“Chi sia un architetto è una domanda che ricevo spesso, dagli studenti che si accingono ad intraprendere gli studi, durante gli incontri di presentazione del Corso di Laurea o nelle prime lezioni. Rispondo citando Adolf Loos, un importante architetto del secolo scorso. Scrisse che è un muratore che sa di latino. Lo cito perché coniuga l’essenza della professione: capacità manuale e teoria. Oppure possiamo dire che l’architetto è un professionista (insieme a un numero sempre crescente di altri tecnici) che è chiamato ad ideare ed eseguire (con tutto quello che c’è in mezzo) una parte (e non sempre la più rilevante) delle trasformazioni della città, del territorio, del paesaggio”. Parole della prof.ssa Roberta Amirante, Presidente (in scadenza di mandato) del Corso di Laurea in Architettura Magistrale, che dura cinque anni. “Al primo anno – prosegue – gli studenti affrontano le discipline di base (Storia dell’architettura, Disegno, Analisi matematica) e alcune delle materie caratterizzanti: Tecnologia, Composizione, Urbanistica. Una caratteristica del Corso è la cronologia inversa della Storia dell’architettura… si comincia con la storia dell’architettura contemporanea che viene integrata anche con un modulo di Storia dell’arte. La composizione architettonica viene insegnata nel laboratorio, basato sull’imparare facendo; al laboratorio è integrato un modulo di teorie della ricerca architettonica”. Fondamentale, sottolinea, è la frequenza: “Per il laboratorio è obbligatoria. Chi non segue il 75% delle lezioni non accede all’esame. Anche per le altre materie, però, è importantissima. Architettura non è uno di quei Corsi di studio che si affronta standosene a casa, ammesso che oggi esista un qualche Corso del genere”. Cosa faccia un architetto, dopo la laurea, è una questione solo apparentemente semplice. La libera professione è il sogno di molti ma, sottolinea la professoressa, “è importante si sappia che oggi i piccoli studi professionali sopravvivono con difficoltà, soprattutto nelle realtà metropolitane”. La stessa libera professione, del resto, si esercita in campi diversi: dalla progettazione su vasta scala a quella su piccola scala. C’è poi l’arredamento d’interni. Altro possibile sbocco: la pubblica amministrazione, dalle soprintendenze agli uffici regionali e comunali, fino ai parchi. Fondamentale, dice la docente, “che si abbia consapevolezza che ormai il rapporto tra un architetto ed una pubblica amministrazione avviene spesso anche attraverso forme diverse dall’assunzione a tempo indeterminato”. Un laureato in Architettura, infine, può insegnare le materie tecniche e la storia dell’arte nelle scuole medie e superiori.