Il Preside: “occorre mettere da parte l’idea dell’architetto – artista”

"Il punto di forza della Facoltà di Architettura sono i tanti colleghi che danno all’insegnamento e agli studenti ben più di quel che si vorrebbe far credere all’esterno, dipingendoci come scansafatiche. Il punto debole sono invece quegli altri colleghi i quali non ragionano come se fossero parte di una Facoltà, ma si basano sull’autoreferenzialità. Creando, così, problemi anche agli studenti”. Il prof. Claudio Claudi da poco meno di un anno è il Preside di Architettura. “Una Facoltà – riflette – che ha sempre di più l’esigenza di comunicare agli studenti le differenze sostanziali tra i Corsi di Laurea, facendo, però, anche capire loro le caratteristiche comuni ai percorsi formativi”.
Dunque, dice, “la Laurea Magistrale ha la storica caratterizzazione di formare gli architetti. E’ quella, senza dubbio, per la quale ogni anno riceviamo il maggior numero di domande. Scienze dell’architettura è un Corso che si propone di dare, già nel triennio, gli elementi del saper fare, indispensabili a chi poi si iscriverà all’Albo degli Architetti, sezione junior. Non professionisti dimezzati, come vorrebbe far credere qualcuno, ma architetti con alcune limitazioni relative alla dimensione dei progetti. Infine, Urbanistica. E’ destinata ai pianificatori e ha una sua assoluta specificità da salvaguardare”.
C’è un approccio, secondo il prof. Claudi, che mette gli studenti in condizione di partire col piede giusto, sin dai primi esami. “E’ indispensabile – sostiene – mettere da parte l’idea dell’architetto–artista, genialoide, professionista creativo. Chi frequenta la Facoltà deve acquisire metodi, tecniche, saper fare. Insomma, occorre continuità nella frequenza e nello studio, consapevolezza che le discipline matematiche rappresentano circa un quinto del pacchetto formativo e sono essenziali, capacità di capire che dopo la laurea esistono anche prospettive diverse rispetto a quella, da tutti agognata, del grande studio professionale”.
Test: “evitare di rispondere a casaccio”
Insieme alla prof.ssa Daniela Lepore, referente all’orientamento, Claudi si sofferma poi sul test di accesso. “Lo dico senza remore, molti docenti con i capelli bianchi avrebbero difficoltà a svolgere un buon compito, perché a volte le domande sono astruse, generiche, poco chiare. Ciò premesso, il suggerimento è di esercitarsi sui test degli anni precedenti e, in aula, di non incaponirsi su una domanda se non si conosce la risposta. Meglio andare avanti, affrontare i quesiti dei quali si è certi e poi, eventualmente, qualora rimanga tempo, perderne un po’ sulle domande che lasciano dubbi. Eviterei di rispondere a casaccio, affidandomi alla sorte, perché il meccanismo prevede una penalizzazione per ogni risposta errata”. Architettura si presenta al nuovo anno accademico con una drastica contrazione del numero di matricole. “Nel precedente anno accademico – ricorda il Preside – a Scienze dell’architettura erano 350. Adesso solo 150. Diminuiscono le immatricolazioni anche alla quinquennale di Architettura. Purtroppo non avremmo potuto fare diversamente. Abbiamo 23 docenti che vanno in pensione su 170, ricercatori compresi. Non c’è, inoltre, nessuna prospettiva di riaprire il reclutamento. In queste condizioni sarebbe stato poco serio ammettere tanti studenti”. Ritorna, con la prof.ssa Lepore, sul tema della Matematica e delle discipline tecniche, quelle che generalmente gli studenti temono di più. “A volte è anche una questione di prevenzione. E’ come se i ragazzi dicessero: ‘tanto non capisco comunque’. D’altra parte è anche vero che arrivano da noi studenti con gravi lacune sui fondamenti, ereditate dalla scuola. Anni fa avevamo attuato un progetto che prevedeva appunto lezioni ai diplomandi, sia nelle scuole, sia all’università, in collaborazione tra docenti di Architettura e degli istituiti superiori. Era una iniziativa molto sensata, attuata dal Polo delle Scienze e delle Tecnologie. Purtroppo interrottasi per mancanza dei finanziamenti”. 
Infine, il Preside affronta il capitolo dei servizi agli studenti. “Sottodimensionati, senza dubbio. Un esempio? Sono stato qualche giorno fa al Politecnico di Milano ed ho constatato che lì le biblioteche restano aperte fino alle nove di sera. Da noi no. Tuttavia, sto portando avanti un programma per attenuare i disagi. Per esempio, ho realizzato altri posti studio sfruttando al meglio gli spazi nei corridoi della Facoltà. In Consiglio di Polo sta per essere discussa la delibera che stanzia di nuovo la cifra  per acquistare i plotter indispensabili a stampare le tavole a colori.  Saranno tre o quattro. Agli studenti servono perché se non ci sono devono rivolgersi all’esterno della Facoltà pagando molto di più. La gara dovrebbe essere bandita a settembre. Ad Ingegneria li hanno da tempo. Da noi se ne parla da altrettanto tempo, ma fino ad ora non si sono visti”.
 
I servizi su Architettura  sono a cura di Fabrizio Geremicca
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