Scacciata dal suo laboratorio dopo 35 anni di servizio come professore associato. La prof. Lydia Ferrara, docente di Chimica Idrologica presso la Facoltà di Farmacia, scrive ad Ateneapoli per “denunciare anche alla pubblica opinione il clima dittatoriale di gravissima sopraffazione del quale è rimasta vittima”. Il Preside della Facoltà, prof. Ettore Novellino, ha fatto cambiare la serratura del suo laboratorio, per impedire l’accesso a lei e consentirlo a un’altra docente più giovane, “da lui preferita”. “Il Preside ha voluto impedire ogni possibile materiale esercizio per l’espletamento della propria attività ad un professore associato di ruolo”. Abuso? Sopruso? Comportamento inammissibile? Dalle dichiarazioni che il prof. Novellino ci ha rilasciato a riguardo pare si tratti in realtà di semplice razionalizzazione delle risorse disponibili. “Da noi a Farmacia vige la regola che ogni professore associato deve avere un laboratorio e uno studio. La prof. Ferrara occupava oltre al suo, anche il laboratorio del prof. Schettino, andato in pensione tre anni fa. Ha dunque utilizzato due laboratori fino a che non è servito uno spazio per una nuova docente. Le avevo chiesto con cortesia questo laboratorio di Chimica degli Alimenti, ma lei ha mandato a quel paese me e la nuova docente”. La docente in questione è la prof. Stefania Albrizio, che insegna Chimica degli Alimenti ed è molto più giovane della prof. Ferrara, la quale ha 60 anni ed è professore associato dal 1980. Sui minori meriti che la giovane età comporterebbe per la prof. Albrizio, il Preside è chiaro: “a me non risulta che la Ferrara abbia mai pubblicato su riviste internazionali. La prof. Albrizio invece ne ha a iosa. A volte l’anzianità di servizio è più un documento che un merito, bisogna vedere quali sono i risultati prodotti negli anni. Nel caso della prof. Ferrara, per giunta sono costretto a ricevere continue lamentele sia per come svolge la sua attività didattica che per come si comporta agli esami”.
