Se la vostra passione è costruire strade, ponti ed infrastrutture, dovreste orientarvi tra uno dei quattro CdL dell’area civile ed ambientale: Ingegneria Civile, Civile per lo sviluppo sostenibile, per l’Ambiente e il territorio, Gestionale dei progetti e delle infrastrutture. Se, invece, preferite i palazzi, allora Ingegneria Edile è ciò che fa per voi (Ingegneria Edile-Architettura, unico corso della Facoltà a numero programmato, ha già svolto le prove d’ammissione). Questi ultimi due corsi, però, fanno parte del settore delle scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile; entrambi, comunque, confluiscono nell’area civile per l’iscrizione all’albo professionale.
“Abbiamo cercato di omogeneizzare il più possibile l’offerta didattica del primo anno ed evitare così duplicazioni di corsi ed esami. Inoltre, abbiamo provveduto a limitare il numero di esami da tre crediti, aumentando di contro gli insegnamenti delle matematiche. Infine, abbiamo inserito un esame giuridico al terzo anno”, spiega il prof. Guido Capaldo, Presidente del CdL in Ingegneria Gestionale dei progetti e delle infrastrutture. Una tradizione lunghissima quella dell’ingegneria civile a Napoli, settore con cui nasce la Facoltà alla Federico II con maestri del calibro di Franciosi, Tocchetti, Galli, Giangreco.
“L’ingegnere civile – spiega il prof. Mario Calabrese, Presidente dell’omonimo CdL – si occupa della progettazione, dell’esecuzione e della gestione di tutte le opere del vivere civile: case, acquedotti, fognature, strade, ponti. S’interessa anche di geotecnica, cioè di come mantenere i manufatti sul territorio. Inoltre, affronta i grandi temi legati alla viabilità, al traffico, al turismo nautico”. Anche l’ingegnere civile per lo sviluppo sostenibile svolge tutte queste funzioni, “ma lo fa con un occhio allo sviluppo armonico del territorio. In altre parole, si concentra sui temi legati al rischio e all’impatto ambientale, in modo da avere una visione a più ampio spettro sulle strutture civili”, riferisce il Presidente del CdL, Claudio Mancuso.
Dal canto suo, “l’ingegnere per l’ambiente e il territorio lavora sulla valutazione del sistema piuttosto che sulla singola opera. Per meglio dire – chiarisce Massimo Greco, Presidente del CdL – realizza infrastrutture diffuse sul territorio (reti stradali, reti idriche, ecc.); si occupa della difesa del suolo (protezione da dissesti idrogeologici o altri eventi catastrofici); opera in ambito della protezione ambientale (depurazione e messa in sicurezza di impianti industriali con lavorazioni pericolose)”. All’ingegnere gestionale dei progetti e delle infrastrutture spetta, poi, “gestire e manutenere strutture e infrastrutture civili. Si tratta di un professionista che aggiunge alla cultura generale in tutti i campi dell’ingegneria civile conoscenze di tipo economico gestionali applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”, afferma il prof. Guido Capaldo. L’ingegnere edile, infine, “costruisce case e palazzi”, illustra la prof.ssa Elvira Petroncelli, Presidente dei CdL in Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura.
PECULIARITA’ DEI CORSI – Ingegneria Civile è il corso, tra quelli dell’area civile ed ambientale, ad aver avuto il numero più alto di matricole – 136 – lo scorso anno, a conferma della grossa attrattiva che continua ad esercitare. Sulla stessa cifra si aggirano anche gli altri, ad eccezione di Civile per lo sviluppo sostenibile, cui si iscrivono in pochi. Il Presidente Mancuso ne individua le ragioni: “Forse gli studenti non hanno ancora compreso gli elementi di novità del CdL in Ingegneria Civile per lo sviluppo sostenibile, e cioè lo sguardo d’insieme e la didattica differenziata”. Questo corso, infatti, “ha il minor numero di esami, appena ventiquattro, tra quelli attivati in Facoltà, tra cui molti da nove crediti. Soluzione che gli studenti hanno molto apprezzato, perché esami più corposi fanno guadagnare tempo per riflettere e per far sedimentare la conoscenza”. Inoltre, “possiamo contare su un corpo docente formato da profondi esperti del settore, tra cui Filippo Vinale, Presidente uscente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie della Federico II, Gaetano Manfredi, direttore del Daps e consulente per la Regione Campania, Luigi Fusco Girard e diversi amministratori locali importanti”.
