Si ricomincia a tutta forza. Gli studenti di Medicina sono già in aula il 3 marzo, per loro non esistono feste ed il Carnevale non fa eccezione. Le matricole dovranno fare i conti con il primo esame di Anatomia, che desta non poche preoccupazioni. Il semestre lasciato alle spalle è stato abbastanza semplice, ma ora bisognerà cimentarsi con materie mai incontrate prima. “Ho superato tutti gli esami finora, con la media del 28, ovvero: l’idoneità di Bioetica, Chimica, Fisica e Statistica. Non ho incontrato particolari difficoltà. Soltanto Fisica è complicato, per quanto riguarda le dimostrazioni, i concetti da assimilare e le formule da ricordare”, fa presente Andrea Ruggiero. “Il primo semestre è diverso dagli altri, perché le materie che si affrontano le conosciamo già in parte, avendole studiate per il test d’ammissione e a scuola”, continua. Nonostante l’obbligo di frequenza per un 75% delle ore, non tutte le materie richiedono necessariamente la presenza in aula: “per Chimica e Fisica è utile, ma a mio avviso non indispensabile. È importante seguire Statistica invece, perché quello che dice il professore a lezione non lo trovi sui libri”. Non li definisce difficili, ma Andrea ha studiato dodici ore al giorno per preparare gli esami: “sei costretto a farlo, se non hai ripartito lo studio durante i corsi. Di vita sociale se ne fa poca in questo periodo”. Il nuovo semestre si apre con tre corsi da seguire: “Istologia ed Embriologia, Biologia molecolare e Anatomia I. Quasi tutti gli esami sono scritti e orali, alcuni con risposta aperta, altri con la multipla allo scritto. In media abbiamo un’ora e mezza di tempo per rispondere. La modalità a risposta multipla non la preferisco, perché, anche se sei preparato, per un errore di distrazione rischi di perdere un punto”. I bocciati tra scritto e orale sono la metà per quasi tutti gli esami: “il punteggio può salire al massimo di quattro punti rispetto allo scritto”, afferma. Non sono tutti d’accordo, ma ad alcuni il metodo di valutazione piace: “così come la modalità d’esame. Penso che non ci sia modo migliore per verificare le competenze degli studenti. Un po’ come al test d’ammissione, grazie al quale sono riuscito ad entrare al primo colpo, totalizzando 48 punti”, sottolinea Gianantonio De Michele.
Non è certo tutto rose e fiori. Diverse le problematiche che colpiscono gli studenti dei primi anni. “Il problema più diffuso resta quello delle ribaltine di legno, che non ci sono per ogni posto a sedere. Siamo costretti, quindi, a scrivere con i quaderni sulle ginocchia, e anche all’esame la situazione non cambia”, evidenzia Andrea. “Questa mattina abbiamo seguito nell’Edificio 1 in videoconferenza il corso d’Istologia ed Embriologia del prof. Vincenzo Cimini tenuto nell’Edificio 5, ma la qualità audio è bassa e nell’aula si avverte un rimbombo continuo, per cui chi è dietro non sente niente”, lamenta Mariangela Balassi, al primo anno. “Abbiamo riscontrato diversi problemi di ascolto. Il professore non si è accorto che l’impianto audio non funzionava e ha continuato a parlare. So che si alternerà tra gli edifici, ma gli studenti di uno dei due seguiranno sempre in videoconferenza. Questo ovviamente genera un calo d’attenzione in aula”, prosegue la collega Mariateresa Cassiano. La ragazza ha superato brillantemente tutti gli esami del primo semestre, compreso Statistica con il prof. Umberto Giani che ha sollevato qualche critica per i ritardi nella correzione degli elaborati. “L’ho passato con 30, anche se non è stato facile. Il professore ha bocciato 200 persone a gennaio”. L’esame consta di dodici domande a risposta aperta, con la possibilità di consultare manuali in aula: “quindi le risposte a carattere teorico non danno problemi. Le polemiche sono relative al ritardo nelle correzioni perché ora gli orali capitano a ridosso dei corsi”. L’orale si può sostenere in gruppo, “discutendo una tesina su un argomento condiviso on-line su Google Drive, proposto dal docente. Lo scritto non garantisce un voto, ma la dicitura: ammesso, ammesso con riserva, non ammesso. Tra le prime due non si comprende la differenza, perché anche gli ammessi con riserva possono superare l’orale con 30”.
