Conclusi gli incontri promossi da Campania Innovazione (Agenzia Regionale per la promozione della Ricerca e dell’Innovazione), finalizzati a diffondere e valorizzare le conoscenze tecnologiche provenienti dal mondo universitario ed a vantaggio delle imprese del territorio, con il coordinamento di Campania In.Hub Rete regionale Ricerca e Innovazione. Cinque appuntamenti (si sono tenuti presso l’Ateneo di Salerno, il Parthenope, la Sun, la Federico II che è capofila con Coinor e l’Università del Sannio), durante i quali si è discusso delle attività di ricognizione delle tecnologie e delle competenze sviluppate dai gruppi di ricerca universitari, che presentano potenziali applicazioni industriali, ed è stata ufficializzata la piena operatività degli uffici di trasferimento tecnologico universitari all’interno delle rete. “L’obiettivo principale della rete è promuovere l’innovazione in riferimento alle piccole e medie imprese campane, – afferma il prof. Giuseppe Zollo, Presidente di Campania Innovazione – incentivando il trasferimento tecnologico”. I cinque Atenei partner del progetto (dei sette campani, restano fuori L’Orientale e il Suor Orsola Benincasa in quanto non hanno Facoltà scientifiche) stanno predisponendo uffici e centri servizi per la ricerca. “Ad oggi, – continua Zollo – mancano gli intermediari dell’innovazione: da un lato abbiamo circa 9mila unità di personale (tra professori, ricercatori, dottorati) afferenti ai vari Dipartimenti e Centri, mentre dall’altro lato ci sono 37mila piccole e medie imprese manifatturiere con un disperato bisogno di innovazione”. Molteplici i servizi che si propone di offrire Campania Innovazione, dallo scouting tecnologico, ovvero “un’attività di ricognizione di competenze, tecnologie, servizi e professionalità che presentano potenziali applicazioni industriali”, alla consulenza organizzativa, al found rising, al sostegno nello sviluppo dei brevetti. “Le Università stanno partecipando con grande energia ed entusiasmo, spero si proceda su questa strada”. La necessità di una rete per la ricerca e l’innovazione in Campania è motivata anche dal prof. Guido Trombetti, assessore regionale all’Università. “Il problema – dice Trombetti – è che tra la ricerca e le piccole e medie imprese c’è uno spazio enorme da riempire con molti attori. Queste ultime hanno bisogno di un sistema che le supporti nella sfida di competitività nazionale ed internazionale e, se riescono a fare innovazione, ci sarà più lavoro e sviluppo del territorio”. I centri di ricerca hanno preso corpo – conclude – ed andranno avanti con l’istituzione “di una banca dati comprensiva delle attività svolte, secondo un linguaggio informatico comune”. Durante uno degli ultimi incontri, svoltosi il 23 gennaio presso il complesso universitario di Monte Sant’Angelo, si è parlato, nello specifico, della strategia della Federico II. “La valorizzazione dei risultati della ricerca è un elemento fondamentale per la sostenibilità delle Università, oltre che oggetto di tutte le valutazioni dell’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema universitario e della ricerca) – ha detto il prof. Nicola Mazzocca, delegato del Rettore per il Trasferimento tecnologico – Il nostro Ateneo svolge tantissime attività a diversi livelli: progetti di ricerca europei, progetti nazionali con piccole e medie imprese (PON) o a livello regionale (POR), convenzioni con soggetti terzi, accordi quadro, una rete che coinvolge circa 250 aziende, di cui il trenta per cento esterne alla Regione. Insomma, siamo molto attenti, anche se potremmo fare di più riguardo a brevetti (ne sono attivi un centinaio) e spin-off (seppur già molto qualificati, in settori di intervento quali le biotecnologie, i beni culturali, l’informatica, l’aerospazio, i trasporti), assicurando un supporto puntuale a coloro che sono impegnati in queste attività”. Secondo Mazzocca, “il compito dell’Università è anche quello di formare e, dunque, trasferire conoscenza ai nostri laureati che trovano lavoro in tutto il mondo senza problemi di inserimento, anche in momenti di crisi economica. Tra l’altro, sono gli stessi nostri studenti che ci abilitano nel rapporto con territorio e aziende”. I primi passi dell’Ateneo federiciano verso la rete dell’innovazione si concretizzano attraverso due importanti tappe: “Prima di tutto, l’attivazione di un’anagrafe delle competenze all’interno di un sistema accessibile a tutti e, secondo, la nostra disponibilità a trovare soluzioni ai problemi imprenditoriali che il mondo lavorativo vorrà affidarci, con la conseguente maggiore valorizzazione dei brevetti”, conclude Mazzocca.