Quanto ad Ingegneria per l’Ambiente e il territorio, è questo un CdL che si contraddistingue “per avere la maggiore efficienza didattica, così come riportano le statistiche di Facoltà. A differenza di altri, questo corso non è sovraffollato (circa un centinaio di matricole all’anno) e ciò consente un rapporto diretto con gli studenti” (Greco).
Boom di iscrizioni lo scorso anno anche ad Ingegneria Edile. “Ne abbiamo avute ben 219, malgrado sia anche partito il CdL in Ingegneria Edile-Architettura. Un grande appeal legato alla tradizione che caratterizza il corso di Napoli” (Petroncelli). Viste le cifre, da settembre prossimo i corsi del primo e del secondo anno saranno sdoppiati in due cattedre.
ORGANIZZAZIONE DIDATTICA – “Nel percorso didattico, oltre alle materie scientifiche di base e a quelle proprie dell’ingegneria civile, gli studenti di Gestionale dei progetti e delle infrastrutture imparano a leggere e analizzare un bilancio aziendale ovvero a gestire le problematiche economico-gestionali della progettazione e manutenzione di opere civili. Insomma, apprendono come risolvere i problemi operativi che l’imprenditore deve affrontare” (Capaldo).
Nei primi tre anni di Ingegneria Civile “si gettano le basi, per poi crescere nei due anni successivi. Ritengo che sia importantissimo specializzarsi: basta uscire per strada e rendersi conto di quanto lavoro c’è per i nostri laureati, tra traffico in tilt, fogne che perdono, vie del mare da riorganizzare” (Calabrese).
Tre i curricula attivati nel percorso triennale di Ambiente e territorio: Difesa del territorio, Pianificazione territoriale, Protezione dell’ambiente. Si prosegue poi con la Specialistica “che conserva lo stesso nome della laurea di primo livello perché vogliamo che ci sia una forte identità nel corso” (Greco).
La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi. “Il primo è un orientamento più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione” (Petroncelli).
“Abbiamo cercato di omogeneizzare il più possibile l’offerta didattica del primo anno ed evitare così duplicazioni di corsi ed esami. Inoltre, abbiamo provveduto a limitare il numero di esami da tre crediti, aumentando di contro gli insegnamenti delle matematiche. Infine, abbiamo inserito un esame giuridico al terzo anno”, spiega il prof. Guido Capaldo, Presidente del CdL in Ingegneria Gestionale dei progetti e delle infrastrutture. Una tradizione lunghissima quella dell’ingegneria civile a Napoli, settore con cui nasce la Facoltà alla Federico II con maestri del calibro di Franciosi, Tocchetti, Galli, Giangreco.
“L’ingegnere civile – spiega il prof. Mario Calabrese, Presidente dell’omonimo CdL – si occupa della progettazione, dell’esecuzione e della gestione di tutte le opere del vivere civile: case, acquedotti, fognature, strade, ponti. S’interessa anche di geotecnica, cioè di come mantenere i manufatti sul territorio. Inoltre, affronta i grandi temi legati alla viabilità, al traffico, al turismo nautico”. Anche l’ingegnere civile per lo sviluppo sostenibile svolge tutte queste funzioni, “ma lo fa con un occhio allo sviluppo armonico del territorio. In altre parole, si concentra sui temi legati al rischio e all’impatto ambientale, in modo da avere una visione a più ampio spettro sulle strutture civili”, riferisce il Presidente del CdL, Claudio Mancuso.
