La pausa caffè, un lusso per gli studenti

Pausa caffè? Per gli studenti di Medicina sembra essere diventata davvero un lusso. In seguito alla nuova gara di appalto per la concessione di installazione e di gestione dei distributori automatici di bevande calde, fredde, e di alimenti solidi nei 26 punti ristoro degli edifici del Policlinico, sono infatti aumentati in maniera vertiginosa i prezzi dei prodotti.
Il nuovo gestore, un’ATI (associazione temporanea di impresa) formata dalla Sigma e la Bramar, ha preso in consegna le macchinette automatiche, per un incarico di durata quadriennale, il primo novembre e subito il malcontento si è diffuso tra gli studenti. Restando entro i limiti prescritti dal bando di gara, e quindi non imponendo prezzi superiori a quelli del bar aziendale, la società ha però introdotto sensibili rincari sui più diffusi generi di consumo e in particolare sul caffè e sull’acqua: il caffè caldo che prima costava 30 centesimi è passato a 50, cinque centesimi in meno del tetto massimo imposto dal regolamento, mentre l’acqua costa ad uno studente 50 centesimi di euro, quasi quanto la si paga al bar. Al contrario tra i 30 prodotti alimentari c’è stata addirittura una riduzione di 30 centesimi per i tramezzini che sono scesi ad 1 euro. 
A subire i rincari, dunque, proprio quei prodotti che vengono consumati più spesso e per i quali non c’è il tempo di arrivare al bar. “Stiamo invitando tutti gli studenti a rifornirsi al bar del Policlinico- spiega Pasquale Donnarumma, rappresentante degli studenti in Consiglio di Ateneo – però ci sono alcuni edifici, come l’11, il 12 o l’edificio 1 e 2 che sono lontani più di un chilometro”.
La protesta degli studenti che gravitano nell’area del Policlinico – quindi non solo quelli di Medicina, ma anche quelli di Scienze Biotecnologiche e di tutte le Professioni Sanitarie-  è nata in maniera spontanea.
“Molti ragazzi leggono il prezzo e decidono di andare al bar – spiega Giovanni Grillo dell’associazione SISM- Io ho deciso di comprare una caffettiera elettrica perché altrimenti arriverei a spendere un capitale per tutti i caffè che bevo. In generale c’è stata una diminuzione del consumo ai distributori e personalmente non credo sia giusto che uno studente oltre alle già ingenti spese che ha, debba anche pagare un prezzo così elevato per prodotti in distribuzione all’interno dell’Università”.
Se gli studenti usano l’arma del boicottaggio o semplicemente ritengono più conveniente bere un caffè espresso al bar un po’ più lontano piuttosto che un caffè al distributore allo stesso prezzo, i rappresentanti di Facoltà si stanno muovendo per trovare un accordo con la Sigma.
“Ho chiesto di poter avere un incontro con il direttore della Società ma questi non ci ha voluto ricevere – spiega Donnarumma – La nostra strategia:  tentare una mediazione col gestore per ritoccare i prezzi. Se questa non darà i risultati sperati, andremo con il pugno duro e continueremo la protesta in altri modi”.
Anche per Pasquale Rescigno, rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà, la protesta deve continuare perché “della brioche o del pezzo di cioccolata si può fare a meno ma l’acqua e il caffè sono considerati indispensabili per uno studente che segue otto ore di lezione al giorno. Il malcontento è nato spontaneo e noi abbiamo risposto subito ai primi accenni di questa manifestazione”.
Ade a numero
chiuso, perché?
Frizzante, dunque, la situazione a Medicina. Nel calderone bolle, infatti, anche la questione riguardante le Ade, cioè le Attività Didattiche Elettive.
“Noi chiediamo che venga abolito il numero chiuso per l’accesso alle Ade e che inoltre venga affisso, ad ogni inizio anno accademico, un elenco delle varie attività in cui vengano riportate la data di inizio, la durata e l’attinenza con le scuola di specializzazione”. Attualmente questi corsi sono a numero chiuso e il criterio di accesso è semplicemente temporale, cioè i primi venti o trenta iscritti entrano e, quando viene superato il numero massimo, gli altri restano fuori. Inoltre, ricorda ancora Donnarumma, “adesso c’è solo un elenco delle Ade con i titoli, ma questi non bastano a capire un determinato corso per quale specialistica può servire”. Maggiore chiarezza e corsi aperti a tutti sono, dunque, le proposte che i rappresentanti di Confederazione hanno presentato in Commissione Didattica. “Vorremmo che venissero potenziati i tirocini, soprattutto durante il secondo triennio. Ne abbiamo parlato con la professoressa Izzo, presidente di Cdl, ma sappiamo che non è una cosa semplice”.
Alla soglia delle prossime elezioni studentesche non mancano, però, anche i momenti di riflessione e di critica. E c’è chi, come Stefano Irace, di Universo Studenti, ritiene che occorrerebbe “più dialogo all’interno della componente studentesca perché ci sono problemi che vanno affrontati insieme. Io ho deciso di non ricandidarmi poiché vorrei che venisse lasciato più spazio alle matricole e ai ragazzi dei primi anni che forse vivono in maniera più sentita la realtà universitaria rispetto a chi sta per laurearsi. Ho   provato anche un po’ di delusione riguardo la mia esperienza e quindi credo che in futuro mi dedicherò esclusivamente alla direzione dell’Orchestra Jazz dell’Università”.
E restando in ambito musicale, è proprio dedicata alle matricole la seconda edizione della Festa di Benvenuto, organizzata da Confederazione, che si è tenuta il 23 novembre al Madras. 
Valentina Orellana
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