Ingegneria festeggia il prof. Vittorio Betta

Una lezione di Fisica Tecnica molto particolare su “Benessere termoidrometrico”. E’ stata l’ultima del prof. Vittorio Betta, padre della Fisica Tecnica e maestro indiscusso della Facoltà di Ingegneria federiciana. Giunto al 72esimo anno di età, il professore va in pensione e lascia il suo corso ufficiale. Perciò quella del 9 giugno è stata anche una festa cui hanno partecipato allievi vecchi e nuovi, amici e colleghi. Attorno alle ricerche compiute dal prof. Betta è sorta una Scuola che raccoglie studiosi di tutta Italia, rappresentati nell’occasione da ricercatori e docenti provenienti da Palermo, Roma, Ancona, Bari, Padova, Genova. 
Ad introdurre la lezione, nell’Aula Scipione Bobbio, affollatissima, il Preside prof. Edoardo Cosenza, che ha espresso un sentito ringraziamento al professore per l’impegno profuso sul piano sia della ricerca che della didattica. All’ex Preside Vincenzo Naso è toccato il compito di moderare gli interventi di saluto da parte di alcuni dei colleghi-amici. Il primo a parlare è stato il Rettore della Federico II, prof. Guido Trombetti, che non è voluto mancare all’appuntamento nonostante si stesse svolgendo in contemporanea la celebrazione per i 60 anni della Repubblica: “ho salutato il Prefetto e sono corso qui per festeggiare assieme a voi Vittorio Betta”. Il Rettore non ha mancato di affrontare anche temi a lui molto cari, di cui il prof. Betta si è fatto testimone negli anni in cui ha insegnato: l’attenzione per gli studenti, la funzione didattica che caratterizza l’università, l’importanza del legame con gli allievi. “Noi non siamo l’Enea, non siamo il CNR, all’università si fa ricerca e si fa didattica – ha detto il Rettore- la singolarità della vita universitaria sta proprio in questo rapporto tra maestro e allievo”. Gino Moncada Lo Giudice ha rievocato affettuosamente alcuni momenti di un’amicizia quarantennale, rivolgendosi al professore in modo confidenziale, a suo agio di fronte a una platea fatta per lo più di persone con cui da tempo si sono instaurate “relazioni andate ben oltre la semplice colleganza”. Visibilmente emozionato il prof. Adolfo Senatore, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica, nel quale, come sottolineato dal prof. Naso, “Vittorio Betta ha da sempre profuso il suo magistero”. Senatore ha voluto esprimere, prima ancora che la stima e l’affetto dei docenti di Ingegneria meccanica, il ringraziamento e la devozione degli studenti. “Dico loro che sono stati gli ultimi fortunati a godere delle lezioni del prof. Betta”. Poi, rivolgendosi allo stesso Betta: “tutti ti dobbiamo ringraziare: durante le tue lezioni per la prima volta ci siamo sentiti ingegneri. Di te apprezzeremo sempre il grande rigore metodologico, la capacità di comunicazione scientifica, la signorilità e la serenità. Speriamo di poter avere sempre il tuo suggerimento illuminante che ci aiuti a risolvere i problemi”. 
Una grande soddisfazione e una grande gioia per il prof. Betta. “Mi sono state tributate manifestazioni di affetto da colleghi, amici e allievi provenienti da tante parti d’Italia – ha affermato- è una enorme soddisfazione”. 
Cosa cambierà da oggi per Vittorio Betta? “Non terrò più il mio corso ufficiale, ma certo continuerò ad interagire con gli studenti. Sono 40 anni che mi occupo di Fisica Tecnica, il Dipartimento è una seconda casa per me”. Il professore ha fatto qualche accenno anche alla sua storia personale, quella di un giovanissimo studente che per tre anni di seguito ha vinto la borsa di studio della Montecatini e che credeva che da grande avrebbe lavorato lì. “Feci pure il colloquio, ma rimasi deluso. Non cercavano me”. All’università c’è stato prima il Dipartimento di Ingegneria chimica, lasciato però quasi immediatamente perché “in quel campo non avrei potuto essere il primo, ma solo il secondo. Uscì infatti un concorso poi vinto da Gianni Astarita, uno studioso eccellente. Io però volevo primeggiare, e abbandonai quel Dipartimento. Rientrai all’università attraverso altre strade”. Strade collaterali condussero il giovane Vittorio Betta verso sponde della ricerca dove “non ero né il primo né il secondo: ero semplicemente solo”. Ed oggi che a parlare di Fisica Tecnica non è più il solo, Betta definisce i suoi allievi come il suo più grande successo. “La nostra Scuola ha prodotto studiosi di grande valore”. 
Chissà che altri non ne vengano tra i ventiquattrenni che hanno assistito alla sua ultima lezione. Quelli che al termine della festa si sono messi in fila per stringergli la mano, fargli gli auguri per la pensione e scattare una foto assieme a lui. 
Sara Pepe
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