Entra nel vivo l’attività del Servizio di Orientamento e Tutorato di Ateneo de L’Orientale, sotto la guida della prof.ssa Valeria Micillo, docente di Filologia Germanica. Si punta su un più selezionato rapporto con le scuole per l’orientamento in entrata, recupero dei fuoricorso per quello in itinere, e potenziamento stage per il post-laurea.
Il primo appuntamento di quest’anno per le nuove leve provenienti dalle superiori si sta svolgendo proprio mentre siamo in edicola (12 marzo), presso l’aula T1 di Palazzo del Mediterraneo. Si tratta di una giornata di presentazione dell’offerta didattica di Ateneo e di illustrazione dei servizi del Servizio di Orientamento. All’incontro, che si svolge su due turni (mattiniero e pomeridiano), è stato invitato solo un ventaglio selezionato di scuole di Napoli e del Sud Italia, per un totale di circa 350 studenti. “Si tratta di scuole con cui abbiamo rapporti già da tempo, dalle quali provengono una buona percentuale di nostri studenti – spiega la prof.ssa Micillo – per le quali siamo sicuri ci sia un interesse e una buona motivazione da parte degli alunni. Noi siamo un Ateneo piccolo e, più che ai grandi numeri, siamo interessati alla qualità del nostro orientamento, anche perché le nostre sono competenze specifiche e richiedono un altrettanto specifico interesse da parte dei ragazzi. Abbiamo deciso di invitare solo determinate scuole per evitare sovraffollamenti dannosi e troppa confusione”. Gli incontri di orientamento si svolgono anche presso le istituzioni scolastiche. “Tra i nostri programmi ci sono attività come il progetto Ponte con il quale si lavora in classe su un’area tematica prescelta e con le modalità dell’insegnamento universitario. In questo modo i ragazzi hanno un contatto diretto con le tematiche e le metodologie accademiche. Ancora, stiamo stringendo rapporti con le scuole per attivare dei percorsi didattici specifici per avvicinare gli studenti alla conoscenza di alcune discipline e culture meno conosciute e che sono oggetto di studio a L’Orientale”. Insomma, un buon orientamento va fatto seguendo obiettivi specifici ed attività mirate per stimolare la curiosità e gli interessi di studenti che hanno già l’occhio rivolto verso le altre culture, paesi, tradizioni e lingue diverse e a volte singolari. Se si sbaglia percorso, infatti, il rischio per lo studente è di ritardare o interrompere la propria carriera accademica.
Per sanare la piaga dei fuoricorso, nuovi e vecchi, il Servizio di Orientamento ha in cantiere una serie di iniziative di recupero, iniziando proprio da uno screening completo della situazione in Ateneo. “Con la prof.ssa Morlicchio, ProRettore alla Didattica – aggiunge Micillo – stiamo iniziando un lavoro di valutazione e di analisi della situazione dei fuoricorso: non ci preoccupano tanto i vecchi, che restano immobili o tendono a diminuire, ma i nuovi fuoricorso, cioè quelli del nuovo ordinamento, che aumentano. Questi ragazzi, invece, si possono recuperare facilmente, magari perché sono indietro solo di pochi esami o della tesi. Completato lo screening, si contatteranno gli studenti per cercare di capire insieme quali sono le difficoltà, stimolarli e aiutarli a superarle. Il CAOT ha svolto un lavoro del genere anche negli scorsi anni e devo dire che sul piano personale si sono avuti degli ottimi risultati”.
Post-laurea: “stiamo lavorando molto sugli stage, perché abbiamo notato che il nostro Ateneo, in quanto piccolo e specialistico, ha bisogno di indirizzare i suoi laureati ad un approccio al mondo del lavoro che non sia solo quello delle lingue”. “Lo stage è un trampolino di lancio, si rende chiaro al laureato qual è il suo campo di inserimento attraverso una situazione pratica. Per questo è importante – aggiunge la prof.ssa Micillo – fare una buona indagine prima di inserire un laureato in un’azienda: è essenziale che combacino le esigenze di entrambi. In base ai nostri dati, possiamo dire, però, che i nostri ragazzi svolgono stage fruttuosi, in quanto nel 30% circa dei casi si trasformano in contratti a tempo determinato o indeterminato. Abbiamo, infatti, un cospicuo blocco di aziende, nazionali ed internazionali, che ci chiedono laureati con determinati profili, in campi molto diversi e a volte impensabili per un laureato in area umanistica”.
