Inaugurato l’anno accademico dell’Università Parthenope

Maggiori fondi, un più proficuo rapporto tra Università, imprese e governo locale, acquisizione di nuovi edifici – parte dei quali da destinare ad una residenza universitaria – e riposizionamento strategico dell’Ateneo, i punti focali del discorso con cui lo scorso 7 febbraio il Rettore del Parthenope Gennaro Ferrara ha inaugurato l’anno accademico 2004/05, l’ottantaseiesimo dalla sua fondazione. Il diritto allo studio, inoltre, è stato il  tema dominante negli interventi del rappresentante degli studenti Antonio Cuocolo e del viceministro dell’Istruzione e della Ricerca Stefano Caldoro. Al prof. Claudio Quintanto, Preside della Facoltà di Economia, l’onere della prolusione intitolata “L’Information Technology per l’analisi dei fenomeni economici”, presentata ad una platea avvolta nel blu dell’Aula Magna di via Acton – colore simbolo dell’Ateneo – composta da rettori, docenti e personalità di spicco, tra cui il prefetto Renato Profili, il procuratore capo di Napoli Amedeo Lepore, il procuratore generale Vincenzo Galgano. 
La commemorazione dell’illustre collega Luigi De Rosa, scomparso a metà ottobre, il primo atto del Rettore Ferrara: “questa giornata è dedicata all’amico De Rosa che, con le sue molteplici attività, ha contribuito alla crescita culturale di questo Ateneo”. Poi il discorso. L’Università italiana chiede finanziamenti pubblici. “Il nostro Paese investe meno in ricerca rispetto alla media degli altri Paesi europei, che, a loro volta, investono meno del Giappone e degli Stati Uniti. Pertanto, per essere competitivi a livello internazionale bisogna potenziare le attività di ricerca”. Invece, l’Università attuale – per Ferrara “autoreferente e autocelebrativa” – non è riuscita a far comprendere ai Governi le sue difficoltà. Ed ora arranca.
Più soldi per l’Università significano sì sviluppo economico e produttivo, ma “a patto che ci sia una graduale integrazione tra Università e imprese. La conoscenza va costruita adeguandola ai contesti in cui viene creata”, il monito di Ferrara. Il riferimento è alla Silicon Valley americana e agli accademici della Stanford University; al Massachusetts Institute of Technology; all’Area Science Park di Trieste, dove la sinergia tra Università, imprese e governo locale ha realizzato un risultato che dovrebbe essere la norma per il nostro Mezzogiorno. In Italia, invece, e in Campania in modo particolare, ognuno va per sé: “ecco perché Bagnoli resta Bagnoli e non diventa né Göteborg né Bilbao”.
La funzione sociale del Parthenope. “Migliorare la qualità della vita, soprattutto in aree dove è forte il degrado ambientale, è la nostra mission”. Di qui l’istituzione della Facoltà di Giurisprudenza a Nola, oppure l’avvio – quest’anno – di un CdL in Management delle Imprese Turistiche a Vico Equense. In stand by il progetto di utilizzare i beni confiscati alla camorra a Giugliano per destinare nuovi locali alla Facoltà di Scienze Motorie, come pure i lavori di ristrutturazione per la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi in via Medina e per il plesso dell’ex-Filangieri, “ancora in attesa degli indispensabili finanziamenti”. Unico ateneo campano a non avere uno studentato, il Parthenope ha avviato una procedura “per l’acquisto di un edificio nei pressi del Centro Direzionale da adibire a residenza universitaria”.  
Negli anni Ottanta l’imperativo era crescere. Oggi, con i suoi 18.000 studenti, le sue cinque Facoltà e le decine di corsi di laurea, il futuro traguardo dell’Università Parthenope è “puntare su elevati livelli di qualità delle funzioni di ricerca, didattica e dei servizi offerti”. Di fatto, quest’anno l’Ateneo ha svolto un’intensa attività scientifica; ha migliorato e ampliato l’offerta formativa, aggiungendo cinque nuovi corsi di laurea specialistica e due di laurea triennale; ha, infine, potenziato il servizio di Orientamento in entrata, in itinere e in uscita per gli studenti. “L’auspicio – chiude Gennaro Ferrara – è che il riposizionamento strategico del nostro Ateneo avvenga con la fattiva partecipazione di tutte le componenti della nostra Università e con una condivisione degli obiettivi e delle modalità di attuazione”.
Paola Mantovano
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