Ingegneria Aerospaziale, Chimica, Elettrica, Meccanica, Navale, Materiali, Gestionale della logistica e della produzione, tutti settori legati all’area industriale. Tutti CdL “trasversali”, così come li definiscono i loro presidenti, corsi cioè che formano figure professionali con conoscenze tali da trovare occupazione in ambiti diversi.
Un po’ tutti si segnalano per la grande tradizione che li contraddistingue. Il settore aerospaziale, per esempio, “con menti del passato come Napolitano e Pascale e quelle del presente, tra cui il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Sergio Vetrella, nostro docente nonché laureato in questa stessa Facoltà”, dichiara il prof. Giovanni Carlomagno. Forte visibilità nel panorama nazionale anche per il ramo elettrico. “A detta degli altri, forse solo un paio di Facoltà sono migliori di noi – riferisce il prof. Andrea Del Pizzo – Abbiamo laureati nel campo ricerca alla svizzera Abb, la più grande azienda nel mondo nell’ambito elettrico; altri approdati alla Marelli tedesca; ingegneri elettrici all’Ansaldo Breda di Napoli”. Secondo il prof. Pietro Salatino, “l’ingegneria chimica ha rappresentato storicamente uno dei settori di maggiore qualificazione di questa Facoltà. Noi tutti siamo discepoli di Leopoldo Massimilla e Giovanni Astarita”.
La Campania si difende bene pure nel settore dell’autoveicolo, “sia nelle grande aziende che nell’indotto – commenta il prof. Adolfo Senatore – Si pensi alla Fiat di Pomigliano d’Arco, all’Elasis e perfino all’Alenia, società aerospaziale che, non me ne vogliano i colleghi, è stracolma di ingegneri meccanici”. L’ingegneria navale, poi, nasce in Italia per la prima volta proprio a Napoli. “Oggi il CdL è attivato solamente negli Atenei di Genova, Trieste e Messina, oltre che alla Federico II”, riporta il prof. Antonio Paciolla. Grandi maestri si sono alternati alla docenza, tra questi “Mario Gleijeses, come pure esponenti della Marina Militare come Viterbo, Castagneto e Spinelli”. Napoli, inoltre, è un centro d’eccellenza nella ricerca sui materiali. “Dal 2004 – afferma il prof. Giuseppe Mensitieri – è operativo l’Imast, l’Istituto dei materiali e strutture, che unisce competenze universitarie alle esigenze aziendali”.
COSA FA L’INGEGNERE INDUSTRIALE – Per il prof. Carlomagno, quello aerospaziale “è l’ingegnere di punta della classe industriale, perché sia gli aerei che i veicoli spaziali devono volare e, quindi, devono avere grande affidabilità e bassi pesi”. “Non c’è industria che non utilizzi impianti e macchinari elettrici” (Del Pizzo). Ancora, “l’ingegnere chimico è colui che sa governare tutti i processi di trasformazione delle materie prime in prodotti, siano essi beni materiali (un telefonino, una maglietta) o servizi (energia, acqua)” (Salatino). Il prof. Senatore definisce l’ingegnere meccanico “un tuttologo, colui che sa molto di tutto” ma “non è un generalista, non almeno in senso negativo, perché è vero che sa un po’ di tutto, ma è altrettanto vero che sa entrare nel particolare delle cose”.
Secondo il prof. Paciolla, “l’ingegnere navale ha molte funzioni, ma deve operare tenendo sempre conto che il prodotto finale è una nave”. Scienza e Ingegneria dei materiali è un CdL interfacoltà, svolto con Scienze. “L’ingegnere dei materiali è un laureato che ha familiarità con le relazioni che sussistono tra le proprietà funzionali e strutturali dei materiali e la loro morfologia e composizione chimica, ivi compresi i processi di trasformazione e le tecnologie di lavorazione degli stessi” (Mensitieri). “Conoscere la produzione per saperla gestire: ciò che fa l’ingegnere gestionale della logistica e della produzione”, dice il prof. Emilio Esposito.
PECULIARITA’ DEI CORSI – Un mix di tradizione ed innovazione ciò che contraddistingue Gestionale per la logistica e la produzione, il secondo CdL della Facoltà per numero di matricole (424). Un ampio consenso che il presidente Esposito ricollega ai mutamenti della società, “in cui l’ingegnere non svolge più solamente il ruolo di fisico applicato, ma è un analista dei sistemi immateriali, cura cioè la gestione delle risorse umane”. Gestionale si caratterizza anche per essere “un corso fortemente organizzato”. Altrettanto gremito (229 iscritti) è Aerospaziale. “Perché tanti studenti? Il fascino di Icaro e le potenzialità lavorative” (Carlomagno). Il corso, inoltre, spesso programma giornate all’aeroporto di Capua “per vedere da vicino gli aerei. Allestiamo anche campi di volo a Castel Volturno”.