Il secondo anno deve fare i conti con Anatomia II, ostacolo non indifferente per chi vuole accedere al terzo. “Fortunatamente ho superato il blocco, anche se non ho passato Anatomia con la prof.ssa Stefania Montagnani. Infatti, se lasci in arretrato più di tre esami del secondo anno, non puoi iscriverti al terzo, cosa che io sono riuscita a fare”, spiega Martina. “Ora ho solo due esami da affrontare, uno dei quali è appunto lo scoglio per eccellenza, poiché il programma è vasto e specifico e richiede molto tempo per la preparazione”. Anatomia si divide in: “scritto, orale, più una prova di microscopia, affrontati nello stesso giorno. Lo scritto comprende trenta domande a risposta multipla in 45 minuti, difficili perché richiedono un grosso sforzo mnemonico. Superato con almeno con 18, si può accedere alla prova di microscopia, che aggiunge un punteggio ulteriore, prima di passare all’orale, diviso in due parti, con due docenti differenti che chiedono diversi argomenti in programma”.
Allegra Taglialatela
Non è certo tutto rose e fiori. Diverse le problematiche che colpiscono gli studenti dei primi anni. “Il problema più diffuso resta quello delle ribaltine di legno, che non ci sono per ogni posto a sedere. Siamo costretti, quindi, a scrivere con i quaderni sulle ginocchia, e anche all’esame la situazione non cambia”, evidenzia Andrea. “Questa mattina abbiamo seguito nell’Edificio 1 in videoconferenza il corso d’Istologia ed Embriologia del prof. Vincenzo Cimini tenuto nell’Edificio 5, ma la qualità audio è bassa e nell’aula si avverte un rimbombo continuo, per cui chi è dietro non sente niente”, lamenta Mariangela Balassi, al primo anno. “Abbiamo riscontrato diversi problemi di ascolto. Il professore non si è accorto che l’impianto audio non funzionava e ha continuato a parlare. So che si alternerà tra gli edifici, ma gli studenti di uno dei due seguiranno sempre in videoconferenza. Questo ovviamente genera un calo d’attenzione in aula”, prosegue la collega Mariateresa Cassiano. La ragazza ha superato brillantemente tutti gli esami del primo semestre, compreso Statistica con il prof. Umberto Giani che ha sollevato qualche critica per i ritardi nella correzione degli elaborati. “L’ho passato con 30, anche se non è stato facile. Il professore ha bocciato 200 persone a gennaio”. L’esame consta di dodici domande a risposta aperta, con la possibilità di consultare manuali in aula: “quindi le risposte a carattere teorico non danno problemi. Le polemiche sono relative al ritardo nelle correzioni perché ora gli orali capitano a ridosso dei corsi”. L’orale si può sostenere in gruppo, “discutendo una tesina su un argomento condiviso on-line su Google Drive, proposto dal docente. Lo scritto non garantisce un voto, ma la dicitura: ammesso, ammesso con riserva, non ammesso. Tra le prime due non si comprende la differenza, perché anche gli ammessi con riserva possono superare l’orale con 30”.
Il secondo anno deve fare i conti con Anatomia II, ostacolo non indifferente per chi vuole accedere al terzo. “Fortunatamente ho superato il blocco, anche se non ho passato Anatomia con la prof.ssa Stefania Montagnani. Infatti, se lasci in arretrato più di tre esami del secondo anno, non puoi iscriverti al terzo, cosa che io sono riuscita a fare”, spiega Martina. “Ora ho solo due esami da affrontare, uno dei quali è appunto lo scoglio per eccellenza, poiché il programma è vasto e specifico e richiede molto tempo per la preparazione”. Anatomia si divide in: “scritto, orale, più una prova di microscopia, affrontati nello stesso giorno. Lo scritto comprende trenta domande a risposta multipla in 45 minuti, difficili perché richiedono un grosso sforzo mnemonico. Superato con almeno con 18, si può accedere alla prova di microscopia, che aggiunge un punteggio ulteriore, prima di passare all’orale, diviso in due parti, con due docenti differenti che chiedono diversi argomenti in programma”.
Allegra Taglialatela