Nuovi docenti in arrivo per la Facoltà di Lingue e letterature straniere de L’Orientale. “Utilizzando il meccanismo ministeriale del riequilibrio, che aiuta le Facoltà dove il rapporto tra studenti e professori è squilibrato – riferisce il Preside Domenico Silvestri- siamo riusciti a reperire risorse utili ad irrobustire l’organico”. Lucia Di Pace, associata di Linguistica, rafforza dunque il settore e va a coprire un insegnamento obbligatorio per tutti i corsi di laurea della Facoltà. Un ricercatore, Giovannini, va a lingua spagnola. “Un passaggio importante – riflette il Preside Silvestri- in considerazione del fatto che è la seconda lingua, per numero di studenti in facoltà che la scelgono”. Antonella Straface, una ricercatrice, copre Lingua e letteratura araba. “Una lingua – commenta Silvestri- che in base ai flussi migratori può essere senza dubbio considerata, ormai, come la più importante in Europa”. Completano l’operazione di rafforzamento del corpo docente due ordinari, entrambi molto noti ed apprezzati a livello scientifico ed universitario. “Il professor Carlo Vecce terrà l’insegnamento di Letteratura italiana. Rita Librandi, su Linguistica, rafforza la dimensione italianistica. Un settore, quello di italianistica, che nella nostra Facoltà è centrale. Abbiamo scelto di rendere obbligatorio l’insegnamento di Letteratura italiana per tutti i Corsi di Laurea e la stessa Linguistica italiana lo è in quasi tutti i corsi di laurea”.
Se dunque sono stati realizzati importanti passi in avanti, sotto il profilo della consistenza dell’organico docenti, l’anno accademico parte con la grave incognita degli spazi. “C’è il rischio che alcune lezioni delle lauree specialistiche, specie nell’ambito del corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale, comincino in condizioni di disagio determinate dal sovraffollamento”, prevede il Preside. “Le aule disponibili nelle tre sedi alle quali fa capo la Facoltà – Palazzo Giusso, via Duomo e il Palazzo del Mediterraneo, in via Marina – sono ormai sature. Per Traduttologia e gli insegnamenti di Linguistica, ai quali afferiscono fino a novanta studenti, stiamo cercando le soluzioni idonee ad evitare o comunque limitare le difficoltà. Tuttavia la coperta è corta e non sarà facile”.
Quello che va ad iniziare è il terzo ciclo delle lauree specialistiche. Sono ormai tutte a numero programmato. “I test di selezione si svolgeranno a fine ottobre”, spiega Silvestri. Prosegue: “saranno ammessi non più di 90 allievi per corso di laurea. Tranne che per Mediazione linguistica e culturale, però, dove mi aspetto più domande dei posti messi a concorso, nelle altre dovrebbero entrare tutti quelli che lo desiderino. Tra l’altro, lo studente indica, al momento della domanda varie opzioni. Se anche resta fuori da Mediazione può entrare in uno degli altri corsi di laurea specialistica”. C’è forte interesse, da parte di chi frequenta i corsi di laurea triennali, verso l’offerta formativa del biennio di secondo livello. “Direi anzi che sono pochissimi, si contano sulle dita di una mano, i laureati triennali che non proseguono con la specialistica”, informa il Preside. “Persone, per lo più, che si trasferiscono all’estero, dove riescono a far valere un titolo superiore a quello scolastico e pienamente riconosciuto dal mercato del lavoro”. In Italia, invece, la laurea triennale resta un che di indefinito. “Purtroppo è così. Adesso il Ministero dell’Università precisa quello che già si sapeva, vale a dire che il triennio è formativo e non professionalizzante. Perché meravigliarsi se quasi tutti i laureati di primo livello proseguono? La riforma si avvia al fallimento”. Tra l’altro, continuano a mutare leggi, leggine e ordinamenti. “Il nuovo assetto delle tabelle ministeriali – conclude Silvestri- stabilisce che lo studente non debba sottoporsi a più di venti esami di profitto. Significa che i Laboratori della facoltà sono destinati a sparire o ad essere fortemente ridimensionati, in futuro. Per quest’anno, però, restano tali e quali”. Laboratori, sia detto per inciso, che solo 4 o 5 anni fa furono presentati come uno degli elementi qualificanti della Facoltà di Lingue rinnovata e riformata.
Fabrizio Geremicca
Se dunque sono stati realizzati importanti passi in avanti, sotto il profilo della consistenza dell’organico docenti, l’anno accademico parte con la grave incognita degli spazi. “C’è il rischio che alcune lezioni delle lauree specialistiche, specie nell’ambito del corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale, comincino in condizioni di disagio determinate dal sovraffollamento”, prevede il Preside. “Le aule disponibili nelle tre sedi alle quali fa capo la Facoltà – Palazzo Giusso, via Duomo e il Palazzo del Mediterraneo, in via Marina – sono ormai sature. Per Traduttologia e gli insegnamenti di Linguistica, ai quali afferiscono fino a novanta studenti, stiamo cercando le soluzioni idonee ad evitare o comunque limitare le difficoltà. Tuttavia la coperta è corta e non sarà facile”.
Quello che va ad iniziare è il terzo ciclo delle lauree specialistiche. Sono ormai tutte a numero programmato. “I test di selezione si svolgeranno a fine ottobre”, spiega Silvestri. Prosegue: “saranno ammessi non più di 90 allievi per corso di laurea. Tranne che per Mediazione linguistica e culturale, però, dove mi aspetto più domande dei posti messi a concorso, nelle altre dovrebbero entrare tutti quelli che lo desiderino. Tra l’altro, lo studente indica, al momento della domanda varie opzioni. Se anche resta fuori da Mediazione può entrare in uno degli altri corsi di laurea specialistica”. C’è forte interesse, da parte di chi frequenta i corsi di laurea triennali, verso l’offerta formativa del biennio di secondo livello. “Direi anzi che sono pochissimi, si contano sulle dita di una mano, i laureati triennali che non proseguono con la specialistica”, informa il Preside. “Persone, per lo più, che si trasferiscono all’estero, dove riescono a far valere un titolo superiore a quello scolastico e pienamente riconosciuto dal mercato del lavoro”. In Italia, invece, la laurea triennale resta un che di indefinito. “Purtroppo è così. Adesso il Ministero dell’Università precisa quello che già si sapeva, vale a dire che il triennio è formativo e non professionalizzante. Perché meravigliarsi se quasi tutti i laureati di primo livello proseguono? La riforma si avvia al fallimento”. Tra l’altro, continuano a mutare leggi, leggine e ordinamenti. “Il nuovo assetto delle tabelle ministeriali – conclude Silvestri- stabilisce che lo studente non debba sottoporsi a più di venti esami di profitto. Significa che i Laboratori della facoltà sono destinati a sparire o ad essere fortemente ridimensionati, in futuro. Per quest’anno, però, restano tali e quali”. Laboratori, sia detto per inciso, che solo 4 o 5 anni fa furono presentati come uno degli elementi qualificanti della Facoltà di Lingue rinnovata e riformata.
Fabrizio Geremicca