Benedetto d’Alfonso, studente di
Economia
Economia
Ha 26 anni ed è iscritto al terzo anno fuori corso di Economia del turismo, vecchio ordinamento. Come è capitato a molti, si è ritrovato un po’ indietro con gli studi a causa dei cambiamenti degli ordinamenti didattici degli anni passati. Resta tuttavia soddisfatto della sua scelta: “cercavo un corso di studi economico che avesse una particolare attenzione per il turismo, ed esisteva solo alla Parthenope”. Nel periodo in cui Benedetto era alla ricerca del corso di studi giusto, era già attivo il corso in Scienze del Turismo, interfacoltà Economia-Lettere, della Federico II. “Quello della Federico II non mi è sembrato adatto alle mie esigenze, mi sembrava che il corso della Parthenope trattasse in maniera assai più approfondita gli aspetti strettamente economici, cosa che poi si è rivelata vera”. Anche Benedetto d’Alfonso ha potuto apprezzare un ambiente universitario in cui “i professori ti trattano in maniera familiare e non ti lasciano mai in alto mare”. “Gli atenei non troppo grandi hanno il giusto equilibrio tra familiarità e concretezza, dice. L’unico neo, per lui, ha riguardato gli aspetti logistici. “Io ho seguito anche nei cinema, in passato”. Un consiglio alle neomatricole da studente a studente: “seguite tutti i corsi senza preoccuparvi di non farcela a fare tutti gli esami contemporaneamente. Seguite lo stesso, perché all’università chi fa da sé non fa per tre”.
Antonio Crispino e
Roberto Cozzolino,
studenti di Economia
Roberto Cozzolino,
studenti di Economia
Antonio ha 21 anni e Roberto ne ha 22, entrambi sono laureandi in Economia aziendale. A settembre partiranno per Barcellona con il programma di mobilità studentesca Erasmus. “E’ un’esperienza dalla quale ci aspettiamo molto”, dicono, “siamo sicuri che ci arricchirà”. Potranno farla avendo pochissimi esami da sostenere prima della laurea, perché si sono impegnati molto fin dal primo anno. “E’ importante essere costanti da subito”, dice Roberto, che ha scelto la Parthenope per la vicinanza a casa, “la frequenza è fondamentale, poiché se si perde tempo poi è difficile recuperare”. L’organizzazione della Parthenope permette di stare al passo con le lezioni, come sottolinea Antonio, che dice inoltre: “quando mi iscrissi mi colpì il fatto che la Facoltà di Economia Parthenope aveva un gemellaggio con la Bocconi di Milano, e che molti docenti venivano da fuori, soprattutto da Pisa. Mi piaceva il fatto di venire a contatto con metodi di insegnamento diversi”.
Peppe Terracciano,
studente di
Giurisprudenza
studente di
Giurisprudenza
Peppe Terracciano, 25 anni, iscritto al secondo anno fuori corso del Corso di Laurea in Scienze giuridiche, ha scelto la Parthenope anzitutto per la vicinanza. “Abito a Brusciano, dista soltanto 10 chilometri da Nola. Avevo sentito parlare bene della Facoltà di Giurisprudenza e mi ci sono iscritto senza pensarci su due volte”. La qualità dei corsi è buona, Peppe è anche molto soddisfatto dei corposi contenuti economici. “Penso che oggi come oggi avere conoscenze economiche approfondite sia importante anche per chi vuole svolgere le professioni giuridiche. Sono contento di come sono impostati i programmi didattici”. Peppe Terracciano è anche rappresentante degli studenti e non può non segnalare alcune carenze della Facoltà, per colmare le quali le organizzazioni studentesche si stanno impegnando intensamente. “Mancano parcheggi, mense e spazi di movimento. Vorremmo una maggiore coerenza nello spostamento delle date degli esami e più impiegati in segreteria. La popolazione studentesca di Giurisprudenza è cresciuta molto velocemente, ma non c’è stata la stessa velocità nel miglioramento dei suoi aspetti organizzativi”.
