Intelligenza, duttilità e conoscenza dell’italiano, oltre che delle lingue straniere, per diventare traduttori nelle istituzioni europee

Una ex studentessa de L’Orientale in cattedra per svelare i segreti di una professione affascinante: quella di traduttrice in una delle principali istituzioni dell’Unione Europea. “L’Orientale è stato un trampolino di lancio, il punto di partenza per lo studio delle lingue. È stata la base per il mio piccolo capitale. Il concorso di traduttore presso la Comunità Europea lo tentai quasi per caso. All’epoca le informazioni viaggiavano più lentamente”, racconta Giulia Gigante, laurea quadriennale in Lingue e Letterature straniere moderne (russo e inglese quadriennali, francese e spagnolo biennali) conseguita nel 1984, con un successivo dottorato in Slavistica presso l’Università La Sapienza di Roma. Oggi è traduttrice presso la Direzione Generale della Traduzione (DGT) della Commissione Europea. E grazie al progetto Visiting Translator Scheme (VTS) organizzato dalla DGT, che offre ai traduttori della Commissione Europea la possibilità di presentare un programma da attuare in ambito accademico, la dott.ssa Gigante ha potuto svolgere un ciclo di incontri sull’attività di traduzione per gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Linguistica e Traduzione specialistica. “La proposta da me avanzata – spiega – si articolava essenzialmente in tre punti: ritornare nel luogo in cui si è studiato per rinsaldare un legame di tipo professionale, comunicare informazioni utili ai giovani del Sud, illustrare le prospettive di lavoro presso le istituzioni europee, i bandi dei concorsi per l’assunzione in loco nonché le principali banche dati da cui attingere le risorse terminologiche necessarie per lo svolgimento dell’attività traduttiva”. 
L’iniziativa, promossa dal Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati, si è svolta l’11, 13 e 14 novembre. Ai suoi più giovani colleghi, la relatrice ha spiegato le opportunità e prospettive lavorative e illustrato le fonti terminologiche per la traduzione specialistica. Glossario della rete Rei, Iate, Eurlex e Ramon Eurostat sono stati segnalati come tra i più accreditati database a cui si può ricorrere nell’esercizio dell’attività traduttiva specialistica. L’ultimo giorno del ciclo di incontri si sono svolti, invece, laboratori di lingua russa, francese e inglese. Ma quali sono i requisiti per essere un buon traduttore? “Preparazione, intelligenza, flessibilità, duttilità sono caratteristiche fondamentali nel profilo di un aspirante traduttore”, sostiene la Gigante. La formula vincente per un curriculum linguistico: “la competenza di almeno due delle lingue procedurali (inglese, francese e tedesco) e di almeno una lingua del ceppo slavo o baltico, la cui conoscenza rappresenta una corsia preferenziale nello scorrimento delle graduatorie”. Tuttavia la piena padronanza della propria lingua resta la condizione principale da prediligere: “Imparate bene l’italiano, è l’unico modo per rendere una traduzione fluida, naturale e far sì che all’orecchio del lettore non giunga l’eco del calco. Mantenete ampia la gamma degli interessi, leggete gli articoli di cultura, di politica internazionale, tenetevi allenati, mettetevi alla prova senza mai dire no. Il mercato della traduzione oggi è piuttosto disastroso: fatevi valere, imponete condizioni migliori che saranno a vantaggio di tutti”.
L’evento è stato accolto con grande entusiasmo e partecipazione dagli studenti. “Questi incontri sono stati molto utili e chiarificatori in merito all’iter, fino ad adesso sconosciuto, per intraprendere la carriera di traduttori presso le organizzazioni internazionali”, commenta Francesca. “Non conoscevo bene tutte le opportunità lavorative possibili nell’ambito della traduzione: il free lance potrebbe essere, per esempio, il primo passo per fare un po’ di gavetta”, interviene la collega Maria. Non solo spunti informativi, ma anche pratica dell’attività traduttiva negli incontri dedicati al laboratori. “Ci siamo cimentati nella traduzione dall’inglese all’italiano di un comunicato stampa dell’UE, e di un testo sul tema della disoccupazione giovanile in Europa. È stato abbastanza complesso applicare le giuste strategie traduttive: per la prima volta abbiamo toccato con mano testi di carattere istituzionale”, spiegano Vincenza e Anna. “Nel nostro Corso non sono previsti laboratori di questo tipo, sarebbe opportuno moltiplicare queste occasioni che hanno il merito di affinare le nostre competenze e abilità linguistiche”, aggiunge Antonio. Il dibattito ha lasciato spazio anche alle strategie di ricerca del lavoro in una realtà sempre più a portata di clic. “Ci è stato illustrato il portale Eures, la rete europea dei servizi per l’impiego che facilita l’incontro della domanda con l’offerta. Mi iscriverò subito alle newsletter!”, dice Roberta. 
Rosaria Illiano
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