Le proteste degli studenti, le risposte del Corso di Laurea

Hanno atteso due anni che partisse la Specialistica. E poi la doccia fredda: il numero programmato. Così laureati e studenti del Corso triennale in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, hanno scritto ai loro docenti per chiedere che “almeno per il primo anno sia previsto per il Corso di Laurea Specialistica una maggiore disponibilità di posti se non l’abolizione del numero chiuso”. O almeno “che le selezioni tendano ad agevolare in modo concreto coloro che provengono dal Corso di Laurea in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali rispetto agli altri studenti”. La richiesta non è rimasta inascoltata.  La prof.ssa Giovanna Greco, Presidente del Corso di Laurea triennale, comunica che i posti programmati sono 120 e non 100, e, soprattutto, che la Laurea di primo livello in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali costituisce titolo preferenziale per accedere alla Specialistica. Un fatto che esprime senz’altro una certa premura nei confronti degli studenti. “Non parlerei di premura – corregge la prof.ssa Greco- E’ piuttosto un doveroso riconoscimento della formazione acquisita da chi ha frequentato il Corso di Laurea, di cui questa specialistica è la logica continuazione”. 
La Specialistica in Organizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale e Ambientale partirà il prossimo anno accademico, 2006/07, con un ritardo che i laureati ritengono non giustificabile, “indipendentemente dalle questioni burocratiche”. I ragazzi parlano delle conseguenze negative che questo ritardo ha determinato per le loro carriere: “ci sono  laureati dall’anno accademico 2003/2004 che non hanno avuto la possibilità di ultimare i loro studi, com’era previsto inizialmente. Per questo una parte  sta continuando il proprio percorso di studi presso altre Università italiane, con non pochi problemi in merito ai crediti da recuperare”.  La prof.ssa Greco risponde: “abbiamo avuto difficoltà organizzative. Necessitavamo di aule e docenti, ci mancava tutto ciò che era essenziale per far partire il corso. Non potevamo costruire il biennio su fondamenta di sabbia”. Fa un riferimento anche all’esperienza passata, quando con il corso triennale ci furono disagi e proteste per via della scarsità di mezzi e di strutture. “Da quell’esperienza abbiamo tratto un insegnamento che ci ha indotto a una maggiore prudenza e ci ha portato a rimandare la partenza della specialistica – afferma- Personalmente, con un pizzico di sana follia, il biennio l’avrei fatto partire già allora. Però più gli studenti insistono con le finte proteste, più siamo indotti alla cautela”. Cosa significa finte proteste? Le lamentele dei ragazzi sono forse esagerate? “A volte sì. Quando si vuole studiare si cerca pure di adattarsi senza troppe storie. Trent’anni fa io seguivo i corsi di Arnaldi in un’Aula Emiciclo gremita, dove alla fine ci ritrovavamo tutti seduti sui gradini”. A scanso di equivoci, Greco fa una precisazione: “non c’è dubbio che se si vogliono accogliere 300 studenti ci devono essere 300 sedie, però in generale ci vuole anche un po’ di elasticità”. Probabilmente la stessa elasticità che è possibile trovare altrove in Italia, dove la specialistica in questione è partita prima, ma più o meno con le stesse difficoltà che c’erano qui. “Posso assicurare che i giovani laureati che si sono trasferiti presso altri atenei non hanno trovato una situazione migliore della nostra” dice la professoressa, che aggiunge “tra l’altro noi abbiamo offerto una valida alternativa a chi volesse continuare il proprio percorso formativo senza lasciar passare tempo, il Master in Politiche Culturali Europee. Ha avuto molto successo ed ha costituito un’esperienza arricchente anche per noi docenti. Hanno partecipato ai nostri lavori enti come Regione e Soprintendenza, abbiamo avuto scambi con l’estero, i ragazzi hanno realizzato progetti interessanti”. 
Oggi il quadro formativo è completo, con il 3+1 da un lato (triennale + master) e il 3+2 dall’altro (triennale + biennio). La prossima scadenza è quella per presentare domanda di partecipazione alla nuova edizione del Master: 27 febbraio. Per il biennio c’è da attendere qualche mese ancora, ma con serenità: è improbabile che il numero programmato di 120 posti sia troppo esiguo rispetto alla domanda di iscrizioni. “Finora abbiamo laureato tra le 70 e le 90 persone, una ventina delle quali si sono trasferite altrove. C’è dunque ragione di ritenere che i posti disponibili siano più che sufficienti a soddisfare le richieste dei nostri laureati”.
(Sa. Pe.)
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