere appoggio dalle istituzioni locali, sulle differenze tra questa manifestazione e Vinitaly, la fiera internazionale del vino dalla storia ultradecennale. A tutti il presidente ha risposto con semplicità e schiettezza, trasmettendo un senso di grande entusiasmo ma anche di praticità. Si è creato tra lui e i ragazzi un dialogo vero e informale, con grande soddisfazione del prof. Scaglione. “Il fatto che alla platea dei miei studenti si sia unita una buona fetta di giovani iscritti ad altri corsi di laurea è indice che queste problematiche non interessano solo gli addetti ai lavori”, dice. In un certo senso, infatti, addetti ai lavori sono anche gli stessi studenti del corso di Viticoltura, come spiega il professore: “generalmente i miei studenti sono piccoli o medi proprietari terrieri. Hanno il vigneto, e dunque un interesse ben mirato per la materia. Proprio grazie a questa iniziativa però ho potuto verificare che ci sono altri potenziali studenti, purtroppo scarsamente informati sulla possibilità di seguire il corso. Alla fine dell’incontro molti ragazzi, incuriositi, mi si sono avvicinati e mi hanno chiesto se potevano inserire Viticoltura nel loro piano di studi. La risposta è sì, si tratta di un insegnamento obbligatorio al terzo anno del corso di laurea in Scienze e Teconologie Agrarie, nell’ambito dell’insegnamento di Colture arboree mediterranee, ma ciò non toglie che possa essere inserito come materia a scelta, del valore di quattro crediti, nel piano di studi di qualsiasi altro corso di laurea”. Per chi seguirà il corso di Viticoltura l’anno prossimo ci saranno sicuramente altre occasioni di confronto diretto con il mondo produttivo e istituzionale che ruota attorno al vino. Il 18 maggio si è avuto un segnale forte da parte degli studenti, al quale il prof. Scaglione vuole dare una risposta altrettanto forte. “Il successo dell’incontro è per me un incoraggiamento a inserire nella programmazione del prossimo anno altre iniziative come questa, in modo da creare un forte link tra la teoria e la pratica”.
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