Il software libero di Richard Stallman

Tappe campane per Richard Stallman, fisico ed informatico di fama internazionale che nel corso del suo tour italiano ha svolto le sue conferenze presso gli Atenei della regione. Il 20 gennaio è stato ospite a Monte Sant’Angelo. Teorico del Free Software e promotore del movimento GNU/Linux (che utilizza solo il nucleo del sistema operativo Linux), Stallman ha condotto un’interessante riflessione sulla possibilità di applicare ad altri campi umani la filosofia alla base del movimento per il software liberamente fruibile, ma non gratis. Software ‘Libero’, quindi, detto in italiano. “Perché rende molto meglio il concetto di quanto faccia l’inglese in cui ‘libero’ può significare anche ‘gratuito’”, dice Stallman che ha basato essenzialmente il suo ragionamento sulla possibilità di generare valore e conoscenza abolendo il copyright. Come dovrebbe essere un software che risponde a questa filosofia. In primo luogo se ne dovrebbe vedere il programma sorgente, perché il principio di fondo è che, una volta acquistato, un programma può essere anche modificato e liberamente distribuito. Quello del copyright appare quindi un alibi, contro il quale si stanno muovendo anche tanti artisti e persone che lavorano nel settore dell’editoria. Se i diritti di un’opera appartengono ad un editore, l’autore che ha con questi un contratto e non incassa una percentuale in maniera proporzionale rispetto alle vendite non riesce a farsi conoscere dalla massa dei lettori. Negli Stati Uniti sulla produzione intellettuale pesa la cosiddetta Michy Mouse Low, la proroga del diritto d’autore oltre i termini di scadenza per la sua creatura, voluta dalla Walt Disney. Quali le proposte alternative? Dieci anni di copyright per i romanzi (benché la vita media di un libro sia di circa tre anni), tutela dei saggi, ma libertà di poter modificare e aggiornare manuali e testi di lavoro. Anche per la musica si potrebbe immaginare un sistema di finanziamento utilizzando gli abbonamenti ADSL. Soprattutto vietato parlare di pirateria, perché “non vedo alcun assalto dei pirati”, commenta lo scienziato a chi glielo domanda. Al termine dell’incontro alcune società informatiche hanno parlato delle loro esperienze di lavoro software libero sviluppato in collaborazione con i propri clienti. 
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