Analogo successo per Ingegneria Meccanica, dove “gli studenti intuiscono la grande capacità dell’ingegnere meccanico di muoversi agevolmente in diversi scenari” (Senatore). Numerose le attività di laboratorio. “I nostri studenti fanno prove sui materiali, utilizzano i banchi per le prove motociclistiche, fanno prove a motori, ecc.”. Non è da meno Ingegneria Navale, corso in costante crescita ed arrivato a quota 115 matricole. Diversi i motivi del successo, secondo il prof. Paciolla: “La relativa facilità con cui i nostri laureati trovano lavoro; un buon rapporto studenti-docenti, il grosso giro d’interesse sulle imbarcazioni da diporto, negli ultimi tempi voce sempre in attivo nell’economia italiana”.
Ad Ingegneria Chimica non vale più l’equazione chimica uguale inquinamento ambientale. “Oggigiorno l’ingegnere chimico è un professionista che ha una forte sensibilità ambientale, sa cioè progettare in modo compatibile con l’ambiente e l’ecosistema” (Salatino). Una consistente attività di laboratorio da circa venti crediti, il tratto caratteristico di Ingegneria dei Materiali. “Gli studenti si esercitano in tre diversi laboratori – chimica, fisica e area tecnologica – utili principalmente se si vuole lavorare nel settore del controllo di qualità e dello sviluppo del prodotto” (Mensitieri).
ORGANIZZAZIONE DIDATTICA – Elettrica prevede un triennio “che si fonda su materie di base e che si perfeziona nei due anni successivi, nella Specialistica in Ingegneria Elettrica” (Del Pizzo). “Abbiamo tra le percentuali più alte di laureati triennali in Facoltà. Questo perché crediamo molto nella didattica. Aerospaziale usufruisce di un’aula multimediale che, oltre ad essere collegata in rete, è attrezzata con software specifici” (Carlomagno).
Ingegneria Chimica, dal canto suo, ha disegnato un percorso “monolitico. Abbiamo preferito non offrire molti esami a scelta, perché nei primi tre anni vogliamo dare una preparazione di chimica ad ampio spettro” (Salatino). Energia, ambiente, costruzioni meccaniche, macchine e meccanismi, tecnologico-impiantistico, gli orientamenti del percorso triennale in Ingegneria Meccanica.
Molte le ore di laboratorio ad Ingegneria Navale. “Abbiamo la più grande vasca che una struttura universitaria dispone in Italia ed è, in assoluto, la seconda dopo Roma” (Paciolla). Circa 28 gli esami di Ingegneria dei Materiali. “I nostri studenti ricevono una formazione di base molto solida: si studiano in maniera molto approfondita discipline come chimica, fisica, chimica e fisica dei materiali, grazie anche al contributo della Facoltà di Scienze” (Mensitieri).
L’ingegnere gestionale “deve affrontare problematiche diverse in azienda: gestione dei costi, analisi dei processi, analisi della qualità, gestione dei sistemi aziendali. Pertanto, deve avere una buona base metodologica. Non a caso è l’unico corso in Facoltà che raccoglie tutte le materie di base: analisi, statistica, fisica e fisica matematica, chimica, geometria, ecc.” (Esposito). “Stiamo lavorando per ridurre il numero degli esami; abbiamo già eliminato i moduli da tre crediti alla triennale (27 esami)”.
Un po’ tutti si segnalano per la grande tradizione che li contraddistingue. Il settore aerospaziale, per esempio, “con menti del passato come Napolitano e Pascale e quelle del presente, tra cui il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Sergio Vetrella, nostro docente nonché laureato in questa stessa Facoltà”, dichiara il prof. Giovanni Carlomagno. Forte visibilità nel panorama nazionale anche per il ramo elettrico. “A detta degli altri, forse solo un paio di Facoltà sono migliori di noi – riferisce il prof. Andrea Del Pizzo – Abbiamo laureati nel campo ricerca alla svizzera Abb, la più grande azienda nel mondo nell’ambito elettrico; altri approdati alla Marelli tedesca; ingegneri elettrici all’Ansaldo Breda di Napoli”. Secondo il prof. Pietro Salatino, “l’ingegneria chimica ha rappresentato storicamente uno dei settori di maggiore qualificazione di questa Facoltà. Noi tutti siamo discepoli di Leopoldo Massimilla e Giovanni Astarita”.
