La matematica al servizio della pace. Con questo messaggio, giovedì 6 ottobre, si è inaugurata a Città della Scienza, una mostra sul linguaggio matematico, frutto della cooperazione tra i vertici della struttura di Bagnoli, il Bloomfield Museum di Gerusalemme Ovest (Israele) e l’Università palestinese Al Quds di Gerusalemme Est. Una nobile iniziativa, finanziata dall’Unione Europea, grazie anche al supporto e alla supervisione dell’Unesco e della Regione Campania. Un convegno incentrato sul fondamentale ruolo che la matematica ha dato alla storia del mondo, alla civilizzazione e al progresso, cui hanno partecipato illustri ospiti del panorama scientifico, come Carlo Sbordone, docente al Federico II e Presidente dell’Unione Matematica Italiana. Il meeting, svolto presso la sala Newton della cittadella scientifica, ha avuto come moderatore, l’amministratore delegato di Città della Scienza, Vittorio Silvestrini: “siamo contentissimi di ritrovarci qui e di festeggiare, insieme a voi, la nascita di questa nuova mostra itinerante, che rappresenta il momento di arrivo di un percorso iniziato anni fa a Londra. Un percorso che, in tutti questi anni, ha avuto come unico obiettivo, quello di ideare una nuova città della scienza a Gerusalemme. Un centro di divulgazione del sapere scientifico, condotto da israeliani e palestinesi, con il contributo nostro e della città di Napoli”. Questa mostra, che sarà a Napoli fino al 10 gennaio, prima di trasferirsi in Medioriente, darà la possibilità a tutti i visitatori di avere un confronto del tutto nuovo con la matematica, attraverso giochi ed esperimenti, semplici o complessi, di sicuro interesse, divisi in ben quattro aree. L’ingresso è caratterizzato da una scultura cinetica, progettata e costruita in Palestina che sta a simboleggiare la pace e la cooperazione tra i popoli. Ogni area, o isola matematica, ha un nome preciso: Numeri, Modelli e Strutture, Forma, Calcolo. Ed è dotata di postazioni interattive in cui tutti potranno cimentarsi, “dialogando” con i contenuti della mostra. E’ prevista, inoltre, anche un’area interamente dedicata ai bambini dai 5 ai 9 anni, con giochi, ovviamente di carattere logico-matematico, molto utili e ideati con il chiaro obiettivo di appassionare le nuove generazioni nei confronti di una materia considerata ostica.
Ma perché la matematica, come simbolo dell’unione tra diverse culture, come testimonial della pace? La risposta giunge dalla dottoressa Diana Malpede, dirigente dell’istituto di Analisi e Politiche Scientifiche dell’Unesco: “questa mostra ci vede particolarmente impegnati, perché rappresenta la sintesi degli ambiti di competenza dell’Unesco. Una mostra sulla matematica, come elemento fondamentale di cultura scientifica. Una scienza che può e dovrebbe, grazie a queste iniziative, dare sempre dei messaggi positivi, non solo, quindi, legati alle bombe e alle guerre, come, purtroppo, in questi ultimi anni si è verificato. Tutto intorno a noi è matematica, tutto ci lega al calcolo. Tutto, quindi può portarci ad una collaborazione e ad una cooperazione più sana, più improntata verso valori di pace e serenità”. Molto atteso l’intervento del professor Carlo Sbordone: “la matematica dovrà avere il merito di imporsi come strumento di pace. La scienza, che in tutti questi anni ha compiuto passi da gigante, può dare ancora molto alla cooperazione tra i popoli, ma questo ulteriore passo deve essere fatto dai giovani. Personalmente, io ho molto fiducia nei giovani, nella loro sete di sapere, volta al dialogo, alla pace e alla risoluzione delle differenze sociali”. Tra gli ospiti presenti in sala, grandi applausi sono stati riservati al prof. Peter Hillman, Direttore Scientifico del Bloomfield Science Museum Jerusalem e al prof. Dweik, docente dell’Università Al Quds di Gerusalemme Est. “E’ un giorno molto importante per noi – ha affermato Dweik- La scienza ha agito come un ponte tra tre diverse culture, italiana, palestinese, israeliana, traghettandoci verso la terra della pace”. Gli fa da eco, lo stesso prof. Hillman, che, augurandosi, in un futuro prossimo altre centinaia di iniziative come questa, conclude: “questa mostra, frutto della nostra collaborazione, deve essere un modello per tutti. Un modello di pace e di convivenza che dall’Europa giunge fino a noi”.
Evviva meet math, il lato gioioso della matematica.
Gianluca Tantillo
Ma perché la matematica, come simbolo dell’unione tra diverse culture, come testimonial della pace? La risposta giunge dalla dottoressa Diana Malpede, dirigente dell’istituto di Analisi e Politiche Scientifiche dell’Unesco: “questa mostra ci vede particolarmente impegnati, perché rappresenta la sintesi degli ambiti di competenza dell’Unesco. Una mostra sulla matematica, come elemento fondamentale di cultura scientifica. Una scienza che può e dovrebbe, grazie a queste iniziative, dare sempre dei messaggi positivi, non solo, quindi, legati alle bombe e alle guerre, come, purtroppo, in questi ultimi anni si è verificato. Tutto intorno a noi è matematica, tutto ci lega al calcolo. Tutto, quindi può portarci ad una collaborazione e ad una cooperazione più sana, più improntata verso valori di pace e serenità”. Molto atteso l’intervento del professor Carlo Sbordone: “la matematica dovrà avere il merito di imporsi come strumento di pace. La scienza, che in tutti questi anni ha compiuto passi da gigante, può dare ancora molto alla cooperazione tra i popoli, ma questo ulteriore passo deve essere fatto dai giovani. Personalmente, io ho molto fiducia nei giovani, nella loro sete di sapere, volta al dialogo, alla pace e alla risoluzione delle differenze sociali”. Tra gli ospiti presenti in sala, grandi applausi sono stati riservati al prof. Peter Hillman, Direttore Scientifico del Bloomfield Science Museum Jerusalem e al prof. Dweik, docente dell’Università Al Quds di Gerusalemme Est. “E’ un giorno molto importante per noi – ha affermato Dweik- La scienza ha agito come un ponte tra tre diverse culture, italiana, palestinese, israeliana, traghettandoci verso la terra della pace”. Gli fa da eco, lo stesso prof. Hillman, che, augurandosi, in un futuro prossimo altre centinaia di iniziative come questa, conclude: “questa mostra, frutto della nostra collaborazione, deve essere un modello per tutti. Un modello di pace e di convivenza che dall’Europa giunge fino a noi”.
Evviva meet math, il lato gioioso della matematica.
Gianluca Tantillo