Valentina Orellana
Il primo appuntamento di quest’anno per le nuove leve provenienti dalle superiori si sta svolgendo proprio mentre siamo in edicola (12 marzo), presso l’aula T1 di Palazzo del Mediterraneo. Si tratta di una giornata di presentazione dell’offerta didattica di Ateneo e di illustrazione dei servizi del Servizio di Orientamento. All’incontro, che si svolge su due turni (mattiniero e pomeridiano), è stato invitato solo un ventaglio selezionato di scuole di Napoli e del Sud Italia, per un totale di circa 350 studenti. “Si tratta di scuole con cui abbiamo rapporti già da tempo, dalle quali provengono una buona percentuale di nostri studenti – spiega la prof.ssa Micillo – per le quali siamo sicuri ci sia un interesse e una buona motivazione da parte degli alunni. Noi siamo un Ateneo piccolo e, più che ai grandi numeri, siamo interessati alla qualità del nostro orientamento, anche perché le nostre sono competenze specifiche e richiedono un altrettanto specifico interesse da parte dei ragazzi. Abbiamo deciso di invitare solo determinate scuole per evitare sovraffollamenti dannosi e troppa confusione”. Gli incontri di orientamento si svolgono anche presso le istituzioni scolastiche. “Tra i nostri programmi ci sono attività come il progetto Ponte con il quale si lavora in classe su un’area tematica prescelta e con le modalità dell’insegnamento universitario. In questo modo i ragazzi hanno un contatto diretto con le tematiche e le metodologie accademiche. Ancora, stiamo stringendo rapporti con le scuole per attivare dei percorsi didattici specifici per avvicinare gli studenti alla conoscenza di alcune discipline e culture meno conosciute e che sono oggetto di studio a L’Orientale”. Insomma, un buon orientamento va fatto seguendo obiettivi specifici ed attività mirate per stimolare la curiosità e gli interessi di studenti che hanno già l’occhio rivolto verso le altre culture, paesi, tradizioni e lingue diverse e a volte singolari. Se si sbaglia percorso, infatti, il rischio per lo studente è di ritardare o interrompere la propria carriera accademica.
Per sanare la piaga dei fuoricorso, nuovi e vecchi, il Servizio di Orientamento ha in cantiere una serie di iniziative di recupero, iniziando proprio da uno screening completo della situazione in Ateneo. “Con la prof.ssa Morlicchio, ProRettore alla Didattica – aggiunge Micillo – stiamo iniziando un lavoro di valutazione e di analisi della situazione dei fuoricorso: non ci preoccupano tanto i vecchi, che restano immobili o tendono a diminuire, ma i nuovi fuoricorso, cioè quelli del nuovo ordinamento, che aumentano. Questi ragazzi, invece, si possono recuperare facilmente, magari perché sono indietro solo di pochi esami o della tesi. Completato lo screening, si contatteranno gli studenti per cercare di capire insieme quali sono le difficoltà, stimolarli e aiutarli a superarle. Il CAOT ha svolto un lavoro del genere anche negli scorsi anni e devo dire che sul piano personale si sono avuti degli ottimi risultati”.
Post-laurea: “stiamo lavorando molto sugli stage, perché abbiamo notato che il nostro Ateneo, in quanto piccolo e specialistico, ha bisogno di indirizzare i suoi laureati ad un approccio al mondo del lavoro che non sia solo quello delle lingue”. “Lo stage è un trampolino di lancio, si rende chiaro al laureato qual è il suo campo di inserimento attraverso una situazione pratica. Per questo è importante – aggiunge la prof.ssa Micillo – fare una buona indagine prima di inserire un laureato in un’azienda: è essenziale che combacino le esigenze di entrambi. In base ai nostri dati, possiamo dire, però, che i nostri ragazzi svolgono stage fruttuosi, in quanto nel 30% circa dei casi si trasformano in contratti a tempo determinato o indeterminato. Abbiamo, infatti, un cospicuo blocco di aziende, nazionali ed internazionali, che ci chiedono laureati con determinati profili, in campi molto diversi e a volte impensabili per un laureato in area umanistica”.
Valentina Orellana