La Campania si difende bene pure nel settore dell’autoveicolo, “sia nelle grande aziende che nell’indotto – commenta il prof. Adolfo Senatore – Si pensi alla Fiat di Pomigliano d’Arco, all’Elasis e perfino all’Alenia, società aerospaziale che, non me ne vogliano i colleghi, è stracolma di ingegneri meccanici”. L’ingegneria navale, poi, nasce in Italia per la prima volta proprio a Napoli. “Oggi il CdL è attivato solamente negli Atenei di Genova, Trieste e Messina, oltre che alla Federico II”, riporta il prof. Antonio Paciolla. Grandi maestri si sono alternati alla docenza, tra questi “Mario Gleijeses, come pure esponenti della Marina Militare come Viterbo, Castagneto e Spinelli”. Napoli, inoltre, è un centro d’eccellenza nella ricerca sui materiali. “Dal 2004 – afferma il prof. Giuseppe Mensitieri – è operativo l’Imast, l’Istituto dei materiali e strutture, che unisce competenze universitarie alle esigenze aziendali”.
COSA FA L’INGEGNERE INDUSTRIALE – Per il prof. Carlomagno, quello aerospaziale “è l’ingegnere di punta della classe industriale, perché sia gli aerei che i veicoli spaziali devono volare e, quindi, devono avere grande affidabilità e bassi pesi”. “Non c’è industria che non utilizzi impianti e macchinari elettrici” (Del Pizzo). Ancora, “l’ingegnere chimico è colui che sa governare tutti i processi di trasformazione delle materie prime in prodotti, siano essi beni materiali (un telefonino, una maglietta) o servizi (energia, acqua)” (Salatino). Il prof. Senatore definisce l’ingegnere meccanico “un tuttologo, colui che sa molto di tutto” ma “non è un generalista, non almeno in senso negativo, perché è vero che sa un po’ di tutto, ma è altrettanto vero che sa entrare nel particolare delle cose”.
Secondo il prof. Paciolla, “l’ingegnere navale ha molte funzioni, ma deve operare tenendo sempre conto che il prodotto finale è una nave”. Scienza e Ingegneria dei materiali è un CdL interfacoltà, svolto con Scienze. “L’ingegnere dei materiali è un laureato che ha familiarità con le relazioni che sussistono tra le proprietà funzionali e strutturali dei materiali e la loro morfologia e composizione chimica, ivi compresi i processi di trasformazione e le tecnologie di lavorazione degli stessi” (Mensitieri). “Conoscere la produzione per saperla gestire: ciò che fa l’ingegnere gestionale della logistica e della produzione”, dice il prof. Emilio Esposito.
PECULIARITA’ DEI CORSI – Un mix di tradizione ed innovazione ciò che contraddistingue Gestionale per la logistica e la produzione, il secondo CdL della Facoltà per numero di matricole (424). Un ampio consenso che il presidente Esposito ricollega ai mutamenti della società, “in cui l’ingegnere non svolge più solamente il ruolo di fisico applicato, ma è un analista dei sistemi immateriali, cura cioè la gestione delle risorse umane”. Gestionale si caratterizza anche per essere “un corso fortemente organizzato”. Altrettanto gremito (229 iscritti) è Aerospaziale. “Perché tanti studenti? Il fascino di Icaro e le potenzialità lavorative” (Carlomagno). Il corso, inoltre, spesso programma giornate all’aeroporto di Capua “per vedere da vicino gli aerei. Allestiamo anche campi di volo a Castel Volturno”.
Analogo successo per Ingegneria Meccanica, dove “gli studenti intuiscono la grande capacità dell’ingegnere meccanico di muoversi agevolmente in diversi scenari” (Senatore). Numerose le attività di laboratorio. “I nostri studenti fanno prove sui materiali, utilizzano i banchi per le prove motociclistiche, fanno prove a motori, ecc.”. Non è da meno Ingegneria Navale, corso in costante crescita ed arrivato a quota 115 matricole. Diversi i motivi del successo, secondo il prof. Paciolla: “La relativa facilità con cui i nostri laureati trovano lavoro; un buon rapporto studenti-docenti, il grosso giro d’interesse sulle imbarcazioni da diporto, negli ultimi tempi voce sempre in attivo nell’economia italiana”.
Ad Ingegneria Chimica non vale più l’equazione chimica uguale inquinamento ambientale. “Oggigiorno l’ingegnere chimico è un professionista che ha una forte sensibilità ambientale, sa cioè progettare in modo compatibile con l’ambiente e l’ecosistema” (Salatino). Una consistente attività di laboratorio da circa venti crediti, il tratto caratteristico di Ingegneria dei Materiali. “Gli studenti si esercitano in tre diversi laboratori – chimica, fisica e area tecnologica – utili principalmente se si vuole lavorare nel settore del controllo di qualità e dello sviluppo del prodotto” (Mensitieri).
