Ingegneria ricorda gli studi pionieristici del prof. Napolitano

Un convegno ad Ingegneria per ricordare i cinquant’anni dal lancio del primo satellite, lo Sputnik, condotto sul filo dei ricordi e dei progetti futuri, nel nome di uno scienziato di fama e meridionalista convinto: Luigi Gerardo Napolitano. Scomparso nel 1991, all’età di 63 anni, è stato direttore dell’Istituto di Aerodinamica della Facoltà di Ingegneria, presidente e fondatore del MARS (Microgravity Advanced Research and Support), primo presidente del CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) e consulente di NASA ed ESA. “Ha intuito, prima di tutti, quando sarebbe stato difficile poterlo anche solo immaginare, che Napoli e il Mezzogiorno, potevano diventare poli di eccellenza, nel settore aerospaziale” dice il Preside Edoardo Cosenza nell’inaugurare la manifestazione del 12 novembre. “Scegliamo spesso la Facoltà per le nostre attività, per la sua centralità. Siamo qui oggi per festeggiare, ma anche per individuare meglio i nostri programmi” afferma l’Assessore regionale Teresa Armato. Fernando, figlio del prof. Napolitano, insegna alla LUISS e lavora come manager nel settore aerospaziale. Presenta le iniziative della società dedicata al padre, nata nel 2005, che promuove lo sviluppo di competenze manageriali nel Meridione. Ogni anno viene selezionata un’azienda. “Il suo amministratore segue un corso ad Harvard. Le spese sono condivise. La prima azienda selezionata, la Tecnam, non riusciva a vendere i suoi prodotti, i migliori. Dopo il corso, il proprietario ha fatto delle presentazioni negli Stati Uniti, investito il 30% del capitale in borsa, ingrandito lo stabilimento di Capua e l’anno prossimo inaugurerà una sede americana”. Lo spazio è un ambiente unico, nel quale i processi, condizionati da una composizione di forze che bilancia l’azione della gravità, sono differenti da quelli che si svolgono sulla Terra. “Il primo esperimento di microgravità, progettato da Napolitano, è stato svolto nel 1983, a bordo della navicella Columbus, partita da Cape Canaveral” ricorda il prof Rodolfo Monti. 
“Il nostro è uno dei Dipartimenti più grandi d’Italia, in cui sono rappresentati tutti i campi d’indagine” dice il Direttore del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale, Francesco Marulo. “Ci occupiamo di elaborazione numerica dei segnali, acquisiti dai satelliti”, spiega Gianfranco Fornaro, ricercatore del CNR, che mostra una serie di applicazioni, basate sull’utilizzo dei sensori satellitari, per studiare deformazioni associate a faglie o estrazioni dal suolo. 
Il MARS è nato nel 1989, su iniziativa di un gruppo di giovani ricercatori. “Abbiamo inventato e proposto il concetto di controllo a distanza. Abbiamo scritto una storia non tracciata da nessuna parte, senza contare che, oggi esistono in tutta Europa altri dieci centri analoghi. La nostra è stata un’idea vincente” illustra Raimondo Fortezza. 
L’Osservatorio Astronomico di Capodimonte si occupa di tutti gli aspetti dell’astronomia moderna. Svolge ricerca applicata e partecipa ad alcuni dei più importanti progetti internazionali. “Voglio presentare i progetti che stiamo portando avanti, nell’ambito di missioni spaziali, per l’esplorazione del sistema solare” dice il Direttore Luigi Colangeli. Da sempre l’Osservatorio si occupa di polveri, comete e ambiente interplanetario. Ora c’è anche dell’altro. “Stiamo convertendo le tecnologie che abbiamo messo a punto, per monitorare l’ambiente terrestre. È un progetto che abbiamo portato avanti con delle aziende campane, una delle quali nata come spin-off, in seguito alla collaborazione con noi”. “Stiamo studiando un biosensore per captare radiazioni che tra un paio d’anni volerà sulla Stazione Internazionale. Ci auguriamo possa essere utile anche in quei contesti in cui, ad esempio per lavoro, si può essere soggetti a radiazioni, per individuarne in tempo eventuali fuoriuscite” chiarisce il prof. Giuseppe Palumbo. 
“Voglio raccontare agli studenti l’importanza di andare all’estero e di non smettere mai di imparare” afferma Mario Cosmo che dopo la laurea ha soggiornato ad Harvard, dove è rimasto per vent’anni, fino al 2006 quando è tornato, grazie alla legge sul rientro dei cervelli. Oggi lavora all’ASI. 
“Questa giornata è dedicata soprattutto agli studenti, perché conoscano le possibilità che hanno a disposizione ma anche la storia che hanno alle spalle” sottolinea il prof.Antonio Moccia, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Aerospaziale ed ex allievo di Napolitano, del quale parla con grande emozione. “È  stato il Direttore dell’Istituto di Aerodinamica, presso il quale, nel ’75, ho vinto una borsa di studio. I soldi non arrivavano e quando alla fine dell’anno glielo riferimmo, lui si arrabbiò tantissimo dicendo che ci eravamo comportati come bambini viziati. Soprattutto ricordo che, sotto il profilo didattico, aveva un fascino incredibile. Le sue lezioni erano bellissime”. Nel corso della mattinata, è stato anche proiettato un filmato relativo all’ultimo esperimento svolto dal CIRA di Capua. 
Tanti gli studenti presenti in aula. “Sono ancora al triennio, non ho ancora deciso in quale ambito specializzarmi. Accetto passivamente per poi decidere in futuro”, scherza  Annarita Tufano che proseguirà con  gli studi fino al titolo quinquennale. “È una bella manifestazione. Ho scelto questi studi un po’ per curiosità, un po’ per le opportunità di lavoro che offrono, anche in zona” aggiunge Marco Magnifico.
Simona Pasquale
- Advertisement -




Articoli Correlati