In Facoltà con l’ombrello

Ci sarebbe voluta l’arca di Noè, durante le lezioni di martedì 17 aprile, nella Facoltà di Giurisprudenza. Un forte temporale si è abbattuto sull’edificio di via Porta di Massa, allagando quasi del tutto tre piani. Attimi di panico fra gli studenti. La paura di scivolare, di quell’acqua troppo vicina ai fili della corrente elettrica, ha messo in allarme chi stava seguendo i corsi nelle aule. C’è chi ha aperto gli ombrelli per muoversi nell’edificio. Dal secondo piano, attraverso le grandi aperture posizionate tra livelli (in Facoltà le chiamano botole), una cascata d’acqua è arrivata fino al piano terra. “Sono stati attimi concitati – racconta Roberto Iacono, rappresentante degli studenti in Consiglio d’Ateneo – Ero in Facoltà per seguire una lezione, come tanti miei colleghi. All’improvviso abbiamo visto arrivare l’acqua dai piani superiori, in un attimo era tutto allagato, occorreva l’ombrello per potersi spostare nelle zone in cui si era formata la cascata”. In un primo momento si è pensato ad un problema strutturale, che una parte dell’edificio fosse ceduto. Chiarisce Iacono: “Non è esatto, non è ceduta alcuna parte della struttura. Il Palazzo di Vetro è un edificio giovane, costruito nel 1992, appena vent’anni fa. Ciò che ha provocato l’ingresso dell’acqua è imputabile alla mancata pulizia di alcune griglie posizionate all’esterno. La ditta incaricata si è sempre fermata alla pulizia interna, tralasciando le pareti esterne, i relativi vetri e tubi di scarico. In questo modo, dopo tanti anni, le griglie destinate alla fuoriuscita esterna dell’acqua piovana si sono otturate, causando quindi l’allagamento del secondo piano. Da qui l’acqua è poi defluita al di sotto, attraverso le botole posizionate al centro di ogni piano”. Le lezioni sono state sospese immediatamente: “Per questioni di sicurezza gli studenti sono stati allontanati dalla Facoltà. Ci siamo, poi, recati all’Ufficio di Presidenza, raccontando ciò che stava avvenendo a Porta di Massa. La Presidenza ha subito avvertito l’ufficio di competenza del Polo delle Scienze Umane e Sociali. L’intervento è stato tempestivo. L’acqua è stata rimossa alcune ore dopo, ripristinando la normalità. Abbiamo però chiesto – aggiunge Iacono – una perizia sull’edificio in modo che venga fatta luce sull’accaduto”. L’incolumità degli studenti non può essere messa in pericolo durante un semplice temporale. “Occorre una maggiore manutenzione per salvaguardare tutti noi, un monitoraggio continuo che accerti ogni volta l’agibilità delle strutture. Con la collaborazione dei rappresentanti degli studenti, andremo fino in fondo a questa storia. Chiediamo maggiori garanzie”.
Tanta paura fra gli studenti presenti il giorno 17. “Al bar, al secondo piano, siamo abituati a vedere piovere all’interno – racconta Marzia Piccolo – Ogni volta che c’è pioggia non possiamo sederci ai tavoli. Tuttavia, quello che è successo ci ha impauriti. Abbiamo sentito un rumore forte, era l’acqua che entrava prepotentemente al piano. Subito ci siamo precipitati per vedere cosa stesse accadendo, pian piano ci siamo allagati”. “La cosa più brutta è successa a noi che eravamo ai piani inferiori – dice Nunzio Marolda – L’acqua scendeva a cascate, chi si è trovato sotto l’apertura, si è bagnato completamente. Abbiamo aperto gli ombrelli per ripararci, cercando di non scivolare sul pavimento bagnato”. I ragazzi che, invece, seguivano le lezioni: “abbiamo sentito uno scroscio forte e siamo sbalzati fuori dall’aula, in un attimo abbiamo capito che si stava allagando il piano. Il docente ci ha chiesto di uscire dall’aula, così ci siamo recati al piano terra, dopo un po’ le lezioni sono state sospese”, spiega Elia Giordano. “Volevo chiedere una barca a remi – scherza Antonella D’Alessandro – Questi tipi di optional non sono inclusi nelle tasse? Ogni anno noi studenti ci adeguiamo all’aumento delle tasse; l’edificio non dovrebbe adeguarsi agli anni che passano?”. Quello che più ha allarmato Marcella Melorio: gli schizzi d’acqua vicino agli impianti elettrici. “Per fortuna non c’è stato alcun incidente. Ma che spavento!”. 
Susy Lubrano
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