ORGANIZZAZIONE DIDATTICA – Elettrica prevede un triennio “che si fonda su materie di base e che si perfeziona nei due anni successivi, nella Specialistica in Ingegneria Elettrica” (Del Pizzo). “Abbiamo tra le percentuali più alte di laureati triennali in Facoltà. Questo perché crediamo molto nella didattica. Aerospaziale usufruisce di un’aula multimediale che, oltre ad essere collegata in rete, è attrezzata con software specifici” (Carlomagno).
Ingegneria Chimica, dal canto suo, ha disegnato un percorso “monolitico. Abbiamo preferito non offrire molti esami a scelta, perché nei primi tre anni vogliamo dare una preparazione di chimica ad ampio spettro” (Salatino). Energia, ambiente, costruzioni meccaniche, macchine e meccanismi, tecnologico-impiantistico, gli orientamenti del percorso triennale in Ingegneria Meccanica.
Molte le ore di laboratorio ad Ingegneria Navale. “Abbiamo la più grande vasca che una struttura universitaria dispone in Italia ed è, in assoluto, la seconda dopo Roma” (Paciolla). Circa 28 gli esami di Ingegneria dei Materiali. “I nostri studenti ricevono una formazione di base molto solida: si studiano in maniera molto approfondita discipline come chimica, fisica, chimica e fisica dei materiali, grazie anche al contributo della Facoltà di Scienze” (Mensitieri).
L’ingegnere gestionale “deve affrontare problematiche diverse in azienda: gestione dei costi, analisi dei processi, analisi della qualità, gestione dei sistemi aziendali. Pertanto, deve avere una buona base metodologica. Non a caso è l’unico corso in Facoltà che raccoglie tutte le materie di base: analisi, statistica, fisica e fisica matematica, chimica, geometria, ecc.” (Esposito). “Stiamo lavorando per ridurre il numero degli esami; abbiamo già eliminato i moduli da tre crediti alla triennale (27 esami)”.
Per trovare lavoro
occorre fare
la valigia?
occorre fare
la valigia?
SBOCCHI OCCUPAZIONALI – “Se c’è lavoro a Napoli per un ingegnere aerospaziale? Accipicchia se c’è! Ci sono tante piccole e medie industrie: la Piaggio Aero Industries a Pozzuoli, l’Accademia Aeronautica, l’Alenia, il Cira, senza dimenticare che Capodichino è il quarto aeroporto d’Italia” (Carlomagno). Dati alla mano, “il 97% dei laureati in Ingegneria Elettrica degli ultimi cinque anni ha trovato lavoro entro un anno dalla laurea e più del 90% ha anche cambiato lavoro nei primi due anni”. Questo perché “l’ingegnere elettrico è una figura con una cultura ad ampio spettro. Le aziende preferiscono assumere risorse versatili, capaci di gestire più competenze, anziché più figure specializzate in settori diversi” (Del Pizzo).
Eclettico anche l’ingegnere chimico, tuttavia, “tocca far le valige per trovare un’occupazione stabile. Abbiamo laureati che lavorano nelle società del gruppo Eni in giro per il mondo, in Barilla, alla Saxis (ex Solvè, ndr), all’Azko Nobel, alla Tenaris, alla Ppg di Caivano” (Salatino). Buone le prospettive per i meccanici, alcuni dei quali hanno realizzato il sogno di molti: lavorare alla Ferrari. “L’ingegnere meccanico trova occupazione in qualsiasi impianto industriale, dal più piccolo al più grande, a Napoli come in Campania e nel resto d’Italia. A chi voglia fermarsi al primo livello consiglio di svolgere uno stage aziendale prima della laurea” (Senatore). Per il prof. Paciolla, “perfino l’ingegnere navale può impiegarsi in settori diversi dal suo stretto ambito di riferimento, poiché, al pari degli altri colleghi ingegneri, studia tutte le discipline di base dell’ingegneria. Abbiamo laureati che lavorano alla Tecnomare, abbiamo direttori di cantieri di Castellammare, altri occupati alla Fincantieri”.