Dal canto suo, “l’ingegnere per l’ambiente e il territorio lavora sulla valutazione del sistema piuttosto che sulla singola opera. Per meglio dire – chiarisce Massimo Greco, Presidente del CdL – realizza infrastrutture diffuse sul territorio (reti stradali, reti idriche, ecc.); si occupa della difesa del suolo (protezione da dissesti idrogeologici o altri eventi catastrofici); opera in ambito della protezione ambientale (depurazione e messa in sicurezza di impianti industriali con lavorazioni pericolose)”. All’ingegnere gestionale dei progetti e delle infrastrutture spetta, poi, “gestire e manutenere strutture e infrastrutture civili. Si tratta di un professionista che aggiunge alla cultura generale in tutti i campi dell’ingegneria civile conoscenze di tipo economico gestionali applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”, afferma il prof. Guido Capaldo. L’ingegnere edile, infine, “costruisce case e palazzi”, illustra la prof.ssa Elvira Petroncelli, Presidente dei CdL in Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura.
PECULIARITA’ DEI CORSI – Ingegneria Civile è il corso, tra quelli dell’area civile ed ambientale, ad aver avuto il numero più alto di matricole – 136 – lo scorso anno, a conferma della grossa attrattiva che continua ad esercitare. Sulla stessa cifra si aggirano anche gli altri, ad eccezione di Civile per lo sviluppo sostenibile, cui si iscrivono in pochi. Il Presidente Mancuso ne individua le ragioni: “Forse gli studenti non hanno ancora compreso gli elementi di novità del CdL in Ingegneria Civile per lo sviluppo sostenibile, e cioè lo sguardo d’insieme e la didattica differenziata”. Questo corso, infatti, “ha il minor numero di esami, appena ventiquattro, tra quelli attivati in Facoltà, tra cui molti da nove crediti. Soluzione che gli studenti hanno molto apprezzato, perché esami più corposi fanno guadagnare tempo per riflettere e per far sedimentare la conoscenza”. Inoltre, “possiamo contare su un corpo docente formato da profondi esperti del settore, tra cui Filippo Vinale, Presidente uscente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie della Federico II, Gaetano Manfredi, direttore del Daps e consulente per la Regione Campania, Luigi Fusco Girard e diversi amministratori locali importanti”.
Quanto ad Ingegneria per l’Ambiente e il territorio, è questo un CdL che si contraddistingue “per avere la maggiore efficienza didattica, così come riportano le statistiche di Facoltà. A differenza di altri, questo corso non è sovraffollato (circa un centinaio di matricole all’anno) e ciò consente un rapporto diretto con gli studenti” (Greco).
Boom di iscrizioni lo scorso anno anche ad Ingegneria Edile. “Ne abbiamo avute ben 219, malgrado sia anche partito il CdL in Ingegneria Edile-Architettura. Un grande appeal legato alla tradizione che caratterizza il corso di Napoli” (Petroncelli). Viste le cifre, da settembre prossimo i corsi del primo e del secondo anno saranno sdoppiati in due cattedre.
ORGANIZZAZIONE DIDATTICA – “Nel percorso didattico, oltre alle materie scientifiche di base e a quelle proprie dell’ingegneria civile, gli studenti di Gestionale dei progetti e delle infrastrutture imparano a leggere e analizzare un bilancio aziendale ovvero a gestire le problematiche economico-gestionali della progettazione e manutenzione di opere civili. Insomma, apprendono come risolvere i problemi operativi che l’imprenditore deve affrontare” (Capaldo).
Nei primi tre anni di Ingegneria Civile “si gettano le basi, per poi crescere nei due anni successivi. Ritengo che sia importantissimo specializzarsi: basta uscire per strada e rendersi conto di quanto lavoro c’è per i nostri laureati, tra traffico in tilt, fogne che perdono, vie del mare da riorganizzare” (Calabrese).
Tre i curricula attivati nel percorso triennale di Ambiente e territorio: Difesa del territorio, Pianificazione territoriale, Protezione dell’ambiente. Si prosegue poi con la Specialistica “che conserva lo stesso nome della laurea di primo livello perché vogliamo che ci sia una forte identità nel corso” (Greco).
La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi. “Il primo è un orientamento più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione” (Petroncelli).
