Lingua e linguistica inglese II, c’è chi è al quinto tentativo

Farfalle allo stomaco, battiti accelerati, gesti scaramantici prima di riporre libri e appunti: si presenta così l’esercito di studenti del Corso di Laurea Triennale in Mediazione linguistica e culturale che deve sostenere la prova scritta di Lingua e linguistica inglese II. L’esame si è svolto il 12 settembre nelle aule 1.3 e T1 di Palazzo del Mediterraneo con il prof. Nicola Borrelli. “Siamo divisi per cognome in più macro gruppi visto l’alto numero di prenotati – spiega Angela – È la seconda volta che tento questo esame, a giugno non sono riuscita a consegnare in tempo”. Nove gli esercizi da svolgere in due ore: 54/90 il punteggio minimo per essere ammessi all’orale. Gli studenti lamentano di “non avere a disposizione risorse adeguate”. “Le prove non hanno le chiavi degli esercizi: senza feedback l’autovalutazione per le esercitazioni non ha senso”, afferma Adelaide. Dalla pagina web del docente “è possibile scaricare il mock test con soluzioni, somministrato agli studenti dello scorso anno accademico. Ma è solo un prototipo, non potrà mai essere sufficiente per allenarsi bene”, prosegue la collega Roberta. “Le dispense indicate nel materiale bibliografico sono utili per l’orale: ma quello per adesso è un’illusione!”, interviene Marialuisa. Per il test reordering, “non si può verificare l’esattezza del riordino di un brano sul web, i dubbi restano quelli di partenza”, aggiunge Veronica. “Questa volta per prepararmi a superare questo scoglio, ho usato i fac-simile per le certificazioni Pet e Trinità. Spero di non rimanere di nuovo a bocca aperta davanti al compito”, confessa Federica. Altra “tipologia di esercizio da incubo”, così come lo definiscono in tanti, la sentence trasformation, in cui è messa a dura prova l’abilità di riscrivere frasi equivalenti a quelle date, ma con strutture sintattiche diverse. “È la quinta volta che riprovo questo esame, mi mancano solo le due annualità di inglese per laurearmi: ho tappezzato la mia stanza di liste di phrasal verbs in modo da memorizzarne più possibili”, racconta Ilenia. “Ultimamente i miei stati su WhatsApp sono sempre phrasal verbs che non riesco a fissare nella mente”, le fa eco Elena. Esercitazioni ad hoc nella parte finale del corso: il possibile rimedio. “Le nozioni di fonetica e di linguistica sono fondamentali per la nostra formazione, ma non ci preparano per lo scritto”, sostiene Antonella. “Inglese II è un’annualità sandwich, perché è a metà strada del nostro percorso, dovremmo avere più ore di conversazione e capire bene come applicare le regole alla pratica: se facessimo più simulazioni con i docenti collezioneremmo tutti meno bocciature”, dichiara Fabiana. “Ci sono mille modi per imparare l’inglese, ma un corso che non sia coerente con lo scritto finale mi sembra una perdita di tempo: se tornassi indietro non sceglierei inglese come lingua curriculare. Spero per le future matricole che il test di ingresso serva a far cambiare loro idea”, sottolinea Carmen. Tra i presenti serpeggia anche il malcontento per le valutazioni. “Con 20 ad Inglese I, la strada per queste altre due annualità la vedo in salita: voti troppo bassi fanno precipitare la media”, dice Vincenza. “Ho sudato tanto per mantenere un profitto alto, ma non riesco ad essere ottimista per inglese. Basta un solo voto negativo per vanificare i sacrifici che facciamo per superare a pieni voti gli altri esami”, conclude Paola. 
Rosaria Illiano
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