Gianluca Bruno,
studente
di Ingegneria
studente
di Ingegneria
E’ al secondo anno del Corso di Laurea triennale in Ingegneria delle Telecomunicazioni e non si aspettava che fosse così. “In tutta sincerità, devo dire che mi sono iscritto a Ingegneria Parthenope perché pensavo che fosse più semplice della Federico II, e mi sbagliavo”. Gianluca ha sostenuto 9 esami su 15 in un anno e mezzo, ma ritiene che avrebbe potuto fare molto meglio. “Ho commesso l’errore di non studiare parallelamente ai corsi. Alle neomatricole consiglio di studiare giorno per giorno, perché alla Parthenope è possibile. A lezione siamo una quarantina, al massimo un’ottantina per i corsi più impegnativi come Analisi 1 al primo anno. Una condizione che facilita l’apprendimento e il contatto con i docenti”. Dei professori è entusiasta: “ce ne sono alcuni disponibilissimi, bravissimi, che addirittura raddoppiano l’orario di ricevimento per soddisfare le richieste di tutti”.
Giada de Blasio,
studentessa di
Scienze Nautiche
studentessa di
Scienze Nautiche
Giada de Blasio, 21 anni, napoletana, iscritta al terzo anno di Scienze Nautiche, non poteva che scegliere la Parthenope. Il Corso di Laurea in Scienze Nautiche non esiste altrove in Italia, e lei ha sempre avuto interessi marittimi. “Mio padre lavora nel campo- dice- conosco le navi fin da piccola, oggi partecipo anche a delle regate, è una passione”. Le sue aspettative universitarie sono state soddisfatte solo in parte, perché ritiene che l’organizzazione didattica vada migliorata. “Da quando si è passati, con la riforma degli ordinamenti didattici, da 5 a 3 anni, le cose si sono complicate, secondo me. Sostenere 12 esami l’anno è abbastanza dura”. I docenti sono preparati, ma Giada ha qualcosa da dire sui contenuti: “occhio alle materie, penso che alcune andrebbero trattate meglio, come Architettura navale, che viene affrontata senza le adeguate basi di termofluidodinamica. Poi ci sono discipline che non trovo molto utili, come Calcolo numerico e Matematica applicata”. Il consiglio ai futuri colleghi di corso è: “seguite i corsi, assolutamente. Se avete problemi rivolgetevi ai professori, che sono sempre molto disponibili. In poche parole, non cercate di fare da autodidatti, non è la facoltà adatta”.
Luigi Lanzillo,
neolaureato
in Scienze Motorie
neolaureato
in Scienze Motorie
Luigi Lanzillo, 23 anni, neolaureato in Scienze Motorie, sta per sostenere i test di ingresso a Fisioterapia, perché se dovesse entrare gli convalideranno il 50% degli esami superati. Ha preferito tentare questa strada piuttosto che iscriversi alla specialistica di Scienze Motorie perché ritiene che i laureati in Scienze Motorie non abbiano grandi possibilità di inserimento nel mondo del lavoro. “All’inizio ero entusiasta – racconta- e anche oggi non sono pentito della scelta fatta, ma ho compreso che devo provare altre vie se voglio lavorare. Per questo il mio consiglio alle aspiranti matricole è di fare molta attenzione, e di iscriversi a Scienze Motorie solo se sono molto motivati, poiché si tratta di una facoltà che non offre molti sbocchi effettivi”. Tre anni fa, in sede di prova di ammissione, Luigi fu avvantaggiato dall’aver frequentato il liceo scientifico: “avevo basi abbastanza solide. Però mi esercitai anche con dei testi specifici per la prova”. La passione per il calcio e il desiderio di diventare allenatore lo spinsero verso un corso di studi in cui ha potuto prendere contatto anche con altri sport: scherma, basket, pallavolo. “Le strutture del Cus, dove li ho praticati, si sono dimostrate valide sotto tutti i punti di vista”. Quanto al capitolo studio, va ricordato che Scienze Motorie non è fatta soltanto di pratica sportiva, ma anche di studio teorico.
Sara Pepe
Sara Pepe