L’architetto sivigliano Consuegra in Facoltà, studenti in coda per l’autografo

Aula Magna piena e studenti in coda per un autografo. Questa l’accoglienza riservata al famoso architetto sivigliano Guillermo Vazquez Consuegra, giunto ad Aversa, il 23 maggio, per un convegno organizzato dalla Facoltà di Architettura in collaborazione con il Dottorato di ricerca in Progettazione architettonica e urbana. 
Docente di Progettazione presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio e la Facoltà di Architettura di Siviglia, Consuegra è autore di vari progetti per l’Italia, come il Museo del Mare Galata a Genova, inaugurato in occasione delle Colombiadi. 
“Oggi – ha detto la Preside prof.ssa Cettina Lenza, in apertura della conferenza – abbiamo ospite uno degli esponenti più significativi dell’architettura e questa è una lezione particolarmente importante”. Qualche accenno poi alle opere e alla metodologia di Consuegra: “le sue opere sono un antidoto all’eccessiva spettacolarizzazione dell’architettura odierna, che non insegue valori di costanza e permanenza. Non possiamo poi tralasciare un aspetto fondamentale: il rapporto tra il progetto contemporaneo della residenza e lo spazio pubblico, un rapporto che va ripensato in quanto ogni modificazione produce valore aggiunto all’assetto del sistema”. Il prof. Carlo Alessandro Manzi, docente preso la Facoltà di Aversa, sottolinea la coerenza di pensiero e ragione che è alla base delle scelte architettoniche del progettista spagnolo. “C’è una grande cura dei pezzi, di ogni frammento che rende ancor più valore all’opera. Traspare, poi, l’attenzione per il tema dell’edificio, che ha lo scopo di dare un senso alla comunità nel quale si inserisce”. 
Premesso che “l’architetto trova la sua essenza quando si converte in edificio” e che, per ogni lavoro, “bisogna tenere presenti due fattori molto importanti quali il luogo e la costruzione”, Consuegra passa in rassegna diversi suoi progetti, svelando le chiavi della metodologia dei processi. Il Museo nazionale di archeologia sub-marina a Cartagena, (Murcia); una scuola di formazione a Benevento, il Palazzo della Giustizia a Trento sono solo alcuni degli esempi del lavoro di progettazione e di un processo metodologico a monte della partecipazione a concorsi vinti e non. “Ho imparato a non arrabbiarmi, anche quando perdo ai concorsi – afferma Consuegra – perchè l’esperienza di un concorso fa crescere sempre di un gradino in più”. 
Gli studenti osservano le proiezioni delle astrazioni di modelli, le immagini e le foto degli edifici in costruzione, i disegni, gli schizzi, che non restano tali ma passano in modifica per l’adattamento al territorio in cui sono inseriti, con un occhio di riguardo ai problemi del contesto fisico e all’utilità che possono arrecare alle persone che li frequenteranno. Illustrando il progetto del Palazzo di Giustizia di Trento, Consuegra spiega: “la prima cosa che si vede nella città di Trento è la catena di monti pre-alpini. Di conseguenza, il progetto deve tenere conto anche della formazione morfologica del territorio. L’edificio è costruito con piani inclinati che producono più passaggi in modo da offrire continuità ad un itinerario di verde. Inoltre, l’edificio deve essere chiaro, trasparente. Ci devono essere percorsi separati per i professionisti e per coloro che non frequentano abitualmente queste strutture, le quali devono trasmettere un senso di tranquillità…”. Opere in cui, secondo il prof. Francesco Costanzo, “non si intravede lo sforzo che è stato necessario a costruire il tutto”. Ultimo, in ordine di tempo, il complimento che il prof. Efisio Pitzalis rivolge a Consuegra, “un complimento – dice – che vorrei facessero anche a me. In fondo, Consuegra fa sempre lo stesso progetto, il suo lavoro è come una lenta catena evolutiva dove i progetti si incorporano”.
Soddisfatta della partecipazione da parte dei ragazzi la Preside Lenza: “è stato un insegnamento di grande interesse, i ragazzi hanno partecipato in tanti e sono rimasti fino alla fine per una lezione che non prevede l’attribuzione di crediti formativi”. 
Maddalena Esposito
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