Inglese e Cinese: la ressa per seguire le lezioni ed altre battaglie

Per gli aspiranti sinologi ed anglofoni il tour de force per assicurarsi un posto a sedere è una costante. “Sono qui già dalle otto – racconta Eleonora, studentessa iscritta al primo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate – ma la lezione di Inglese inizia alle 10.30. Puntualmente rischiamo il linciaggio per entrare in aula: più di 200 persone in un’aula, quella delle Mura Greche, da 100 posti e passa. La situazione non cambia quando seguiamo il lunedì pomeriggio nell’aula ANMIG in via dei Fiorentini, c’è sempre gente accovacciata per terra. Inoltre, lì spesso non funzionano il microfono e il pc: un grande limite”. La suddivisione in cognomi, per rendere più efficace lo svolgimento della didattica, non sembra beneficiare i corsi dai grandi numeri. “Per me – interviene la collega Marisa – la situazione è acuita dal seguire in un’aula, quella delle ex Scuderie, senza finestre: fa troppo caldo, dopo due ore l’aria diventa viziata e non si respira più”. “Al secondo anno la frequenza ai corsi di Inglese cala drasticamente – rassicura Iryna, studentessa al secondo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate – vuoi per una selezione naturale, ma anche perché molti danno per scontato di conoscere già la lingua”. Però, asserisce la studentessa, “restare in piedi, se non ti anticipi, è un dato di fatto che accomuna quasi tutti i corsi”. E propende per una soluzione drastica: “il numero chiuso, anche per evitare gli intrusi che hanno scelto questo Corso per ripiego, non avendo superato i test d’ammissione altrove”. Per gli studenti della seconda annualità d’Inglese, ciclo di 4 lezioni ‘a sorpresa’ fissate per il sabato. “Nel corso del prof. Hamill Alfredo Scott, ci sono quattro lezioni da recuperare: non potendole incastrare diversamente, l’unico spazio libero è il sabato. Un sacrificio per noi, che vede ridotto il tempo da dedicare allo studio. L’unica nota positiva è che siamo veramente in pochi a seguire!”, racconta Irene, studentessa a Lingue, Lettere e Culture comparate. L’affollamento non risparmia gli anni successivi al primo. “Se stai seduta per terra o in piedi, non riesci a seguire bene. Ogni mattina inizia la battaglia per entrare in aula. Però si prova a disertare le prime file di banchi: sedersi in prossimità del docente equivale ad essere interpellati più frequentemente”, afferma Luisa, studentessa a Lingue, Lettere e Culture Comparate. “Sto seguendo il corso di Cinese III per la seconda volta – racconta Paola, laureanda in Lingue, Lettere e Culture Comparate – è l’ultimo esame che mi manca, l’ho già ripetuto quattro volte. All’esame si richiedono traduzione dal cinese all’italiano, composizione scritta di almeno 250 caratteri, esercizi di grammatica e comprensione di un testo con le domande. Il tutto da completare in quattro ore. A lezione, però, c’è un ambiente eterogeneo in termini di preparazione: non tutti siamo sullo stesso livello. Sto valutando l’ipotesi, pur se costa grandi sacrifici, di ricorrere a lezioni private in modo da avere un feedback continuo con il docente, cosa che non accade in un’aula affollata fino all’inverosimile. È una sensazione di fallimento estremamente frustrante”. Un’altra nota dolente: la carenza di aule studio. “Il lunedì ho quattro ore di spacco – racconta Valentina, matricola a Lingue, Lettere e Culture Comparate – Dopo la lezione di inglese che finisce alle 10.30, devo aspettare fino alle 16.30 perché inizi quella di cinese. Lo spazio per studiare bisogna cercarselo, perché i corridoi di via Duomo sono sempre occupati e nelle biblioteche si può accedere solo per la consultazione dei libri”. “Mi sento un po’ una mina vagante – conclude Rita, matricola a Lingue, Lettere e Culture dell’Europa e delle Americhe – Corse continue da una sede ad un’altra, stress mattutino per arrivare in anticipo a lezione a cui si alternano fasi di stop. Tra tasse e spese per i trasporti, mi organizzo con la colazione a sacco: i cortili e i gradoni nei palazzi non saranno tanto congeniali, ma è l’unico modo per ottimizzare i tempi senza prosciugare ulteriormente le tasche”.
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