Altra figura trasversale, quella dell’ingegnere dei materiali, “che riesce ad inserirsi in tutti quegli ambiti industriali dove i materiali rivestono una particolare importanza” (Mensitieri). “I nostri laureati sono alla Ferrari, Bridgeston, Italcementi, Alenia, Cira, Stm Microelectronics di Arzano”. Per il docente, anche la laurea di primo livello sta andando forte: “dopo il tirocinio svolto dai nostri studenti nell’ambito del progetto Nord-Sud (scambi di studenti tra Campania e Piemonte, ndr), abbiamo già ricevuto richiesta di alcuni laureati triennali”. Quanto agli ingegneri gestionali della logistica e della produzione, “un’indagine condotta dal Politecnico di Milano dimostra che sono molto soddisfatti del tipo di lavoro che trovano. Il problema è che nel Mezzogiorno abbiamo un tessuto industriale arretrato, soprattutto sotto gli aspetti gestionali” (Esposito).
CONSIGLI ALLE MATRICOLE – “Vi svelo un vecchio trucco: tutte le volte che esistono appunti, datene una lettura prima di seguire la lezione” (Carlomagno). “Curate l’aspetto culturale, per essere ingegneri e non tecnici” (Del Pizzo). “Acquisite da subito il ritmo giusto di studio e di frequenza e riuscirete a restare nei tempi imposti dalla riforma” (Salatino). “Studiate ordinatamente, senza lasciarvi esami arretrati. Fare vita universitaria fa bene, perché è una sorta di preparazione per la vita professionale che seguirà” (Paciolla). “Formatevi buone basi di matematica, chimica e fisica su cui poi costruire il successivo castello di competenze. Attenzione alle propedeuticità” (Mensitieri). “Studiate, perché altrimenti non ci si laurea; divertitevi, perché in questo lavoro occorre creatività; rispettatevi, per via dei modelli diversi che vi propinano” (Esposito).
Eclettico anche l’ingegnere chimico, tuttavia, “tocca far le valige per trovare un’occupazione stabile. Abbiamo laureati che lavorano nelle società del gruppo Eni in giro per il mondo, in Barilla, alla Saxis (ex Solvè, ndr), all’Azko Nobel, alla Tenaris, alla Ppg di Caivano” (Salatino). Buone le prospettive per i meccanici, alcuni dei quali hanno realizzato il sogno di molti: lavorare alla Ferrari. “L’ingegnere meccanico trova occupazione in qualsiasi impianto industriale, dal più piccolo al più grande, a Napoli come in Campania e nel resto d’Italia. A chi voglia fermarsi al primo livello consiglio di svolgere uno stage aziendale prima della laurea” (Senatore). Per il prof. Paciolla, “perfino l’ingegnere navale può impiegarsi in settori diversi dal suo stretto ambito di riferimento, poiché, al pari degli altri colleghi ingegneri, studia tutte le discipline di base dell’ingegneria. Abbiamo laureati che lavorano alla Tecnomare, abbiamo direttori di cantieri di Castellammare, altri occupati alla Fincantieri”.
Altra figura trasversale, quella dell’ingegnere dei materiali, “che riesce ad inserirsi in tutti quegli ambiti industriali dove i materiali rivestono una particolare importanza” (Mensitieri). “I nostri laureati sono alla Ferrari, Bridgeston, Italcementi, Alenia, Cira, Stm Microelectronics di Arzano”. Per il docente, anche la laurea di primo livello sta andando forte: “dopo il tirocinio svolto dai nostri studenti nell’ambito del progetto Nord-Sud (scambi di studenti tra Campania e Piemonte, ndr), abbiamo già ricevuto richiesta di alcuni laureati triennali”. Quanto agli ingegneri gestionali della logistica e della produzione, “un’indagine condotta dal Politecnico di Milano dimostra che sono molto soddisfatti del tipo di lavoro che trovano. Il problema è che nel Mezzogiorno abbiamo un tessuto industriale arretrato, soprattutto sotto gli aspetti gestionali” (Esposito).
CONSIGLI ALLE MATRICOLE – “Vi svelo un vecchio trucco: tutte le volte che esistono appunti, datene una lettura prima di seguire la lezione” (Carlomagno). “Curate l’aspetto culturale, per essere ingegneri e non tecnici” (Del Pizzo). “Acquisite da subito il ritmo giusto di studio e di frequenza e riuscirete a restare nei tempi imposti dalla riforma” (Salatino). “Studiate ordinatamente, senza lasciarvi esami arretrati. Fare vita universitaria fa bene, perché è una sorta di preparazione per la vita professionale che seguirà” (Paciolla). “Formatevi buone basi di matematica, chimica e fisica su cui poi costruire il successivo castello di competenze. Attenzione alle propedeuticità” (Mensitieri). “Studiate, perché altrimenti non ci si laurea; divertitevi, perché in questo lavoro occorre creatività; rispettatevi, per via dei modelli diversi che vi propinano” (Esposito).