Le tre settimane in Canada di Simona e Silvia, laureande in Biotecnologie

Una volta terminati gli studi, sperano di lavorare nel campo della ricerca scientifica e, grazie alla Sun, hanno avuto un’anticipazione di quello che potrà essere il loro lavoro. Sono Simona Langellotti e Silvia Cerchia, entrambe laureande in Biotecnologie presso la Facoltà di Scienze Ambientali, vincitrici del bando per l’attribuzione di contributi per scambi interculturali con Università europee ed extra-europee, protagonisti di un viaggio-studio a Montréal, in Canada. “Le tre settimane che abbiamo trascorso in Canada (dal 6 al 27 ottobre), ospiti della Facoltà di Medicina dell’Université de Montréal, sono passate in un attimo – racconta Simona, ventiquattrenne di Casagiove (Ce) – E’ stata un’esperienza utilissima dal punto di vista scientifico. Abbiamo avuto modo di entrare a far parte di un gruppo di ricerca, del dipartimento di Biochimica, e di seguire vari progetti a cui stanno lavorando (uno si occupa dello studio dell’integrazione di proteine con il Dna, argomento della mia tesi di laurea che sto preparando insieme al Preside prof. Paolo Vincenzo Pedone) osservare tecniche diverse di purificazione delle proteine e di interazione tra molecole…”. Giornate trascorse in laboratorio, tra ricercatori e dottorandi guidati dal prof. Omichinski, docente di Cristallografia, durante le quali “ci si rende conto di come funziona la ricerca, fuori dall’Italia”. 
Silvia, ventiquattro anni, di Caserta, si dice ancora più convinta a proseguire nel campo della ricerca. “Questa esperienza mi ha spronata ancora di più, – afferma – so che la strada è lunga ma la ricerca è un mondo che mi affascina davvero tanto”.  Silvia, che sta preparando una tesi di laurea che analizza la struttura di proteine attraverso l’uso della risonanza magnetica nucleare insieme al prof. Roberto Fattorusso di Chimica, dice di non aver avuto alcun tipo di problema con la preparazione universitaria acquisita in questi anni di studio e afferma, convinta: “noi italiani abbiamo una buona preparazione a livello teorico. Abbiamo capacità che non sono da sottovalutare, ma non disponiamo dei mezzi. Di conseguenza, la ricerca si assesta. Non ci sono fondi e ciò non ci permette di andare avanti. A Montréal, invece, i laboratori sono all’avanguardia e gli studi procedono molto più velocemente”. Nessun problema neanche con la lingua: “l’inglese scientifico è molto semplice – dicono le ragazze – e neanche comunicare con gli altri è stato complicato. Dopo pochi giorni, immersi in un  ambiente dove tutti parlano inglese, si apprende subito, vista la necessità di interagire”. Un’esperienza che ha aperto la mente alle due studentesse. “In Italia, alla Sun, abbiamo avuto modo di studiare le teorie di base – conclude Silvia – ma mi rendo conto che le porte della ricerca possono aprirsi ovunque, che possiamo mettere in pratica ovunque gli insegnamenti che abbiamo ricevuto”. 
(Ma.Es.)
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