La protesta “ad arte” degli studenti dell’Accademia

“Scusateci per la mancata decapitazione. Causa mancanza fondi per acquisto lame”. Più che un’assemblea, un ‘happening’ la manifestazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti che si è tenuta il 18 maggio sullo scalone dell’entrata principale della sede in via Bellini. 
Tamburi, megafono e perfino una finta ghigliottina con tanto di condannato:  quello che gli studenti intendono mettere in scena è la situazione di grave disagio che sta affrontando l’Accademia negli ultimi anni.
“Crediamo che occorra ricominciare da zero, perché qui la situazione è disastrosa – spiega Marco Formisano, membro della Consulta degli studenti e rappresentante all’Adisu- Tutto è approssimativo”. Dopo aver cercato un dialogo con le istituzioni accademiche, gli studenti chiedono le dimissioni del direttore, Alfredo Scotti, e di tutto il Consiglio Accademico. Ma come si è giunti a questa richiesta? “Da due mesi il Consiglio di Amministrazione è stato commissariato- continua Formisano- perché i Revisori dei Conti hanno stabilito che i bilanci degli ultimi sette anni non sono chiari.  Noi stiamo collaborando con l’attuale commissario, Antonio Minervino, ma ci sono diversi problemi che non vengono presi in considerazione”.
Gli studenti della Consulta, nata nel gennaio 2006, hanno anche comunicato la loro situazione con una lettera al Ministro dell’Università Fabio Mussi, e al sottosegretario Nando Dalla Chiesa, chiedendo il riordino e la ‘normalizzazione’ della struttura.
I problemi sottolineati dagli studenti sono sia di carattere amministrativo che didattico ma “l’equiparazione agli altri titoli europei- sottolinea Marco- è il punto che ci sta più a cuore”.  I titoli rilasciati dall’Accademia, infatti, sono gli unici in Italia a non avere questo riconoscimento. 
Ma la carenza di materiale didattico e la mancata messa a norma dei laboratori sono questioni altrettanto importanti visto che impediscono lo svolgimento delle attività pratiche. “Fino a qualche mese fa i lavandini in Fonderia erano inutilizzabili-  afferma Formisano- Inoltre, l’aula di Scultura è ricoperta di polvere ovunque. Nessuno pulisce perché per mancanza di personale gli addetti vengono occupati in altre mansioni. A Sceneggiatura i ragazzi sono costretti a lavorare con attrezzature che andrebbero maneggiate da tecnici. I nostri lavori vengono lasciati alla mercé di tutti, così come le opere d’arte presenti in Accademia: al David del ‘700 ogni tanto manca qualche pezzo”. Un altro esempio sconcertante quello della Biblioteca, ormai chiusa da un anno: dopo un’inondazione avvenuta tre anni fa e un finanziamento di 40mila euro per restaurarla, proprio pochi mesi fa sono intervenuti i Carabinieri in quanto alcuni testi del ‘600 con il timbro dell’Accademia erano in vendita sulle bancarelle del centro.
Altri problemi segnalati: i piani di studio non sono aggiornati in tempo utile all’iscrizione, manca la guida dello studente, l’orario è mal congegnato, non è stata regolamentata l’attribuzione dei crediti per le attività extracurriculari. Ancora un’altra questione scottante: l’obbligo per gli studenti di concludere tutti gli esami in una sessione precedente il diploma. “Abbiamo presentato un esposto con 200 firme per bloccare questa delibera e chiedere di poter tenere gli esami nella stessa sessione della tesi, ma è stato completamente ignorato- continua Formisano- Gli studenti sono esasperati”.
Accademia-Conservatori: una protesta condivisa. La protesta degli artisti dell’Accademia è appoggiata anche dai ragazzi del Conservatorio che lamentano gli stessi disagi. “Siamo solidali con la loro protesta- spiega Vincenzo Danese, membro del CdA del Conservatorio di San Pietro a Maiella- perché anche noi viviamo problemi simili.  Da circa un mese con il nuovo Presidente, Niccolò Parente, non si riesce a trovare nessun dialogo”. Pianoforti scordati, nessuna uscita di sicurezza, poca meritocrazia nella scelta degli allievi per i concerti: sono i principali temi che gli studenti hanno esposto anche in diversi documenti presentati al Presidente. 
L’assenza di rapporti con il territorio, una questione segnalata sia dagli allievi del Conservatorio che da quelli dell’Accademia. Entrambe le strutture producono poche iniziative aperte al pubblico. “L’unico evento degli ultimi anni – sottolinea Formisano- è stata la Notte bianca”.
“Napoli- concludono i ragazzi della Consulta dell’Accademia- pur nelle sue contraddizioni, da qualche anno vive una rinascita culturale nelle arti, ci piacerebbe essere parte attiva in un dialogo con la città e con l’Europa, come dettato dal consesso di Bologna in poi. Ci piacerebbe che questo dialogo partisse da noi, dall’Accademia in cui viviamo anni importanti per la nostra vita artistica e formativa”.
Valentina Orellana
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