Trasferirsi in Italia per avere un futuro migliore, è stata la storia di molti ragazzi provenienti da sud del Mondo. È stata la scelta, un anno fa, di Antoine Parfait, studente ventinovenne del Master. Antoine si è laureato nel suo paese d’origine, il Camerun, in Gestione delle Imprese. “Avrei preferito frequentare un Master in Economia – dice – ma solo con questo potevo accedere alla borsa di studio”. Quando è arrivato in Italia, nel gennaio di un anno fa, non conosceva la nostra lingua. “Non potevo esprimermi – racconta – questo mi limitava anche nella vita di tutti i giorni. Non mi andava nemmeno di uscire”. Adesso, Antoine parla la nostra lingua in modo da poter seguire le lezioni ed esprimersi correttamente con i docenti. Ricorda la sua vecchia università: “In Camerun studiare non è semplice. Siamo molti iscritti e le strutture non sono adeguate”. A Yaoundé, la capitale dello stato africano, mantenersi agli studi non costa molto: “Paghiamo circa 200 euro di retta l’anno”. Lo Stato, inoltre, dà una mano agli studenti più meritevoli con un contributo di circa 300 euro l’anno. Certo, possono sembrare pochi, ma basti pensare che prendere in affitto un appartamento per uno studente camerunense costa meno di 150 euro l’anno. Gestione delle imprese, in Africa, è un Corso di Laurea a ciclo unico che dura quattro anni. Antoine, una volta laureato, ha tentato di restare nel suo Paese. “Ho inviato il mio fascicolo a molte aziende – dice – ma da noi la disoccupazione ha ormai raggiunto livelli altissimi”. In Camerun, i modi per trovare lavoro sono essenzialmente due: i bandi statali e le aziende private. “Spesso capita che vieni preso per uno stage ma poi non vieni assunto”. Fin qui la situazione non è molto diversa da quella che si trovano ad affrontare i laureati italiani. Quindi perché partire? “È vero, anche da voi c’è la crisi e molta disoccupazione – spiega Antoine – ma qui c’è la speranza che un giorno le cose cambino”. Se domandiamo ad Antoine quali sono gli obiettivi che vorrebbe raggiungere, risponde: “Io voglio solo un lavoro che mi permetta di mettere su famiglia e vivere dignitosamente”.