Il prof. Guido Russo tra gli arrestati Global Service

Ha destato grande impressione nel mondo universitario napoletano la notizia che tra i 13 arrestati nell’inchiesta Global Service – Comune di Napoli (un affare da 400 milioni di euro) – ai domiciliari dal 17 dicembre – ci sia anche un illustre professore della Facoltà di Scienze del Federico II, il prof. Guido Russo. Che, stando all’ordinanza della Procura di Napoli che ha disposto gli arresti, lo definisce “dipendente occulto” del sig. Alfredo Romeo, titolare dell’azienda. Il prof. Russo compare anche nel CdiA della Global Service. Ferma restando la presunzione di innocenza fino a sentenza della Magistratura, l’arresto è stato argomento di riflessione in diversi ambienti universitari nelle ultime settimane. Con un commento chiaro: “Se la società politica napoletana e quella istituzionale non attraversano un momento felice, va anche detto che questi mondi non si muovono da soli, ma con commistioni di ambienti professionali e, talvolta, spiace dirlo, anche universitari. Di fatto, facendo mancare un controllo critico sugli atti della pubblica amministrazione”. Il prof. Guido Russo, 55 anni, è un personaggio scientificamente molto conosciuto al Federico II, studioso di peso anche a livello di CNR, è professore ordinario di ‘Reti di Calcolatori’. È, tra l’altro, promotore del progetto S.Co.P.E. del CNR che ha portato alla realizzazione di un supercalcolatore al CSI di Monte S. Angelo, per il Federico II: inaugurato a dicembre ed alla cui conferenza di apertura stava per intervenire anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presenza poi saltata all’ultimo momento per una paventata contestazione studentesca. Ma i quotidiani, tenendo conto delle intercettazioni telefoniche dei magistrati, di frequente evidenziano il ruolo del prof. Russo quale Presidente di Arpa (soci: Università Federico II al 60%, Unione Industriali e Banco di Napoli al 40%) e che, proprio per la funzione in quel periodo ricoperta (da cui è decaduto dallo scorso febbraio), si autoattribuiva il ruolo di ‘garante’ dei rapporti tra Unione Industriali e Global Service. 
L’indagine Global Service e la vicenda del prof. Russo nell’Università riapre ferite antiche, legate proprio alla storia di Arpa. Che, dopo un primo periodo di bilanci miliardari (in lire) sotto le gestioni Nicolais e D’Aponte, con la Presidenza Russo ha visto prodursi un buco di diverse centinaia di migliaia di euro. Con molti docenti universitari (anche di Scienze) che attendono da anni il pagamento delle proprie spettanze per prestazioni scientifiche e dove più d’uno ha attivato o minacciato di passare alle vie legali. Situazione a cui la nuova gestione, sotto la Presidenza del prof. Giovanni Maria Carlomagno (Ingegneria), sta cercando di porre rimedio. 
 
L’atto d’accusa della Procura
 
L’atto d’accusa della Procura della Repubblica di Napoli è molto pesante. E motiva così l’arresto: “RUSSO Guido per aver operato, quale dipendente occulto di ROMEO Alfredo ed essenzialmente insieme a GRITTANI Paola, nella predisposizione dei documenti di gara prodromici alla aggiudicazione dei relativi appalti pubblici comunali, sfruttando a tal fine anche gli incarichi appositamente conferitigli dal Comune di Napoli (in qualità di presidente dell’Arpa – Agenzia Ricerca e Produzione Avanzata dell’Università degli Studi di Napoli Federico II) per lo specifico studio di settore in ordine alla gestione e manutenzione del patrimonio stradale cittadino”. Fin qui la magistratura.
Del progetto S.Co.P.E. Ateneapoli si è occupato un paio di volte, tessendone le lodi. Come è giusto che sia, visto che si parla di “uno dei 500 calcolatori più grandi del mondo” (si veda Ateneapoli del 5 dicembre, pag. 5) a cui hanno lavorato anche molti giovani ricercatori. Anche perché un importante progetto del CNR veniva realizzato a Napoli. Va pure detto che, in epoca di ‘reti’, qualche dubbio è stato segnalato sulla necessità reale di un ‘supercalcolatore’! Ma ciò fa parte del diritto di critica e di visioni diverse sui sistemi tecnologici.
Ribadiamo. Fino a sentenza passata in giudicato, vale comunque la presunzione di innocenza. Di certo l’accusa è forte e potrebbe portare ad  una riflessione collettiva, perché no anche pubblica, e a porsi qualche domanda su taluni rapporti di consulenza retribuita, che hanno visto, negli ultimi anni, il mondo universitario napoletano fortemente presente – con singoli docenti e non come istituzione – ad esempio, negli enti locali cittadini, dove sono circolati fiumi di milioni di euro, ma anche severe critiche sui giornali ed in televisione per servizi pubblici che non hanno portato alcun vantaggio ai cittadini. Anzi.
Paolo Iannotti
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