Durante la manifestazione si è svolta la cerimonia di premiazione dei migliori laureati specialistici del 2010: Massimiliano Villone (primo posto, ha ricevuto un premio in denaro da mille euro); a Sina Tebianin (attualmente in Canada, per un dottorato di ricerca) e Anna Nuzzo è stato attribuito un assegno da cinquecento euro. “I laureati vengono premiati in base alla media e al tempo impiegato per conseguire il titolo – ha spiegato il prof. Pier Luca Maffettone, Presidente dei Corsi di Studio in Ingegneria Chimica – e, visti i pochi decimali che distanziano i ragazzi, è stata una lotta all’ultimo sangue. In ogni caso, i vincitori sono solo la punta dell’iceberg di un percorso che offre soddisfazioni a livello lavorativo. Studiare, spesso, annoia, genera fatica, sacrificio ma, ad Ingegneria chimica, i risultati sono gratificanti”.
Con una media del 29,8 e una laurea conseguita con il massimo dei voti, nel luglio dell’anno scorso perfettamente in regola, Massimiliano Villone è il miglior laureato del 2010. Napoletano, ventiquattro anni, attualmente dottorando presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica, descrive come “stimolanti” gli anni da studente. “Il primo impatto con le discipline di base – dice – può apparire noioso, ma basta avere la pazienza di attendere il secondo semestre e tutto diventa più interessante. Io ho studiato sempre con energia e passione”. Tra gli esami più “pesanti”, quello di Elettrotecnica – “i contenuti non mi piacevano affatto, e poi l’ho studiato nella calura di luglio” – mentre “tutti quelli del settore della Meccanica dei fluidi mi hanno sempre affascinato, e ho cercato sempre di approfondire”. Ma la vita di uno studente, seppur modello, non è fatta solo di lezioni ed esami. Massimiliano sottolinea di non aver mai dovuto rinunciare “all’atletica leggera (mi sono sempre allenato tutti i giorni), allo studio delle lingue, tantomeno alle serate con gli amici, neanche sotto esame”. Il segreto sta, allora, in una buona organizzazione. A distanza di pochi decimi, con una media del 29.5, Anna Nuzzo, laureata nel settembre dell’anno scorso con 110 e lode. Venticinque anni, di Maddaloni, dice di aver scelto Ingegneria Chimica “perché è un Corso molto formativo a livello industriale, essendo incentrato sull’ingegneria di processo, e prepara una figura professionale estremamente flessibile”. “In questi cinque anni, – continua – ho imparato tanto grazie ai docenti molto preparati che credono nel lavoro che fanno e ci trasmettono la passione per le discipline di studio”. Le difficoltà, è ovvio, non mancano. “Il primo anno è di sbarramento: è previsto lo studio delle materie di base (Chimica, Fisica, Matematica) e non è semplice superare gli esami. La Fisica a me, ad esempio, non è mai piaciuta, ma mi sono rimboccata le maniche e mi sono messa a studiare”. Al secondo anno si comincia con lo studio delle materie caratterizzanti, come Termodinamica, Macchine o Chimica organica, con i testi in inglese. “Si tratta di un inglese tecnico, facilmente comprensibile. Fondamentale seguire le lezioni, porre attenzione alle spiegazioni e prendere appunti”. Attualmente Anna si occupa di un progetto di ricerca sulle plastiche bio presso il Dipartimento di Ingegneria dei materiali, ma sogna, un giorno, di spostarsi in azienda. “Vorrei occuparmi di ricerca applicativa in un contesto aziendale, anche se mi rendo conto che, probabilmente, dovrò andare all’estero”. Un consiglio ai ragazzi che intraprendono ora la carriera universitaria: “Scegliete in base alle vostre aspirazioni e attitudini. Una volta all’università, però, impegnatevi e, soprattutto, seguite i corsi con attenzione!”.
Con una media del 29,8 e una laurea conseguita con il massimo dei voti, nel luglio dell’anno scorso perfettamente in regola, Massimiliano Villone è il miglior laureato del 2010. Napoletano, ventiquattro anni, attualmente dottorando presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica, descrive come “stimolanti” gli anni da studente. “Il primo impatto con le discipline di base – dice – può apparire noioso, ma basta avere la pazienza di attendere il secondo semestre e tutto diventa più interessante. Io ho studiato sempre con energia e passione”. Tra gli esami più “pesanti”, quello di Elettrotecnica – “i contenuti non mi piacevano affatto, e poi l’ho studiato nella calura di luglio” – mentre “tutti quelli del settore della Meccanica dei fluidi mi hanno sempre affascinato, e ho cercato sempre di approfondire”. Ma la vita di uno studente, seppur modello, non è fatta solo di lezioni ed esami. Massimiliano sottolinea di non aver mai dovuto rinunciare “all’atletica leggera (mi sono sempre allenato tutti i giorni), allo studio delle lingue, tantomeno alle serate con gli amici, neanche sotto esame”. Il segreto sta, allora, in una buona organizzazione. A distanza di pochi decimi, con una media del 29.5, Anna Nuzzo, laureata nel settembre dell’anno scorso con 110 e lode. Venticinque anni, di Maddaloni, dice di aver scelto Ingegneria Chimica “perché è un Corso molto formativo a livello industriale, essendo incentrato sull’ingegneria di processo, e prepara una figura professionale estremamente flessibile”. “In questi cinque anni, – continua – ho imparato tanto grazie ai docenti molto preparati che credono nel lavoro che fanno e ci trasmettono la passione per le discipline di studio”. Le difficoltà, è ovvio, non mancano. “Il primo anno è di sbarramento: è previsto lo studio delle materie di base (Chimica, Fisica, Matematica) e non è semplice superare gli esami. La Fisica a me, ad esempio, non è mai piaciuta, ma mi sono rimboccata le maniche e mi sono messa a studiare”. Al secondo anno si comincia con lo studio delle materie caratterizzanti, come Termodinamica, Macchine o Chimica organica, con i testi in inglese. “Si tratta di un inglese tecnico, facilmente comprensibile. Fondamentale seguire le lezioni, porre attenzione alle spiegazioni e prendere appunti”. Attualmente Anna si occupa di un progetto di ricerca sulle plastiche bio presso il Dipartimento di Ingegneria dei materiali, ma sogna, un giorno, di spostarsi in azienda. “Vorrei occuparmi di ricerca applicativa in un contesto aziendale, anche se mi rendo conto che, probabilmente, dovrò andare all’estero”. Un consiglio ai ragazzi che intraprendono ora la carriera universitaria: “Scegliete in base alle vostre aspirazioni e attitudini. Una volta all’università, però, impegnatevi e, soprattutto, seguite i corsi con attenzione!”.