“In una società in cui i confini nazionali tendono vieppiù a sfumare, facilitando la circolazione di persone e idee, L’Orientale si pone in modo strategico, perché, come amiamo definirci, siamo una finestra sul mondo”. Con queste parole il suo Rettore, Pasquale Ciriello, presenta l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, con i suoi tre secoli di storia la più antica Scuola di sinologia e orientalistica del continente europeo.
13mila iscritti, tra cui molti studenti fuorisede, quattro Facoltà (Lettere, Lingue, Scienze Politiche e Studi Arabo-islamici e del Mediterraneo), 16 corsi di laurea triennali e 22 specialistiche, L’Orientale si contraddistingue per la sua consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe, sia sul versante antico sia su quello moderno, e per la sua offerta didattica, che mira alla conoscenza dei popoli e delle culture diverse, con un occhio vigile alle nuove professionalità richieste dal mondo del lavoro. Turismo, editoria, diplomazia, commercio internazionale, giornalismo, cooperazione internazionale sono solo alcuni degli sbocchi occupazionali alla portata dei titoli rilasciati dalle quattro facoltà umanistiche dell’Ateneo. Lauree deboli, si dice in giro. “Le statistiche – replica Ciriello – dimostrano che nessun CdL dà garanzie per il lavoro, incluse le cosiddette lauree forti, quelle scientifiche”. Meglio, quindi, seguire le proprie inclinazioni nella scelta della Facoltà, dice il Rettore, perché “il segreto per riuscire è la passione, che fa superare qualsiasi ostacolo”.
Iscriversi a L’Orientale, tuttavia, significa anche misurarsi con una parziale disorganizzazione. “Sono anni che ci hanno affibbiato l’etichetta di Ateneo con un corpo docente preparato e disponibile, che però non brilla per comunicazione. Ed è vero, spesso vengono spostate date di esami oppure aule e giorni di lezioni senza avviso. Ma la mia paura – si difende Ciriello – è che il nostro tradizionale disordine sia diventato un luogo comune piuttosto che la realtà dei fatti. Proviamo a guardare i tanti passi in avanti fatti dall’Ateneo: alle lamentele per il decoro di alcune nostre sedi, come Palazzo Sforza, abbiamo risposto con l’acquisto del Palazzo del Mediterraneo – che ci è stato invidiato – e la ristrutturazione di Palazzo Giusso e dell’edificio di via Duomo; entro fine anno, inoltre, per la prima volta L’Orientale avrà una Casa dello Studente, ubicata al centro di Napoli, al posto degli uffici amministrativi di via Melisurgo, che disporrà di una settantina di posti letto”.
Non disperino, dunque, le future matricole. “L’ingresso all’università prevede sempre una fase di adattamento – sostiene il Rettore – Posto che da noi a questa si aggiunge anche un pizzico di disorganizzazione, agli studenti dico: non scoraggiatevi, perché ne uscirete soddisfatti, come dimostrano i tanti nostri laureati che incontro in giro per il mondo, affatto pentiti di aver scelto L’Orientale come università in cui studiare”.
Paola Mantovano
13mila iscritti, tra cui molti studenti fuorisede, quattro Facoltà (Lettere, Lingue, Scienze Politiche e Studi Arabo-islamici e del Mediterraneo), 16 corsi di laurea triennali e 22 specialistiche, L’Orientale si contraddistingue per la sua consolidata tradizione di studi nelle lingue, culture e società dell’Europa, dell’Asia, dell’Africa e delle Americhe, sia sul versante antico sia su quello moderno, e per la sua offerta didattica, che mira alla conoscenza dei popoli e delle culture diverse, con un occhio vigile alle nuove professionalità richieste dal mondo del lavoro. Turismo, editoria, diplomazia, commercio internazionale, giornalismo, cooperazione internazionale sono solo alcuni degli sbocchi occupazionali alla portata dei titoli rilasciati dalle quattro facoltà umanistiche dell’Ateneo. Lauree deboli, si dice in giro. “Le statistiche – replica Ciriello – dimostrano che nessun CdL dà garanzie per il lavoro, incluse le cosiddette lauree forti, quelle scientifiche”. Meglio, quindi, seguire le proprie inclinazioni nella scelta della Facoltà, dice il Rettore, perché “il segreto per riuscire è la passione, che fa superare qualsiasi ostacolo”.
Iscriversi a L’Orientale, tuttavia, significa anche misurarsi con una parziale disorganizzazione. “Sono anni che ci hanno affibbiato l’etichetta di Ateneo con un corpo docente preparato e disponibile, che però non brilla per comunicazione. Ed è vero, spesso vengono spostate date di esami oppure aule e giorni di lezioni senza avviso. Ma la mia paura – si difende Ciriello – è che il nostro tradizionale disordine sia diventato un luogo comune piuttosto che la realtà dei fatti. Proviamo a guardare i tanti passi in avanti fatti dall’Ateneo: alle lamentele per il decoro di alcune nostre sedi, come Palazzo Sforza, abbiamo risposto con l’acquisto del Palazzo del Mediterraneo – che ci è stato invidiato – e la ristrutturazione di Palazzo Giusso e dell’edificio di via Duomo; entro fine anno, inoltre, per la prima volta L’Orientale avrà una Casa dello Studente, ubicata al centro di Napoli, al posto degli uffici amministrativi di via Melisurgo, che disporrà di una settantina di posti letto”.
Non disperino, dunque, le future matricole. “L’ingresso all’università prevede sempre una fase di adattamento – sostiene il Rettore – Posto che da noi a questa si aggiunge anche un pizzico di disorganizzazione, agli studenti dico: non scoraggiatevi, perché ne uscirete soddisfatti, come dimostrano i tanti nostri laureati che incontro in giro per il mondo, affatto pentiti di aver scelto L’Orientale come università in cui studiare”.
Paola Mantovano