Lauree
sempre attuali
sempre attuali
SBOCCHI OCCUPAZIONALI – “Secondo me, la laurea in Ingegneria Civile è sempre attuale. Ad oggi, non conosco nessun ingegnere civile che abbia avuto difficoltà a trovare lavoro. Ci sono nostri laureati inseriti all’Arin, all’Enea, all’Assessorato ai Trasporti della Regione Campania, all’Anm, all’Autorità Portuale di Napoli. Quanto al posto fisso, beh, quella è un’altra storia…” (Calabrese). “Come tecnico, l’ingegnere civile per lo sviluppo sostenibile lavora un po’ dappertutto, sia presso le pubbliche amministrazioni che nel privato, oppure per le Autorità di bacino, nelle imprese di costruzioni, nella protezione civile, ecc. Oltre alle nuove costruzioni, si concentra anche sul recupero di opere già realizzate” (Mancuso).
Avete presente i termovalorizzatori? Ecco, questo è un piccolo esempio di ciò che può progettare un ingegnere per l’ambiente e il territorio. Il prof. Greco racconta di aver formato ingegneri “occupati all’Enel Hydro, all’Ato, presso Autorità di bacino, qualcuno ha anche cominciato la carriera universitaria”. Imprese private che operano nei settori dell’edilizia e della gestione di infrastrutture civili, enti pubblici di gestione e controllo di sistemi urbani e territoriali, società di consulenza nell’ambito dell’ingegneria e delle problematiche connesse alle innovazioni dei progetti e delle infrastrutture, le molteplici opportunità lavorative per un laureato in Ingegneria Gestionale dei progetti e delle infrastrutture. Quanto ad Ingegneria Edile, “l’edilizia è un settore che offre ancora molte opportunità di lavoro, sia pressi enti autonomi che strutture private. Ci sono molti studenti residenti in piccoli centri che sanno di poter spendere la laurea nella loro terra d’origine” (Petroncelli).
CONSIGLI ALLE MATRICOLE – “Prendete l’università come un lavoro e colmate subito le lacune del liceo” (Mancuso). “Bisogna essere molto motivati nella scelta della Facoltà” (Petroncelli). Per il prof. Calabrese, “occorre essere sereni. Noi docenti abbiamo un rapporto aperto con gli studenti: se lavoriamo insieme, i risultati non tarderanno ad arrivare”. “Cercate di acquisire subito un metodo di studio adatto alla didattica universitaria”, il suggerimento del prof. Greco. “Seguite i corsi con assiduità e sostenete gli esami con regolarità nelle finestre d’esame stabilite”, l’invito del prof. Capaldo.
Elviro Di Meo
Avete presente i termovalorizzatori? Ecco, questo è un piccolo esempio di ciò che può progettare un ingegnere per l’ambiente e il territorio. Il prof. Greco racconta di aver formato ingegneri “occupati all’Enel Hydro, all’Ato, presso Autorità di bacino, qualcuno ha anche cominciato la carriera universitaria”. Imprese private che operano nei settori dell’edilizia e della gestione di infrastrutture civili, enti pubblici di gestione e controllo di sistemi urbani e territoriali, società di consulenza nell’ambito dell’ingegneria e delle problematiche connesse alle innovazioni dei progetti e delle infrastrutture, le molteplici opportunità lavorative per un laureato in Ingegneria Gestionale dei progetti e delle infrastrutture. Quanto ad Ingegneria Edile, “l’edilizia è un settore che offre ancora molte opportunità di lavoro, sia pressi enti autonomi che strutture private. Ci sono molti studenti residenti in piccoli centri che sanno di poter spendere la laurea nella loro terra d’origine” (Petroncelli).
CONSIGLI ALLE MATRICOLE – “Prendete l’università come un lavoro e colmate subito le lacune del liceo” (Mancuso). “Bisogna essere molto motivati nella scelta della Facoltà” (Petroncelli). Per il prof. Calabrese, “occorre essere sereni. Noi docenti abbiamo un rapporto aperto con gli studenti: se lavoriamo insieme, i risultati non tarderanno ad arrivare”. “Cercate di acquisire subito un metodo di studio adatto alla didattica universitaria”, il suggerimento del prof. Greco. “Seguite i corsi con assiduità e sostenete gli esami con regolarità nelle finestre d’esame stabilite”, l’invito del prof. Capaldo.
Elviro Di Meo